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Quanti bambini nei nidi e nelle materne post Covid? Maxi taglio nell'ipotesi di riapertura a giugno

L'assessorato al sociale e scuola del Comune di Arezzo ha stilato un progetto che attende tutta una serie di approvazioni, ma che calcola quanti educatori e quanti bambini potrebbero entrare nei nidi e nelle materne con la riapertura post Covid a partire da giugno

Ipotesi di riapertura degli asili nido e scuole materne comunali e di riorganizzazione dei centri estivi. Questo il contenuto della bozza di progetto sperimentale elaborato dall'assessorato alla scuola e sociale del Comune di Arezzo. 

Ingressi scaglionati, strutture all'aperto, numero aumentato di educatori e un rapporto adulto bambino molto ridotto. All'interno del progetto di circa 9 pagine è stato ricalcolato anche il numero di bambini che possono essere accolti per ogni asilo, con possibilità di accesso più che dimezzata, rispetto ai numeri dell'anno che si è bruscamente interrotto a causa del coronavirus, per poter rispettare le regole di sicurezza e distanziamento sociale. Un documento che è frutto anche di un confronto con gli altri comuni della zona aretina, come Monte San Savino, Civitella, Capolona, Subbiano e Castiglion Fibocchi. Un'ipotesi che attende tutta una serie di approvazioni, ma che è sostanzialmente pronta per l'attuazione, tanto che si auspica che il personale possa entrare nelle strutture per riorganizzare gli spazi ben presto così da essere pronti per l'inizio di giugno.

L'ipotesi di riapertura degli asili nido nel Comune di Arezzo

L'amministrazione ha steso il progetto con l'ipotesi migliore di poterli riaprire da giugno, coprendo anche i mesi di luglio e in alcuni casi di agosto con frequenza solo al mattino dalle 8 alle 14,30 con personale impiegato dipendente del Comune o del privato sociale. Gli asili nido comunali, in condizioni normali, danno risposta a 452 bambini. Ma il progetto di riapertura non potrà riguardare tutti loro. La fascia 3/36 mesi infatti sarebbe quella che in questa successiva e prima fase di risposta educativa, avrebbe le maggiori ricadute. Se prima potevano esserci 6 bambini ogni adulto di riferimento, adesso il rapporto scenderebbe a 1 educatore per 3 bimbi accolti. Ne consegue una drastica riduzione della risposta dei servizi alle famiglie, necessaria per il contenimento del rischio di contagio. L'assessorato ha riconteggiato quanti educatori potrebbe impiegare e quanti bambini accogliere in ogni nido comunale, mantenendo fisso il gruppo di riferimento di ogni maestra.

La capienza post Covid di tutti nidi comunali

L'ipotesi di riapertura dei nidi prevede il ricalcolo della capacità di ogni struttura di asilo nido comunale di accoglienza di educatori e di bambini nella fascia di età dai 3 ai 36 mesi. Si tratta di 12 strutture in parte a gestione diretta e in parte affidate al privato sociale. L'asilo nido Masaccio potrebbe accogliere 6 educatori e di conseguenza 18 bambini frequentanti. Il Cesti, in zona Saione avrebbe 9 educatori al lavoro con 27 bimbi. Il Peter Pan invece 8 maestri e 24 piccoli. Il nido Orciolaia sarebbe quello con la maggiore capienza possibile con 10 educatori al lavoro e 30 bambini frequentanti. Molto piccole invece le possibilità di utilizzo del nido il matto, del Basione e di quello aziendale. In ognuno di questi tre casi si sarebbero 3 aducatori e 9 bambini.

Poco superiore la possibilità di capienza dei nidi Indicatore, Bagnoro e Villa Sitorni, ognuno con 4 educatori e 12 bambini presenti. Resta poi il Cucciolo in zona Giotto che potrà ospitare 5 educatori e 15 bambini. Una considerazione a parte, infine, va fatta per il nido Modesta Rossi di Pescaiola, non utilizzabile nel mese di giugno per lavori già programmati e da luglio eventualemente con 8 educatori e 24 bambini. La ricettività nei nidi comunali passerebbe così da 452 posti a 174 nel mese di giugno, che potrebbero arrivare a 198 da luglio in poi.

L'ipotesi per la riapertura delle scuole dell'infanzia post Covid

Nella fascia d'età tra i 3 e i 6 anni la fase di riapertura prevede, nell'ipotesi dell'amministrazione, un rapporto tra educatore e bambini di 1 a 6, contro quell'1 a 25 previsto prima del periodo di contagio. 

Alla scuola dell'infanzia Don Milani potrebbero esserci quindi 9 educatori e 54 bambini, poi per capienza segue il Pallanca  con 8 educatori e 48 bimbi, poi c'è il caso dell'Orciolaia con 7 edcuatori e 42 bambini, l'Acropoli con 6 educatori e 36 bambini e infine Sitorni con 4 educatori e 24 bimbi. La ricettività delle scuole dell'infanzia comunali ad Arezzo passerebbe così da 400 posti a 204.

Criteri in caso di sovrannumero 

Se la richiesta da parte delle famiglie fosse superiore a questi numeri, per adesso stabiliti in ipotesi, sono pronti anche dei criteri di ammissione che terrebbero conto di disabilità, di attività lavorativa di entrambi i genitori, di assenza di una rete parentale, di nuclei monogenitoriali oppure con grave disagio economico-culturale.

Procedure di accesso in sicurezza

L'aspetto più delicato sul quale si poggia tutta la progettualità pensata per una possibile riapertura è quello della sicurezza, del contrasto a tutti quei momenti di possibile contagio e quindi il documento contiene già le prime regole. Gli ingressi e le uscite dai nidi e dalle materne saranno scaglionate di 5 o 10 minuti, l'accoglienza dei bambini avverrà sempre in uno spazio all'aperto, saranno previsti percorsi differenziati e obbligati di ingresso e di uscita. Ci sarà la delimitazione fisica degli spazi dedicati alle attività anche se all'aperto, i gruppi di bambini saranno fatti in base a età omogenee che aiutano il controllo sul distanziamento sociale, infine i gruppi di bambini con l'educatore di riferimento saranno stabili e fissi. Il progetto prevede anche tamponi settimanali per bambini, ragazzi e tutto il personale che entra in contatto con la struttura.

Attesa per approvazioni e direttive regionali e nazionali

La bozza è stata inviata e condivisa da tutti i comuni della zona di cui Arezzo è capofila che potranno mandare alcune ulteriori osservazioni entro il fine settimana. Poi tutto sarà posto all'attenzione della Asl per il via libera circa la sicurezza sanitaria. In attesa che si esprima il governo, anche sul documento di Anci Nazionale al quale ha aderito anche il Comune di Arezzo, parte delle direttive sono attese dalla Regione Toscana, competente in materia di servizi all'infanzia.

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