Cento anni fa il devastante terremoto di Monterchi

Sono passati cento anni dal terribile terremoto che rase al suolo Monterchi. Era la mattina del 26 aprile 1917 quando il sisma di 5.8 di magnitudo Richter, tra il 9° e il 10° grado della scala Mercalli, colpì la Valcerfone. Il più devastante tra i recenti terremoti che hanno colpito l'Aretino.

I morti furono 23 e il bilancio avrebbe potuto essere peggiore visto che il 90% delle abitazioni crollò. La scossa distruttiva ci fu alle 11,35, ma la maggior parte delle persone era in strada dalle 11, quando ci fu il primo, forte boato. Lo sciame iniziò dalle 5 di quella mattina e proseguì nei giorni seguenti, fino al 6 maggio. Danni gravi furono riportati anche a Sansepolcro e Città di Castello. Meno gravi quelli ad Arezzo, in Casentino, a Pieve Santo Stefano e a Caprese Michelangelo.

Di seguito la testimonianza del priore Fattorini di Citerna, paese umbro a pochi chilometri da Monterchi, riportata da Arezzometeo.

Pochi minuti che rapidamente volarono, quando ecco si ripeté un boato immenso, un urlo promiscuo di tutti gli elementi sconvolti, un sussulto un ondulamento un sovvertimento che tutti inebetì, tutti sconvolse. I tetti, le pareti, le case cadono, rovinano, si sfasciano. La polvere, la caligine, la nebbia si addensano, il sole si oscura, il cielo diventa nero, l’aria non è respirabile; la morte si sente vicina, potente, dominatrice di persone e di cose.

Per non dimenticare la tragedia, ci saranno una serie di appuntamenti incentrati sul rischio sismico, da oggi a venerdì, con esperti (docenti universitari) e i sindaci dei Comuni italiani più colpiti dal terremoto negli ultimi anni, tra cui Sergio Pirozzi di Amatrice. Gli eventi si terranno tra Monterchi e Sansepolcro.

Immagini tratte da Arezzometeo