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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Mense scolastiche, il Comitato: "Buoni pasto saliti fino a 6,30 euro". Le segnalazioni delle famiglie

L'aumento riguarda coloro che sono iscritti alla mensa anche quando non hanno il rientro pomeridiano a scuola e che ne avrebbero bisogno per conciliare i tempi di organizzazione lavorativa della famiglia

Costo della mensa scolastica che aumenta, blocchetti vecchi che non vengono considerati validi, doppi turni che non ci sono più, bambini che nonostante la sala all'interno della scuola devono mangiare in classe. Tutto questo continua ad accadere nelle scuole primarie aretine e nonostante i rigidi protocolli anti-covid non ci siano più. Alcuni episodi specifici sono stati raccontati in questi giorni ad Arezzo Notizie e una corposa nota è arrivata dal comitato Giù le mani dalle mense che mette in risalto gli aumenti dei costi per le famiglie che usufruiscono dei servizi aggiuntivi.

"Doccia fredda per i genitori. Dopo due anni di calvario tra interruzioni e ritardi, si assiste quest’anno ad un’impennata dei prezzi che rischia di mettere in difficoltà centinaia di famiglie" scrivono le rappresentanti del comitato specificando che tra gli altri problemi anche quest'anno si parla di un servizio "la cui organizzazione è partita solo dopo il suono della campanella e la cui erogazione è iniziata mediamente tra la prima e la seconda settimana di ottobre." Quando si parla di servizi aggiuntivi si intende innanzitutto, l'accoglienza pre e post scuola, un vero e proprio dopo scuola e ancora la mensa aggiuntiva da poter usufruire tutti i giorni e che "consentono la permanenza dei bambini all’interno dei locali scolastici sia prima dell’inizio delle lezioni che dopo la loro fine, alla presenza di educatori qualificati."

Stanco ai calcoli fatti dal comitato stesso "le famiglie devono reperire mediamente 600 euro per ogni bambino che partecipa al doposcuola per coprire i costi diretti del servizio, a prescindere dall’Isee del nucleo familiare o dal numero di figli iscritti. Questa cifra, già di per sé ragguardevole, è solo una base di partenza alla quale deve essere poi aggiunta la spesa relativa ai singoli pasti; ed è qui che lo sconforto lascia il posto all’indignazione."

Il costo di buoni pasto alla scuola primaria

"Tutti i bambini che frequentano la scuola primaria, tranne poche eccezioni, sono iscritti al servizio di mensa curricolare; quella che viene somministrata una volta alla settimana per assicurare un rientro pomeridiano in cambio del sabato libero dalle lezioni (oppure tutti i giorni per chi ha il tempo pieno)." Questo servizio specifico, somministrato da Elior, costa 5,10 euro per ogni pasto (dopo un aumento di 20 centesimi rispetto al 2021 giustificato dall'aumento dell'inflazione).

Poi ci sono alcuni gruppi di bambini che sono iscritti al servizio mensa, gestito sempre dalla multinazionale Elior, ogni giorno. Stessa organizzazione quindi, ma prezzo ben diverso. "Gli stessi genitori - spiega il comitato - per il medesimo servizio ma offerto negli altri 4 rimanenti di ogni settimana, devono sborsare 6,30 euro a pasto, da pagarsi attraverso specifico ticket che si acquista in blocchetti da 10 non rimborsabili e da ritirarsi rigorosamente di persona alla sede della Multinazionale della refezione in via Sturzo, presentandosi in orari rigidi e limitati, con copia cartacea del bonifico effettuato. Al di là della modalità di acquisto antiquata e scomoda che dimostra scarso rispetto per l’utenza, siamo di fronte ad un aumento di 1,40 euro avvenuto in due step tra il 2021 e il 2022 (fino a giugno 2021 infatti il costo della mensa era unico e si attestava su 4,90€ al giorno), che equivale ad un rincaro della mensa che si aggira intorno al 30%. Un aumento che ha portato le famiglie che usufruiscono tutti i giorni del servizio di mensa aggiuntiva a spendere oltre 900 euro all’anno invece dei poco più di 700 necessari fino a meno di due anni fa e che amareggia i genitori perché deriva da una formula che permette di aggirare i limiti imposti dal bando di gara che regola l’erogazione del servizio curricolare."

