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San Donato: il miracolo del calice, il tempio e la ricerca della tomba. Tra archeologia e misteri

Il tempio eretto a suo nome nell'antica Arezzo è ora oggetto di studio e di ricerca da parte degli archeologi che stanno indagando all'interno dell'area del Colle del Pionta

Il tempio eretto a suo nome nell'antica Arezzo è ora oggetto di studio e di ricerca da parte degli archeologi che hanno iniziato ad indagare all'interno dell'area del Colle del Pionta. I suoi resti invece riposano lontano dalla città che lo scelse come santo protettore.

E' il giorno di San Donato e oggi gli aretini rendono ufficialmente omaggio al proprio santo protettore.

La sua storia e la sua vita sono state nel tempo oggetto di studio e di approfondimento. Vescovo martire è considerato protettore degli epilettici, perché gli è attribuita la guarigione miracolosa di un bambino da questa malattia.

Tra i miracoli che la leggenda devozionale gli attribuisce, il più famoso è quello del calice, per via del quale sarebbe stato condannato al martirio. Secondo la storia infatti, durante la celebrazione della messa entrarono nel tempio dei pagani che con violenza mandarono in frantumi il calice di vetro. San Donato ne raccolse i pezzi e li rimise insieme ma ne mancava uno. Noncurante di ciò, vi avrebbe versato del vino servendolo ai fedeli senza che ne cadesse dal fondo. Dallo stupore, 79 pagani si sarebbero convertiti al Cristianesimo. Dopo un mese, fu arrestato e ucciso.

L'approfondimento

San Donato, secondo vescovo della diocesi di Arezzo, patrono della città, venne martirizzato mediante decapitazione sicuramente il giorno 7 del mese di agosto, dubbio l’anno, ma più probabilmente nel 304. Il suo corpo è certo che fu sepolto al Colle di Pionta . Qui, il suo successore, Gelasio, fece costruire un piccolo oratorio sopra la sua tomba conservatosi per circa 700 anni, fino al 1032. In quest’anno, il vescovo Teodaldo (1023-1036), prima della consacrazione del nuovo tempio, avvenuta il 12 novembre 1032, riportò alla luce i resti mortali di San Donato fino ad allora conservati nell’oratorio martiriale fatto erigere da Gelasio nel IV secolo

La salma fu trovata con il capo posto sul petto, come quella di San Ippolito all’Isola Sacra di Ostia, particolari coincidenti con quanto attestato archeologicamente . Nella notte tra il 10 e l’11 novembre, i vescovi provenienti da tutta la “Tuscia” trasportarono il corpo di San Donato dall’oratorio alla Cattedrale di Santo Stefano e Santa Maria, posta anche questa al Pionta, e li deposero sull’altare, affinché i fedeli vi potessero sfilare davanti. La mattina del 12 novembre 1032, giorno della consacrazione del nuovo tempio, i vescovi trasferirono qui i resti corporali di San Donato dalla vicina Cattedrale di Santo Stefano e Santa Maria, dove erano stati posti per due notti. Quindi, venne celebrata la prima solenne messa con i canti liturgici diretti da Guido Monaco o meglio da Guido d’Arezzo.

Mauro Mariottini

www.arezzoperlastoria.it

Cronaca dei Custodi cfr. Pasqui IV, pp. 19-30; rerum Italicarum Scriptores, edizione carducciana, tomo XXIV, parte I, pp.69-82(a cura di G. Grazzini) e monumenta Germaniae, Historia, Scriptores, XXX, 2,pp. 1468 ss. (a cura di A. Hofmeister). P. Testini in Aa. Vv. Ricerche archeologiche all’Isola Sacra

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