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Contagi alla mensa del Pianeta Azzurro, Filcams Cgil: "Procedure corrette, ma servono i vaccini"

Sul caso interviene anche il Comitato "Giù le mani dalle mense" che chiede che gli addetti delle mense siano equiparati in tutto e per tutto agli operatori scolastici

Una lettera da parte della Filcasm Cgil di Arezzo è stata spedita sia all'Asl che al Comune di Arezzo. Il contenuto fa riferimento al caso dei contagi da Covid-19 partiti dal servizio mensa della scuola dell'infanzia Pianeta Azzurro di via Tricca e che a catena ha prodotto la quarantena dei bimbi di sei sezioni.

Procedure rispettate, ma mancano i vaccini

Il segretario della categoria Marco Pesci spiega intanto che fin da subito si è interessato alla vicenda, con l'intento di fare chiarezza.

"Abbiamo appreso dagli organi di stampa locali del focolaio di infezioni Covid manifestatosi nell'ambito di una struttura scolastica con epicentro presunto presso la cucina del medesimo plesso. Fin da subito ci siamo attivati, anche per il tramite delle nostre rappresentanze interne, confrontandoci con l'impresa che ha in gestione il servizio di refezione scolastica, per accertare che tutte le procedure di prevenzione e di comunicazione siano state correttamente rispettate ed eseguite. Ad oggi risulta evidente e di ciò abbiamo contezza, che le lavoratrici non solo hanno operato con la massima professionalità, ma in attesa di ricevere indicazioni da parte dell'Asl e successivamente di sottoporsi al tampone, si sono astenute in via cautelare e preventiva dal prestare la propria opera nelle giornate di interludio che separavano i primi sintomi da infezione dall'attuazione delle misure di accertamento della loro positività; così come sono stati sanificati ambienti e strumentazione prima della ripresa lavorativa da parte di un nuovo pool di lavoratrici. Orbene, se ad oggi appaiono tutte, nessuna esclusa, poste in essere tutte le misure di contenimento previste dai protocolli Nazionali, Regionali ed aziendali, inclusa la doverosa e tempestiva informativa alle OO.SS. e le loro rappresentanze da parte dell'impresa in appalto, rimane il fatto che risulta alla scrivente come si sia dato seguito solo una parziale copertura vaccinale per il personale addetto ai servizi di ristorazione scolastica, avendo per contro accertato che vi sia tuttora un'ampia richiesta inevasa. Cosa ancora più grave, pare che ciò sia avvenuto per il Comune di Arezzo, poiché risulta che in altri territori della Toscana e della provincia di Arezzo, lavoratrici e lavoratori dei medesimi appalti abbiano avuto accesso al portale prenotazioni fino all'ultima richiesta nessuno escluso al pari dei dipendenti pubblici impiegati nei relativi plessi scolastici. Con la presente siamo pertanto a richiedere urgentemente chiarimenti ed eventuali altrettanto urgenti contromisure al fine di scongiurare il ripetersi di tale situazione di rischio che riteniamo inaccettabile."

L'intervento del comitato 'Giù le mani dalle mense'

Prima di esprimere le nostre osservazioni sulla catena di contagi che ha riguardato la scuola dell’infanzia Pianeta Azzurro di via Tricca, abbiamo aspettato che alcuni dei soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda fornissero particolari più dettagliati sul caso. E adesso che il sindacato Filcams Cgil ha sollevato apertamente il tema dei vaccini, ci sentiamo in dovere di intervenire.

Ma procediamo con ordine. La scuola in questione è stata chiusa martedì 27 aprile, quando i bambini di 5 sezioni sono stati messi in quarantena, andandosi così ad aggiungere ai piccoli alunni dell’unica altra sezione del plesso già sottoposti allo stesso provvedimento dal venerdì precedente, per un totale di oltre centocinquanta individui quarantenati tra bambini ed adulti. Dall’inizio e fino ad adesso, i casi di positività hanno riguardato solo personale non docente a partire da alcuni operatori della mensa scolastica, gestita per conto dell’Amministrazione comunale da Elior Spa. Viste le dinamiche del contagio, la Asl ha attivato il protocollo legato al sospetto di variante, quindi la sospensione delle attività si protrarrà per un periodo di 14 giorni.

