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"Casa pignorata, poi invendibile: un incubo". L'odissea di un aretino vittima della burocrazia

La casa in cui vive da anni, acquistata con sacrifici, è sua ma con riserva. Per un colpa di un pignoramento sbagliato, destinato al precedente padrone di casa. David Bernardini, 46enne aretino, rischia di rimanere stritolato tra gli ingranaggi di...

La casa in cui vive da anni, acquistata con sacrifici, è sua ma con riserva. Per un colpa di un pignoramento sbagliato, destinato al precedente padrone di casa. David Bernardini, 46enne aretino, rischia di rimanere stritolato tra gli ingranaggi di una burocrazia giudiziaria cervellotica. Perché oggi quell'abitazione in zona Pantano è sospesa in un limbo indefinito, nonostante un giudice abbia già dato ragione al legittimo proprietario. Ma non basta.

L'antefatto: David acquistò casa assieme alla compagna nel 2010 dai parenti del precedente possessore dell'immobile, che aveva avuto problemi economici a seguito di una condanna penale. L'appartamento rappresentò, per David, un punto di arrivo nella vita. A 40 anni si stabilì in via Raffaello Sanzio, con la sua famiglia e tanti progetti.

Ma il mondo gli crollò addosso 5 anni più tardi. Era il dicembre 2014 quando aprì una missiva che mai avrebbe voluto leggere. All'interno c'era “un atto con il quale l'Inps – spiega David - tramite la Corte dei Conti voleva pignorare l'immobile di mia proprietà per debiti del precedente proprietario. Eppure avevo acquistato la casa con regolare rogito notarile. Superato il primo momento di sconforto, sentito il notaio dal quale feci l'atto, fui subito confortato dal fatto che avevo acquistato l'abitazione in 'buona fede' e che i 'pignoratori' avevano commesso un grossolano errore”.

Eppure, per dimostrare quel banale inghippo David si è dovuto difendere, rivolgendosi a un avvocato e presentandosi davanti al giudice del tribunale di Arezzo per dimostrare le proprie ragioni. Nel frattempo, con l'immobile ufficialmente pignorato, gli è saltato anche un mutuo. Un'ansia dietro l'altra, stress per sé e per i familiari, progetti rimandati.

“Alla fine il giudice ha riconosciuto quanto sostenevo e contemporaneamente l'Inps accortasi dell'errore ha ritirato la volontà a pignorare l'immobile. Tutto finito? Macché. Oggi, a distanza di 10 mesi, nessuno ha cancellato la 'trascrizione alla domanda giudiziale" pendente sulla mia abitazione. Questo vuol dire che se volessi vendere casa sarei impossibilitato a farlo: nessun notaio mi farebbe un atto di vendita. Ho chiesto spiegazioni all'Inps, mi hanno detto che solo la Corte dei Conti potrebbe sanare la posizione. Ma nessuno sta facendo nulla, adducendo difficoltà nel porre rimedio. A questo punto, cosa dovrebbe fare un cittadino?”. Già, cosa?

@MattiaCialini

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