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Fondazione Andrea Cesalpino diventa un Ente del Terzo Settore

Rinnovato il consiglio direttivo. Paola Butali confermata alla presidenza: “Il San Donato va rafforzato e tutelato nella sua qualità

La Fondazione Andrea Cesalpino cambia registro: non di attività o obiettivi, ma di natura giuridica. Adesso per aderire alle nuove norme nazionali si è trasformata in una fondazione E.T.S., cioè in un Ente del Terzo Settore con iscrizione nell’apposito registro nazionale istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

L’assemblea plenaria dei soci ha provveduto, con l’assenso dei soci fondatori, al passaggio sotto la nuova disciplina civilistica. Non un semplice atto amministrativo, ma un vero e proprio cambio di natura giuridica che i soci hanno voluto interpretare anche come nuovo ulteriore stimolo per la propria attività, indubbiamente rallentata e messa a dura prova nei due anni di pandemia.

Fondata nel 2004, la Fondazione Cesalpino ha agito con investimenti molto importanti nella formazione di professionisti sanitari essenzialmente in ambito ospedaliero, con borse di studio e progetti di ricerca clinica nei diversi ambiti del San Donato. Ospedale che rimane il principale bersaglio delle azioni della rinnovata Fondazione, per continuare a garantire ricercatori con progetti specifici che si sono rivelati poi anche asset importanti nella attività del nosocomio. Nel corso della riunione è emersa con chiarezza la necessità di concentrare la propria attenzione sulle esigenze reali del San Donato, per garantirne la qualità acquisita negli anni da professionisti di primo livello e intervenire in quelle situazioni di criticità che vengono da più parti segnalate e che il territorio non merita. La Fondazione, perseguendo gli obiettivi fissati dai soci fondatori e ribaditi negli anni, continuerà a lavorare anche sul territorio, sempre con progetti mirati. Rendere ancor di più la nostra popolazione “cardioprotetta”: il progetto “Arezzo Cuore” voluto fortemente dalla Fondazione con lo stimolo e la consulenza del dr. Massimo Mandò e del professor Leonardo Bolognese e delle loro strutture, ha largamente superato i mille defibrillatori diffusi sul territorio e i quasi trentamila cittadini formati al loro utilizzo con formale certificazione. Ma l’attività sulla prevenzione e la diffusione delle buone pratiche continua con la partecipazione al progetto Giona, con l’attenzione accesa sulle eccellenze aretine che operano nel mondo intero e che mantengono così un rapporto stretto con i colleghi del nostro ospedale e con le altre realtà locali.

La Fondazione nel nuovo assetto amministrativo aprirà anche nuovi fronti di intervento, per aumentare la sensibilità al benessere delle persone e alla consapevolezza delle risposte che si possono avere nel momento del bisogno, con un uso corretto delle strutture che devono comunque essere in grado di rispondere ai bisogni concreti.

L’assemblea dei soci, dopo il doveroso ringraziamento a tutti coloro che in questi due decenni si sono impegnati personalmente con grande passione e competenza, e che rimarranno comunque nell’ambito sia assembleare che più direttamente coinvolto nella operatività, ha poi provveduto al rinnovo del consiglio direttivo. All’unanimità sono stati eletti Donato Angioli, Sandra Bianchini, Ivo Brocchi, Oliviero Giusti, Paolo Mattesini, Pietro Ponticelli, Rina Torrioli e Paola Butali che è stata confermata presidente.

“Il lavoro che abbiamo di fronte è davvero impegnativo – è stato il suo primo commento – e dobbiamo concentrare le forze su obiettivi precisi, già indicati con chiarezza nello statuto. Un rapporto rinnovato con i professionisti anche attraverso il comitato scientifico diretto dal dottor Raffaele Scala, una correlazione forte con chi opera dentro il San Donato per garantire il livello che questo ospedale merita e sul quale è aperta una disamina a livello provinciale molto attenta, una collaborazione con le altre importanti strutture del volontariato locale. E poi dei cittadini, delle aziende, delle migliori intelligenze che troveranno da noi le porte aperte per contribuire con idee e risorse al bene comune più importante che abbiamo: la buona salute”.

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