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Ponte Buriano, dopo l'addio alle auto sale l'attesa per il restauro. Quale futuro?

L'infrastruttura, inaugurata nel 1277, è stata per quasi otto secoli uno dei ponti più trafficati dell'intera provincia. Dopo i primi restauri eseguiti negli anni passati, adesso necessita di interventi mirati alla riqualificazione

Per 746 anni con la sua forza, la sua leggendaria bellezza e la strabiliante perfezione statica ha retto il peso di secoli di traffico. Un lavoro titanico che da oggi, 14 settembre, Ponte Buriano ha smesso di svolgere dicendo addio al traffico veicolare. I suoi 158 metri di lunghezza potranno essere percorsi ma soltanto da passeggiatori, ciclisti, curiosi a caccia di paesaggi mozzafiato. Auto e mezzi a motore non vi passeranno più se non, come reso noto, in casi di particolare criticità idrica dell'Arno. Dunque, dopo poco meno di otto secoli di servizio, il ponte si gode la meritata pensione lasciando il lavoro duro al guado provvisorio appena inaugurato.

E adesso? Quale destino lo attende? "Da tempo - spiega il presidente della Provincia di Arezzo, Alessandro Polcri - abbiamo installato dei dispositivi che consentono il monitoraggio continuo dei movimenti del manufatto. In questo modo siamo in grado di controllarne la staticità e le eventuali problematiche".

Ma nonostante i monitoraggi è evidente che il ponte dovrà subire un'importante operazione di restauro. Delle prime opere manutentive sono state eseguite negli anni dell'amministrazione Vasai che, a più riprese, dispose la chiusura del ponte per consentire il recupero di una porzione dei rostri dell'infrastruttura. L'ultima tranche di questa tipologia di interventi, risale al 2018-19. Con l'addio alle auto e il suo nuovo ruolo di attrazione turistica, è ulteriormente indispensabile avviare opere mirate alla riqualificazione e manutenzione di un ponte unico nel suo genere.

"Insieme al Comune di Arezzo - ha aggiunto il presidente Polcri - affronteremo la questione perché credo che sia fondamentale seguire le indicazioni della Fondazione Intour. Ponte Buriano dovrà diventare meta turistica e quindi sarà necessario adoperarsi per la sua valorizzazione".

Già nel settembre del 2020, Regione e Provincia inviarono una richiesta al ministero per ottenere l’assegnazione di 11,2 milioni di euro per dare il via all’intervento di restauro completo e consolidamento di Ponte Buriano. Denari indispensabili, come affermato dall'allora presidente della Provincia Silvia Chiassai Martini "per l’intervento di restauro e consolidamento del ponte storico, destinato a divenire ancora più attrattivo dal punto di vista turistico e fondamentale per la valorizzazione di tutta l’area”. A oggi però non ci sono notizie certe in merito all'assegnazione di eventuali fondi per il recupero del ponte.

A proposito del ponte

La costruzione è un ponte ad arco a via superiore ed è composto da sette arcate a sesto ribassato mentre un’ottava, sulla sponda dell'omonima frazione, risulta interrata e nascosta alla vista. La struttura si regge sulle ampie arcate che si poggiano su robuste pigne triangolari, con rivestimento esterno in arenaria che fanno loro da contrafforte come era uso nella costruzione dei ponti nel Medioevo.

Gli Annales Arretinorum Maiores indicano nel 1277 l'anno di edificazione del ponte a Buriano. Probabilmente il ponte è stato eretto su un precedente attraversamento dell'Arno di età romana secondo quanto farebbe prospettare la presenza di un'arteria di transito di grande rilevanza quale la vicina Cassia Vetus. A causa del logorio dovuto allo scorrere del fiume e delle piene è stato più volte oggetto di manutenzioni straordinarie. Nel 1558 vennero rifondate le pile e nel corso del XVIII secolo vennero riparate altre due volte. Durante la seconda guerra mondiale, il ponte ha rischiato di saltare in aria: minato dall'esercito nazista, fu provvidenzialmente salvato da un'incursione dell'esercito alleato che riuscì a evitare l'esplosione.

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