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Una nuova mensa della Caritas nei locali della ex caserma Piave: l'accordo con il Comune

"La cittadella della solidarietà: sei anni di concessione gratuita da parte del Comune alla Diocesi di una porzione della ex caserma Piave"

Arezzo avrà a breve una nuova mensa sociale gestita dalla Caritas. Raddoppia quindi l'impegno per dare un punto di ristoro alle persone socialmente più fragili e ai margini della società. L'immobile della ex caserma Piave in via Garibaldi, di proprietà del Comune di Arezzo passa gratuitamente per sei anni alla Diocesi.

Per l'amministrazione questo rappresenta un primo passo verso la cittadella della solidarietà per fare fronte alle nuove emergenze sociali.

“La giunta -  spiega il sindaco Alessandro Ghinelli – ha assunto una delibera per concedere alla Diocesi la disponibilità gratuita per sei anni della parte di quell’edificio, un tempo a destinazione militare, ancora di proprietà del Comune di Arezzo. Quando la Diocesi ci ha chiesto uno spazio dove poter esercitare la propria funzione di ristoro solidale, ci è parsa la soluzione migliore e più adatta. Parliamo di circa 700 metri quadrati, che altrimenti resterebbero un bene inutilizzato e che rappresentano la prima pietra di un disegno ambizioso. Il grosso della ex caserma, passato nei primi anni 2000 al ministero dei Beni Culturali, non versa attualmente in buono stato di manutenzione. Viene allora da chiedersi: perché non fare crescere questo seme della solidarietà che oggi stiamo piantando e coinvolgere con il tempo il resto dell’edificio, magari tornandone in possesso, in un’autentica cittadella?"

L’arcivescovo Riccardo Fontana ha aggiunto: “Le persone sono particolarmente bisognose in questo momento storico e bisogna aiutarle concedendo loro assoluto rispetto e creando legami di vicendevole solidarietà. Ciascuno porti il suo contributo per ricostruire quanto è stato infranto e per restituire ad Arezzo la sua tradizionale vocazione che si è consolidata attraverso i secoli. Recuperare la ex caserma Piave ci permetterà di disporre dei servizi necessari per rispondere alla complessità attuale dei problemi già emersi e dei nuovi che stanno emergendo. E se potessimo utilizzare tutti i suoi 5.000 metri quadrati potremmo dare, ad esempio, un’attenzione speciale anche alla questione abitativa”.

“È l’inizio di un percorso – ha confermato il vicesindaco Lucia Tanti – e un crocevia dove convogliare più esperienze. Offriamo un orizzonte nuovo, coraggioso rispetto alle risposte da dare, all’insegna di un welfare comunitario adeguato alle esigenze odierne. Come quelle che registrano 2.100 aretini, il 2% abbondante della popolazione, nell’elenco delle persone che negli ultimi 14 mesi hanno necessitato di un supporto”.

Don Giuliano Francioli di Caritas: “questo progetto, pur partendo dalle istituzioni più alte, dovrebbe interessare la città in ogni sua componente, anche perché stiamo parlando di problemi che la coinvolgono nella sua interezza”.

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