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Casentino, nel patto fra Sindaci e Asl la certezze sulla qualità della sanità per i cittadini della vallata

Con la firma del nuovo patto territoriale fra i Sindaci del Casentino e la Asl, si sono poste le basi per uno sviluppo complessivo della risposta sanitaria, al passo con le esigenze dei cittadini. Inutile quanto fuorviante è il solito ritornello...

Con la firma del nuovo patto territoriale fra i Sindaci del Casentino e la Asl, si sono poste le basi per uno sviluppo complessivo della risposta sanitaria, al passo con le esigenze dei cittadini.

Inutile quanto fuorviante è il solito ritornello su “l’ospedale chiude, l’ospedale non chiude”, che non tiene conto della indispensabile elaborazione tecnico-scientifica delle risposte adeguate alle esigenze di salute della popolazione.

L’ospedale, comunque, “non chiude”. Non chiude ed anzi si procede al rilancio del suo ruolo tecnico professionale nella rete ospedaliera che si viene a delineare nella nuova organizzazione aziendale. Chi dice ancora che l’ospedale chiude, mente sapendo di mentire e diffonde notizie al limite del procurato allarme.

A dirlo non è l’assessore o il direttore generale di turno, ma sono i “Patti” firmati: sono la vera “fidejussione a garanzia” dei servizi innovativi e mirati che l’azienda, in accordo con i sindaci, metterà in essere d’ora in avanti. Servizi che nascono prima di tutto dalla lettura attenta dei veri bisogni di questa popolazione e di questa comunità. Si sappia che per la sanità in Casentino si impegneranno adesso più risorse (soldi), di prima. DALLA LETTURA DELL’ESISTENTE ALLA INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI E’ bene sapere che questo piano che è il risultato di un lungo lavoro congiunto fra sindaci e tecnici della Asl. Cinque gli incontri preliminari, nel corso dei quali, partendo dalla analisi dei bisogni e dalla offerta esistente, incrociandoli a loro volta con le osservazioni e le percezioni ricavate dalle popolazioni da parte dei sindaci, si è trovata una sintesi rappresentata dal progetto ora diventato operativo. Nel dettaglio.

Nei 10 comuni del Casentino risiedono 35.960 persone. Il 5% ha più di 84 anni. Il 25,7% è fra i 64 e gli 84 anni. La natalità è “solo” di 7,7 nuovi nati ogni mille abitanti all’anno.

Le malattie croniche, tenuto conto dell’alta percentuale di anziani, sono quelle verso le quali vanno attivati i maggiori processi di offerta.

In casentino sono oltre la media regionale i tassi di mortalità per infarto e

malattie cerebrovascolari. La ospedalizzazione è superiore sempre alla media regionale per malattie respiratorie. L’ospedale del Casentino, sul quale continuano investimenti sia strutturali che strumentali, copre il 92% del bisogno di ricoveri di residenti di area medica: un reparto che prende in carico anche patologie specialistiche di natura cardiovascolare, neurologica respiratorie e gastroenterologhe. Per quanto concerne l’area chirurgica generale da risposta interventistica al 74% dei cittadini Casentinesi, mentre la chirurgia ostetrico-ginecologica arriva al 78%. La qualità professionale e strutturale di questi reparti e il loro inserimento a pieno titolo nella rete ospedaliera di area vasta e regionale, consente anche il loro utilizzo per cittadini “attratti” da altre aree per il 30% in ginecologia e per il 40% in chirurgia. Per quanto riguarda i servizi territoriali gestiti dal Distretto Socio-sanitario, sempre correlati nel continuo scambio con le specialistiche ospedaliere, il valore è “accertato” non solo dalla percezione riportata dagli amministratori, da anche dal rilevamento del Mes i cui indicatori certificano che il 92% degli obiettivi è nella fascia da ottimo a medio. ECCO I CONTENUTI SALIENTI DELL’ACCORDO Con la firma fra Asl e sindaci della zona, si sono stabilite le linee di sviluppo per l’intero territorio.

Al primo punto il mantenimento dell’offerta complessiva dei servizi esistenti sia territoriali che ospedalieri, che del sistema di emergenza urgenza a cui si accompagna un dettagliato piano di sviluppo.

Sarà potenziata la rete dell’emergenza territoriale con l’introduzione dell’automedica (con a bordo medico e infermiere) e il raddoppio delle ambulanze blsd, (si ricalca il modello da anni attuato nelle zone di Arezzo e del Valdarno).

Potenziamento del Pronto Soccorso attraverso l’incremento dei letti di osservazione e la realizzazione della “piastra dell’emergenza” (un modello organizzativo di integrazione professionale fra medici Deu e medici dell’area critica, cioè anestesisti, per la gestione congiunta della patologie critiche e ad alta instabilità, quali ictus, post operatorio complesso, insufficienza respiratoria grave, ecc) Riorganizzazione del percorso nascita, con la piena e completa presa in carica della gravidanza e del puerperio da parte dei servizi zonali comprese prestazioni attualmente erogate solo ad Arezzo (ambulatorio partoanalgesia, prelievo duo test) ad eccezione del solo momento parto che sarà centralizzato ad Arezzo con assistenza da parte di ostetrica di zona. E’ un modello già esistente, sperimentato e consolidato, nelle zone Valtiberina e Valdichiana.

Potenziamento delle attività sia di chirurgia generale che di chirurgia ginecologica con introduzione di nuove attività (chirurgia pavimento pelvico) ed incremento di quelle esistenti con aumento del numero di interventi.

Potenziamento della attività diagnostica ginecologica isteroscopica con acquisizione di nuova strumentazione già inserita nel piano investimenti.

Potenziamento delle attività pediatriche ospedaliere con attivazione dei day service pediatrico e potenziamento ambulatorio allergologico e attivazione del’ambulatorio pneumologico pediatrico.

Sviluppo dei day service medici in collaborazione con i medici di famiglia.

Potenziamento dell’attività specialistico-ortopedica con acquisizione di un ortopedico per 20 ore settimanali presente in ospedale a supporto del pronto soccorso e della gestione post-operatoria dei pazienti operati in altre sedi.

Realizzazione della rete clinica integrata fra specialisti ospedalieri e medici di medicina generale per la gestione delle patologie croniche (con l’utilizzo anche della telemedicina).

Potenziamento della attività consultoriale con aumento degli orari di apertura (sarà dalle 8 alle 18 dal lunedì alle venerdì).

Incremento della presenza del ginecologo in consultorio da due a tre ambulatori settimanali, attivazione incontri informativi per partoanalgesia, attivazione ambulatori per la gestione della gravidanza a basso rischio ostetrico.

Attivazione agende per la programmazione delle visite puerperali al rientro a domicilio della donna con il neonato.

Mantenimento dei posti letto di area critica, 4 di terapia intensiva e due di terapia subintesiva.

Il patto prevede un continuo scambio di informazioni e di verifiche fra sindaci e azienda, anche sulla tempistica di attuazione dei progetti definiti. L’azienda, da parte sua, ha già avviato le procedure per l’acquisizione di beni strumentali, così come procede nell’adeguamento impiantistico e strutturale del nosocomio chiamato in futuro ad un importante incremento complessivo delle proprie attività.

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