Intercettato dalla giornalista di un Tv locale, il sindaco Ghinelli ha dichiarato che quanto accaduto dimostra che “gli asili sono enti fragili”, che pur non essendo generatori del contagio possono esserne i recettori. Nel suo ragionamento, le chiusure che hanno riguardato recentemente le scuole dell’infanzia derivano quindi dall’organizzazione interna delle strutture che non garantisce le bolle classe, e, per questo, sono intrinsecamente difficili da prevenire.

L’analisi dell’esponente di Filcams Cgil, il sindacato che, ricordiamolo, tutela gli operatori del Commercio, Turismo e Servizi, apre tuttavia uno scenario differente, legato fatalmente ai vaccini, e che non possiamo ignorare anche in vista del prossimo anno scolastico. Secondo i dati forniti da Governo e Regione aggiornati al 16 aprile, oltre l’80% del personale scolastico della Toscana ha ricevuto la prima dose di vaccino. Eppure, sostiene Pesci, alla base della chiusura del Pianeta Azzurro “c’è la mancanza di vaccini per lavoratori che fanno parte del sistema scuola, ma che non sono riusciti a coprirsi con le dosi messe a disposizione e adesso la loro categoria è chiusa”.

La riflessione sembra suggerire che, contrariamente a quanto siamo portati a pensare ma in linea con l’inquadramento contrattuale dei lavoratori in questione, gli addetti mensa abbiano avuto un accesso alla vaccinazione diverso rispetto agli altri dipendenti che vivono la scuola, scatenando una sorta di cortocircuito tra persone che frequentano lo stesso ambiente ma con gradi di immunizzazione differente. Viste sotto questa prospettiva le chiusure delle scuole dell’infanzia avvenute nelle ultime settimane impongono non solo una valutazione delle responsabilità dell’eventuale ritardo con cui si è inserito il personale Elior nelle liste dei soggetti da vaccinare, ma anche il ripensamento di un paradigma che ormai va avanti da oltre vent’anni e che prevede la frammentazione della comunità scolastica in base a criteri di convenienza economica.

Fermo restando che ci pare azzardato organizzare il prossimo anno scolastico senza prevedere una qualche forma di obbligo vaccinale per chi è impegnato nella conservazione del funzionamento dell’universo scuola, come è già avvenuto in ambito sanitario, quello che ci chiediamo è: quali sono le garanzie e le prerogative con cui vogliamo affacciarci al traguardo fondamentale legato alla riapertura permanente ed in sicurezza della scuola? Se non porremo le giuste basi e i dovuti prerequisiti, a saltare per l’ennesima volta non saranno solo quei servizi aggiuntivi che rendono conciliabili i tempi famiglia e lavoro per centinaia di nostri concittadini, ma sarà la stessa attività didattica in presenza, sostenuta in modo inderogabile anche dal ruolo di addetti che al momento non sono considerati personale scolastico, ma che sono parte integrante del sistema come appunto gli addetti della mensa.

La realtà è che la convivenza all’interno delle scuole, ambienti oggettivamente e strategicamente delicati, di procedure e protocolli differenti a seconda del contratto di lavoro sottoscritto dagli operatori, mette a rischio la ripresa e la ripartenza della nostra città e provoca, quantomeno, grande preoccupazione tra i genitori. Basti pensare a quanto avvenuto nel plesso don Milani di San Leo, dove i casi di positività al Covid 19 hanno riguardato 13 bambini, 4 maestre, 1 ausiliaria, ma in cui gli addetti Elior, che non sono stati inseriti nel tracciamento né messi in quarantena, nonostante condividessero con il personale scolastico bagno, spogliatoio e altri spazi comuni; ma anzi hanno continuato a lavorare per fornire pasti alla vicina scuola primaria Elio Bettini e al nido Peter Pan, solo perché soggetti al protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro e non a quello vigente per la scuola. Se trovare una soluzione a queste problematiche entro l’inizio del prossimo anno scolastico ci sembra doveroso, farlo in maniera efficace e definitiva diventa vitale e passa inevitabilmente per il riconoscimento del valore della comunità educante intesa come un unicum che va protetto nel suo insieme."

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