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Venerdì, 26 Aprile 2024
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I sindaci della Valdichiana blindano i servizi ospedalieri: firmato l’atto di programmazione locale per la salute

I sindaci ribadiscono che un sistema ospedaliero in rete e organizzato per complessità di cura regge, se a fronte dell’accorpamento delle acuzie nell’ospedale di riferimento, corrisponde il trasferimento delle attività programmate nell’ospedale periferico.

I sindaci della Valdichiana Aretina blindano i servizi ospedalieri Firmato l’atto di programmazione locale per la salute

I sindaci di Cortona, di Castiglion Fiorentino, di Foiano della Chiana, Lucignano e Marciano della Chiana, hanno firmato “l’atto di programmazione locale per la salute” i cui contenuti, condivisi con i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, nel breve periodo dovranno ispirare il processo di integrazione tra gli ospedali della nuova Asl.

"Il documento - fanno sapere dalla conferenza dei sindaci della Valdichiana - chiude un periodo di ampio dibattito sui risultati che la legge regionale n.84/2015 ha prodotto negli ospedali in rete dell’area vasta sud est, e pone le basi non più differibili, per superare alcune disuguaglianze che inevitabilmente sono emerse con la mega-aggregazione, ma soprattutto si sono consolidate in due decenni di razionalizzazione delle risorse.

Ottimizzare le risorse professionali, tecniche e finanziarie ha sempre consentito di riequilibrare il rapporto domanda /offerta sul quale poggia il servizio sanitario nazionale, ma nel lungo periodo, manovre come blocco degli organici,abbattimento del numero delle Usl o accorpamenti di ogni genere finiscono per perdere efficacia a danno delle strutture periferiche in generale più vulnerabili".

Pertanto, attraverso una valutazione comparativa tra i quattro ospedali che nell’area sudest fanno capo a bacini di utenza non molto diversi (da 52.000 a 62.000 abitanti), i sindaci fanno notare che solo all’ospedale santa Margherita, causa l’indotta perdita di utenza, viene assegnato un posto letto per mille abitanti. Tale valore, in assoluto il più basso, rappresenta la metà di quanto viene riconosciuto a strutture con bacini di utenza di poco superiori.

"Stesso squilibrio - continuano - si potrebbe determinate sul riassetto delle strutture complesse (ex primari), qualora nella contrazione del loro numero non si tenesse conto della ristrutturazione ospedaliera. Qualora nello stesso presidio ospedaliero, da due U.O.C. che svolgono la stessa funzione operativa in due ospedali, se ne voglia creare solo una, la stessa dovrà essere compartecipata e quindi dovrà figurare in entrambi gli ospedali, indipendentemente dall’impegno orario dell’equipe e dall’organizzazione del lavoro".

All’unisono i sindaci ribadiscono che un sistema ospedaliero in rete e organizzato per complessità di cura regge, se a fronte dell’accorpamento delle acuzie nell’ospedale di riferimento, corrisponde il trasferimento delle attività programmate nell’ospedale periferico. Allo scopo di rilanciare la sanità territoriale, segnatamente quella ospedaliera, vengono suggerite alcune soluzioni non più procrastinabili, per i servizi di pronto soccorso, di chirurgia, di ortopedia e odontoiatria nonché per alcuni servizi territoriali. Viene sottolineato infine, che da ora in poi ogni investimento su strumentazione o provvedimento sulle dotazioni organiche siano rivolti, a creare condizioni di effettiva sinergia tra gli ospedali ed alla rimozione delle cause che hanno determinato inefficienze, mediante specifici progetti di volta in volta condivisi.

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