Le altre segnalazioni: turni, buoni pasto, fratelli

Tra le segnalazioni che sono arrivate alla redazione ci sono quelle della scuola primaria Elio Bettini di San Leo dove non viene più somministrato il pranzo in due turni e quindi i bambini mangiano tutti a mezzogiorno, ma visto che la sala mensa non li può contenere insieme per motivi di sicurezza, quelli del piano superiore mangiano in classe. I genitori chiedono che venga ripristinato il servizio come prima e hanno interessato del disagio sia il Comune che la dirigente scolastica.

C'è anche il caso di una mamma che ha ancora in mano alcuni buoni acquistati nel corso dell'anno scolastico precedente e che li ha dati al figlio per il pranzo di quest'anno. Elior però ha fatto sapere che non potevano essere accettati. Dopo un tira e molla tra la famiglia e la multinazionale questi sono stati accolti, ma ne sono stati ritirati alcuni per compensare il diverso costo del buono pasto. 

Altra segnalazione arriva da una famiglia con due gemelli che ha chiesto se iscrivendo tutti e due i figli ci fosse una scontistica, ma gli hanno risposto che non è prevista. E così, in questo caso dovrà in parte rinunciare perché non si può permettere i buoni pasto per due bambini per cinque giorni alla settimana.

Le considerazioni del comitato "Giù le mani dalle mense"

Il comitato sorto inizialmente per difendere le cucine dentro le scuole e ostacolare la nascita di un centro unico di cottura, ha quindi ampliato il suo raggio di intervento critico e continua a prestare attenzione a tutto quello che ruota intorno al mondo della scuola. Da questo nascono alcune osservazioni che il comitato fa:

"I servizi aggiuntivi, poiché permettono di conciliare i tempi lavorativi con quelli familiari, di incentivare il mercato del lavoro e di favorire l’occupazione femminile, nel corso del tempo sono diventati sempre più ambiti e infatti, durante gli open day, vengono presentati come dei fiori all’occhiello, concepiti per il benessere di bambini e genitori. Vista la loro natura a metà tra il servizio a domanda individuale ed il servizio sociale, sono sostenuti anche dal Comune, che partecipa con trasferimenti ad hoc al contenimento dei costi. Evidentemente però questi finanziamenti, di cui abbiamo avuto notizia dai quotidiani e che ammontano a 10.000 euro per ogni istituto comprensivo (in città ce ne sono 6), non sono sufficienti a raggiungere lo scopo, e a farsi carico degli aumenti è rimasta un’utenza sempre più preoccupata e sconfortata.

Inoltre, anche se gli aumenti legati alle attività di doposcuola non sono da imputare solo alla maggiorazione subita dal buono pasto, la sensazione in questo caso è quella di trovarsi di fronte ad un sistema che fa cassa sui bisogni dei cittadini, anche dei più piccoli e di un ente locale, che invece di moderare quella che pare una speculazione economica della ditta appaltatrice del servizio di refezione scolastica e difendere gli interessi delle famiglie, preferisce voltarsi dall’altra parte e lasciare che ad agire siano le logiche del mercato. Sia chiaro, i genitori aretini non vivono sulla luna, conoscono la grave situazione economica in cui versa il mondo intero e hanno loro malgrado metabolizzato le oscillazioni dell’inflazione, le bollette impazzite e il carburante pagato a peso d’oro; quello che proprio non riescono ad accettare è un’impalcatura educativa e sociale che, nel nostro comune, non garantisce pari opportunità a tutti i bambini. É a loro infatti che dovrebbe essere assicurato il diritto a occupare luoghi e spazi che ne promuovano lo sviluppo e l’inclusione, agendo direttamente sulle cause che lo inibiscono, soprattutto quelle economiche. In questo senso il doposcuola, organizzato all’interno delle scuole intese come ambiente consono alla crescita armonica dei bambini, dovrebbe essere considerato un servizio essenziale per tutti e non un privilegio per pochi e in quanto tale, oltre ad essere omogeneo nei vari Istituti del territorio comunale, dovrebbe vedere un impegno più ambizioso da parte di un’amministrazione che vuole rendere la nostra città una comunità compatta e coesa."

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