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"Io, fisioterapista ipovedente, ho lavorato in rianimazione durante la pandemia: ora sono esclusa dal concorso"

La paradossale storia di Sofia, fisioterapista ipovedente che avendo già un lavoro a tempo determinato si è vista escludere da un bando per professionisti sanitari ipovedenti

Sofia è una ragazza di 29 anni, ha una laurea in tasca e un lavoro a tempo determinato. Il suo contributo, come quello di tanti operatori sanitari, è stato determinante in tempo di pandemia: lavora infatti nel reparto di rianimazione dell'Ospedale di Careggi. Ma presto il suo contratto scadrà e lei è stata esclusa dal concorso bandito da Estar. Perché Sofia è una fisioterapista ipovedente e, paradossalmente, avendo già un lavoro a tempo determinato non ha potuto concorrere ad un bando dedicato ai disabili in quanto non disoccupata e in quanto percepisce uno stipendio superiore a 8mila euro l'anno. 

La storia di Sofia

Sofia ha raccontato la sua storia una lettera. Parole dalle quali emerge la profonda delusione nei confronti di un sistema che dovrebbe tutelare chi ha disabilità, ma in realtà l'ha penalizzata. 

"Vi scrivo questa lettera poiché sono stata esclusa, a mio avviso ingiustamente, dal concorso Estar per fisioterapisti non vedenti per non esser risultata iscritta alla data di scadenza del bando (11/04/22) nelle liste di collocamento mirato (’Art. 8 della Legge 68/99)".

In effetti il nome della giovane aretina non si trova scorrendo quelle liste: "Sono stata cancellata dalle liste delle categorie protette - spiega - poiché lavoro presso l’Auo di Careggi dal 17 dicembre 2020 con un contratto interinale di somministrazione a tempo determinato in scadenza il prossimo 31 dicembre e che per adesso non prevede alcuna stabilizzazione da parte della Regione Toscana".

Sofia in questi due anni di pandemia ha lavorato tanto, come tutti i professionisti della sanità: "Ho lavorato nei reparti di Terapia Intensiva Cardiochirurgica e Terapia Intensiva Pneumologica. Nonostante i miei limiti visivi sono stata felice di intraprendere questa esperienza professionale e di vita, di crescere e sviluppare un ambito di competenza in genere precluso alle persone con le mie difficoltà. 
Non immaginavo minimamente che il premio a tanto impegno sarebbe stato l’essere esclusa da un concorso per un requisito che non era neanche tale nei bandi per fisioterapisti non vedenti pubblicati negli anni precedenti.
In tutta sincerità, vi confesso che, di fronte a questa situazione, mi sento delusa da un sistema e dalle normative che, in realtà, non incentivano i disabili ed il loro inserimento nel mondo del lavoro, ma anzi, penalizzano chi ha cercato di farsi un’esperienza professionale nonostante il delicato periodo che la sanità ha attraversato durante la pandemia".

Quando la legge che tutela i disabili non assolve il suo compito

La giovane fisioterapista racconta le sue emozioni, tra tristezza e incredulità e dice: "Mi sento ancor più rammaricata se penso che dovremmo essere più tutelati - sia come categoria di disabili che come categoria professionale - dalla L. 29/94, che, prevedrebbe l’assunzione di un fisioterapista non vedente ogni 6 fisioterapisti normovedenti. Questa normativa viene da anni disattesa dalla maggior parte delle Aziende Sanitarie che hanno un numero di disabili assunti insufficiente. In questo caso la legge costringe alla fame (8000 euro/anno) o alla disoccupazione per aver diritto di partecipare ad un concorso".

E così Sofia vede i suoi colleghi normodotati, ai quali presto scadrà un contratto, che studiano e si preparano per un concorso che permetta loro di continuare a lavorare - come è naturale che sia - mentre lei resta esculsa dal bando destinato proprio agli ipovedenti perché temporaneamente lavora e guagna oltre 8mila euro l'anno. 

"Non si tratta di una problematica legata ad Estar - spiega ancora Sofia - ma alla normativa alla quale si rifà il bando: di fatto l'ente non ha commesso nessun illecito e io non posso fare nemmeno ricorso". Resta così una grande amarezza: "E pensare che al concorso per 47 posti, si sono presentati solo 20 candidati. Resteranno posti vacanti e io non posso che chiedermi, ma che senso ha?". 

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