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Covid, mascherine in ospedale ma nuove norme per l'isolamento. Il ritorno di 60 sanitari no vax

Sono giorni di cambiamenti dovuti dalle decisioni prese dal nuovo governo. Secondo il Ministro Schillaci è la direzione sanitaria a decidere dove impiegare medici e infermieri non vaccinati

Come affrontare il Covid in questa fase? Il contagio c'è, ma la gravità dei sintomi non è certo quella della prima fase. Le prime nuove regole varate dal governo Meloni hanno anticipato la fine dell'obbligo vaccinale per i sanitari. Di conseguenza anche coloro che non sono in regola con le dosi anti-covid possono rientrare in servizio dal 1 di novembre. Dopo una riflessione invece è stato mantenuto l'obbligo della mascherina all'interno delle strutture sanitarie. 

Il rientro al lavoro dei sanitari non vaccinati

Sono 60 le persone interessate dal rientro nel luogo di lavoro come professionisti del sistema sanitario. Di queste il 10% lavora nel settore privato, mentre il resto in quello pubblico. Come stabilito dal Dl 162 possono tornare in servizio dal 1 novembre e sono state avverte con Pec dagli ordini profesisonali che li rappresentano, siano essi infermieri o medici. Tecnicamente il decreto varato dal governo ha prodotto il termine dell'efficacia della sospensione dall'esercizio delle professioni sanitarie. La scadenza dell'obbligo vaccinale rimasta in piedi solo per i sanitari fino al 31 dicembre di fatto è stata anticipata di due mesi. Così di fatto si troveranno fianco a fianco colleghi che hanno almeno la terza dose con quelli che non sono vaccinati. "L'ordine professionale, seppur dovendo gestire una situaizone molto delicata ha sempre operato secondo la legge, sia quando ha dovuto comunicare la sospensione, sia adesso con il ritorno al lavoro" spiega Giovanni Grasso presidente dell'ordine degli infermieri di Arezzo. Ma dove collocarli? A tal proposito lo stesso Ministro ha dichiarato che sarnno le direzioni sanitarie a decidere dove sia più opportuno impiegare i sanitrai non vaccinati che stanno rientrando al lavoro. Tecnicamente servirà qualche giorno per assegnargli reparti e stilare i turni. 

Le regole attuali

Chi risulta oggi positivo ad un test diagnostico molecolare o antigenico deve subito entrare in isolamento. Poi, se è sempre stato asintomatico dovrà restare in isolamento per 5 giorni, dopo di che dovrà effettuare un test antigenico o molecolare che attesti la negatività al virus, se è dapprima stato sintomatico ma non ha più sintomi da 2 giorni, dovrà restare in isolamento per 5 giorni, da concludere anche in questo caso con un test, antigenico o molecolare, che risulti negativo. In caso di persistente positività del test, l’isolamento potrà essere interrotto dopo 14 giorni dalla data del primo tampone positivo, senza bisogno del test di uscita.

Contagio e isolamento: in arrivo novità

Ma sulla durata dell'isolamento ci sono pareri contrastanti, il ministero della salute guidato da Orazio Schillaci è al lavoro per soluzioni meno impattanti. I primi incontri con l'istituto superiore della sanità, l'Aifa e gli specialisti dello Spallanzani sono già avvenuti. Tra le ipotesi, come riferisce Today.it, ci sarebbe la riduzione degli attuali 5 giorni a 3, finendo l'isolamento sempre con il tampone negativo.

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