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E’ giunta l’ora di un giro di vite a Saione e al Pionta

Il tragico decesso per overdose avvenuto ieri al parco del Pionta, ed al quale ci riferiamo con rispetto e pietà cristiana, ripropone la difficile situazione del quartiere di Saione. Situazione della quale è sempre più indispensabile parlare...

Il tragico decesso per overdose avvenuto ieri al parco del Pionta, ed al quale ci riferiamo con rispetto e pietà cristiana, ripropone la difficile situazione del quartiere di Saione. Situazione della quale è sempre più indispensabile parlare, seppur in maniera propositiva, anche se si ha l’impressione di toccare un nervo scoperto. Se fosse sarebbe piuttosto strano visto che è stata tollerata per mesi e mesi una campagna ai limiti della diffamazione su Saione - dove l’appellativo di Bronx era usato con notevole disinvoltura nel torpore generalizzato – che ha provocato danni gravissimi, morali e materiali, al quartiere. Ed ora che l’appellativo Bronx viene per la prima volta rifiutato con la necessaria decisione seppur senza sottovalutare la situazione, che il quartiere si scuote dalla rassegnazione nella quale sembrava precipitato, e che vengono avanzate serie richieste di normali azioni e di normali informazioni, alcuni animi sono sembrati scaldarsi, almeno da quanto abbiamo letto di recente. Eppure dovrebbe essere accolta con soddisfazione l’occasione per una approfondita analisi della situazione esistente. Naturalmente di quella vera, non di quella che si vorrebbe. Stiamo parlando di questioni serie, di problemi molto sentiti dai residenti e dalle attività economiche del quartiere, troppo spesso già in forte difficoltà per la situazione economica ed occupazionale. Di problemi sui quali è inutile essere generici o evasivi. Dalle famiglie, dalle piccole attività che ci stanno particolarmente a cuore, insomma da tutti coloro che vivono la quotidianità del quartiere vengono con forza delle semplici richieste di ordine e di sicurezza. Che ricomprendono anche il diritto sapere quanti, e chi sono, i molti che si aggirano nulla facenti nel quartiere, se queste persone hanno diritto legale di restarvi; e se non ce l’hanno quali provvedimenti concreti ed effettivi, espulsioni et similia, vengono presi. Tutto qui. Il minimo che una opinione pubblica, informata e partecipe, di cittadini elettori possa richiedere. Tra l’altro se, come leggiamo, è vero che la persona morta ieri al Pionta era uno straniero già noto alle Forze dell’Ordine per vari reati, c’è da chiedersi come mai fosse ancora nel territorio nazionale. Anche nel suo interesse perché, quantomeno, avrebbe evitato di incrociare quel cialtrone che gli ha venduto qualche schifezza rivelatasi fatale. Ma per tornare ai numeri, spiace dover rilevare che siamo fermi al solito dato fornito un paio di settimane fa dalla Prefettura sul numero dei richiedenti asilo presenti nel quartiere. Numero che, seppur contenutissimo, ha suscitato in molti un’ancor maggiore preoccupazione in relazione alla situazione generale osservabile ad occhio nudo. Quindi sarebbe bene, repetita iuvant, che venissero diffuse anche le altre informazioni. Tra l’altro l’assenza di notizie puntuali, e spiace dover dire cose ovvie, potrebbe contribuire al consolidarsi nella popolazione di chissà quali convinzioni. Poi, in ordine al frequente verificarsi di episodi di più o meno piccola criminalità, denunciati e non denunciati, viene richiesto un rafforzamento della presenza delle Forze dell’Ordine nel quartiere ed una maggiore incisività nella chiusura di alcuni locali pubblici se gli episodi di malaffare pubblicamente lamentati dai residenti si rivelassero, come non dubitiamo, veri. Sull’aspetto della presenza delle Forze dell’Ordine, il cui lavoro è sempre molto apprezzato nel quartiere, negli ultimi giorni qualcosa di più è stato notato, con soddisfazione della popolazione e degli operatori economici. Tuttavia, e senza voler sottovalutare le difficoltà pratiche che non ci sfuggono, la presenza delle Forze dell’Ordine deve essere rafforzata. Perché è ormai chiaro che a questo punto rassicurazioni e pacche sulle spalle non sono gradite, l’idea di rinfrescare le aiuole e di fare qualche festa nelle piazze è senz’altro utile, ma occorrono ben altri fatti. Ora e subito. Tanto per essere chiari questa non è né una polemicuccia estiva, né la ricerca di un piccolo peculato politico, ma bensì un serio approccio sul presente e sul futuro del quartiere anche alla luce dal ben diverso, e positivo, modus operandi governativo su questi argomenti dopo troppi anni di disastrosa passività. Il vento sta finalmente cambiando, grazie a Dio. Ed è bene rendersene conto. Di sicuro ne riparleremo.

P.s. Sempre nel quartiere c’è, all’ingresso della zona Gattolino, un bel polmone verde alberato. Si è sparsa la voce, speriamo infondata ma molto temuta dai residenti, che verrebbe abbattuto. Visto che gli alberi sembrano sanissimi, sarebbe bene rassicurare la popolazione sul fatto che non saranno consentiti scempi.

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