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Sanità privata, la protesta: "Da 14 anni attendiamo il nuovo contratto". E due cliniche aumentano da sole gli stipendi

Da un lato i lavoratori che protestano, dall'altro le strutture che hanno deciso di applicare il nuovo contratto non ancora ratificato

Durante i momenti più critici dell'emergenza sanitaria erano anche loro in prima linea, come i colleghi della sanità pubblica. Ma per gli operatori che lavorano in strutture private il trattamento economico è diverso: da 14 anni, infatti, attendono il rinnovo di un contratto per il quale è stata firmata la preintesa, ma che poi ha visto slittare la firma conclusiva. Nel panorama aretino sono molti gli operatori in attesa di questo rinnovo. Ci sono però anche realtà che hanno deciso di non aspettare oltre: due strutture private, la Clinica di Riabilitazione Toscana e il Centro Chirurgico Toscano, hanno infatti applicato autonomamente l'aumento salariale.

La giornata di protesta

"Oggi - spiegano i Cgil e Cisl - siamo scesi nelle piazze italiane contro la mancata ratifica da parte dell’Associazione religiosa istituti socio-sanitari (Aris) e l'Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) del rinnovo del contratto della sanità privata, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl".

La protesta, nel dettaglio, riguarda la mancata firma definitiva sulla preintesa, sottoscritta il 10 giugno scorso, del contratto della sanità privata, dopo oltre tre anni di trattativa.

"Una scelta, quella di Aris ed Aiop - hanno spiegato presentando la manifestazione Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - vergognosa, perpetrata sulla pelle di tutte le professioniste e i professionisti della sanità privata, definiti eroi quando si tratta di fare profitto e poi negati di ogni diritto”.

Le due realtà che hanno "rinnovato autonomamente il contratto"

Ci sono poi due eccezioni nel panorama aretino. Il Centro di riabilitazione toscana e il Centro chirurgico toscano che hanno deciso autonomamente di applicare aumenti salariali. 

"Il Centro Chirurgico Toscano - spiega la struttura in una nota - dal primo di luglio ha autonomamente deciso di applicare l’aumento salariale al proprio personale sanitario, previsto da un pre-accordo nazionale tra l’Associazione delle case di Cura ( AIOP) e la Conferenza delle Regioni. Tale accordo prevede l’applicazione del nuovo contratto di lavoro solo nelle Regioni che abbiano deciso di recepirlo. Ad oggi nessuna Regione lo ha ancora fatto. Il Centro Chirurgico Toscano ha comunque deciso di riconoscere l’ottimo lavoro da sempre portato avanti dal proprio personale, specialmente durante il lockdown, quando il Centro Chirurgico Toscano è diventato un ospedale No-Covid, ospitando la quasi totalità dell’attività chirurgica dell’ospedale San Donato di Arezzo". 

Stessa situazione presso la Clinica di Riabilitazione Toscana che "procederà con l'applicazione dei contenuti economici del nuovo contratto di lavoro ai propri dipendenti. E questo già con la busta paga di luglio. Le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil da una parte e Aiop e Aris, i sindacati datoriali del settore sanità dall'altra, non hanno, infatti, ancora ratificato la pre-intesa sottoscritta lo scorso 10 giugno".

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