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Landi, il genio della città flottante e il mistero della sua morte in un documentario

Il regista Oswold Horowitz ha trascorso tre settimane in mare con l'imprenditore scomparso e ne racconta la vicenda. "Adesso cerco testimonianze aretine"

Il titolo del documentario è pronto. La storia è stata scritta quasi tutta. Manca solo il finale. Perché sulla morte di Samuele Landi, visionario e intrepido imprenditore aretino al quale è dedicata la pellicola, aleggia ancora una coltre di mistero. Uno dei corpi trovati al largo del Golfo Persico era suo? Per dirlo manca ancora l'ufficialità. 

Intanto però un regista inglese, Oswold Horowitz, sta lavorando alla realizzazione un vero e proprio documentario sull'aretino e su quella sua innovativa idea di realizzare un'isola galleggiante - Aisland - dove immaginava poter vivere senza le zavorre burocratiche dell'era moderna e senza tasse da pagare. Ma per portare a termine il filmato Horowitz ha bisogno di completare il puzzle della vita di Landi, i cui pezzi mancanti riguardano soprattutto il trascorso aretino.

"Per questo - spiega il giovane regista - mi rivolgo a chi lo ha conosciuto: sarebbe interessante poter raccontare anche il capitolo aretino e la storia di Eutelia. Sto cercando persone pronte a portare la loro testimonianza. La vita di Landi è stata piena di sorprese ed ha avuto molte sfaccettature, vorrei raccogliere tutti gli elementi e offrire uno sguardo d'insieme sulla sua vicenda personale". 

Horowitz ha trascorso tre settimane a bordo della chiatta galleggiante insieme a Landi e ha raccolto già molto materiale: "Oltre al documentario, potrei scriverci un libro. Ad esempio  - racconta - pochi in Italia sanno che in Liberia è considerato un eroe perché ha salvato 60 schiave sessuali liberiane costrette in Oman. Questa vicenda lo ha portato a stringere amicizia anche con l'ex presidente di quel Paese, l'ex calciatore del Milan George Weah, tanto da diventare poi un suo consigliere". Un'immagine che stride con quella che molti aretini hanno di lui, soprattutto dopo le vicissitudini di Eutelia, ma che da sola racconta la poliedricità di un personaggio davvero unico. Imprenditore proiettato sempre verso il futuro, che ha però tagliato i ponti con Arezzo e con molti di coloro che lo hanno conosciuto in seguito al crac Eutelia e si è ricostruito una nuova vita, con la sua famiglia, a Dubai.

"Mi chiedono in molti se Landi sia morto - dice Horowitz - e sinceramente non lo so. Ho parlato con uno dei sopravvissuti, un marinaio asiatico. Ha raccontato di aver perso di vista Landi durante la tempesta, di non aver visto il suo corpo galleggiare senza vita. Quindi per me resta un mistero. Uno dei tanti che riguardano la sua vita". 

La ricerca di fondi e testimoni

Per concludere il suo lavoro, il regista inglese oltre a cercare testimonianze ha aperto una raccolta fondi per poter sostenere le spese che man mano incontra. "Per completare il documentario devo andare anche in Liberia e in Congo - spiega - e cerco finanziamenti che mi permettano di portare a termine la pellicola". 

Chi volesse contattarlo per raccontare uno spaccato di vita di Landi, una vicenda che lo riguarda o semplicemente portare la sua testimonianza di dipendente durante la crisi Eutelia, può scrivere all'indirizzo email: storiedisamuele@gmail.com.

La tragedia

La ricostruzione della vicenda, a quasi due mesi di distanza dai fatti, avrebbe ancora molte lacune. Dopo la tragedia in mare, avvenuta il 2 febbraio, due marinai furono tratti in salvo vivi. Altri due corpi furono recuperati senza vita, dalle acque del golfo Persico dopo circa cinque giorni. Entrambi, pare, irriconoscibili. Le impronte digitali di uno di loro sarebbero corrispondenti a quelle di Landi. Ma per avere la sicurezza è necessario un riscontro del dna: l'esame è stato eseguito ma c'è ancora attesa per i risultati. 

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