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Botte e insulti in corsia: arriva il protocollo anti aggressione per medici e infermieri

Oggi, 24 ottobre, è stato firmato un documento che impegna forze dell'ordine e istituzioni in attività di vigilanza e intervento mirate a stroncare episodi di violenza nei confronti delle professioni mediche

“Nessun allarme, vogliamo però anticipare i tempi”. È sulla base di questa convinzione che è stato sottoscritto oggi, 24 ottobre, un protocollo d’intesa per tutelare l’incolumità di medici e infermieri sul posto di lavoro. Una misura che mira a intervenire sulle aggressioni, verbali e fisiche, che con sempre maggior frequenza chiamano in causa la categoria dei lavoratori sanitari. In questo senso è sufficiente pensare, come riportato dai dati censiti dalla Regione Toscana lo scorso luglio, che nel primo trimestre del 2023 le aggressioni al personale registrate sono state 404: 315 verbali e 89 fisiche. Sulla base di queste cifre ecco che è nata la necessità anche in provincia di Arezzo di predisporre un sistema di intervento per la gestione di tali episodi. Il documento è stato sottoscritto in Prefettura dalla prefetta di Arezzo, Maddalena De Luca, dal direttore generale della Asl Toscana sud est Antonio D’Urso, dalla vicesindaca di Arezzo Lucia Tanti oltre ai rappresentanti degli ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e delle Professioni Infermieristiche e forze dell'ordine.

Il documento, tra gli altri aspetti, prevede l’intervento urgente delle forze di polizia nei casi di violenza assistita, di commissione di reati alla persona come maltrattamenti, violenza o minaccia grave, di pericolo per l’incolumità delle persone coinvolte o di interruzione del pubblico servizio, con particolare riferimento alle attività di emergenza urgenza.

“Con questo protocollo operativo - specifica la prefetta - le istituzioni si fanno carico del problema costituito da comportamenti violenti, sempre più frequenti, verso lavoratori che si occupano della nostra salute e che svolgono un servizio pubblico essenziale. La loro tutela costituisce un elemento imprescindibile per garantire un servizio sanitario adeguato alle legittime aspettative dell’utenza”.

“L’uso della violenza è un fenomeno sociale a cui purtroppo assistiamo sempre più spesso, rivolta agli operatori sanitari, ma non solo - commenta il direttore D’Urso -  Oggi ad Arezzo si concretizza un percorso avviato da tempo per aumentare la sicurezza di chi si prende cura della nostra salute mettendo in campo una azione sinergica con le forze dell’ordine e con tutti gli attori interessati. Certo, la firma del protocollo non può e non deve essere l’unico strumento per ridurre le aggressioni, l’azione di sensibilizzazione va svolta su più fronti, ma sicuramente è un ulteriore passo molto importante che sottolinea l’attenzione delle istituzioni sulla delicata tematica".

“È nostro dovere impegnarsi in ogni azione possibile a difesa degli operatori del sistema sanitario. E' chiara a tutti la loro indispensabilità per la tutela della nostra salute, un’evidenza di cui è accresciuta la consapevolezza nel periodo drammatico del covid che ha contribuito anche a evidenziare le difficoltà legate alla carenza di personale. Pertanto sostenere e tutelare medici, infermieri e tutti coloro che svolgono attività legate alla sanità è assolutamente prioritario”, dichiara la vice Tanti.

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