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L'infarto, la staffetta e quei 6 minuti senza polso. La storia di Roberto, salvato dagli infermieri dell'emergenza

Sono gli infermieri dell'emergenza urgenza aretina a raccontare di come la collaborazione tra strutture ospedaliere abbia permesso di salvare la vita a Roberto Ricci, 56enne colto da arresto cardiaco

“Vederlo e potergli parlare è stato il regalo più bello che potessi ricevere”. Maurizio Marini è l’infermiere dell’emergenza urgenza che, qualche giorno fa, ha salvato la vita a Roberto Ricci, 56enne casentinese colto da arresto cardiaco. Una storia emozionante quanto emblematica quella raccontata oggi, 2 agosto, dagli operatori sanitari e da Lorenzo Remo Ricci, sindaco di Castel Focognano nonché fratello di Roberto, che testimonia soprattutto di come l’organizzazione territoriale dell’emergenza urgenza abbia fatto la differenza scongiurando scenari drammatici.

Il malore e poi la staffetta verso l’ospedale

Roberto il 23 luglio scorso era in auto con suo fratello minore quando, improvvisamente, ha iniziato a lamentare un malore allo stomaco. I due si sono immediatamente diretti verso l’ospedale del Casentino a Bibbiena. “Qui i medici hanno riscontrato un problema cardiaco tale da richiedere l’intervento del team dell’emodinamica - spiega Cinzia Garofalo, direttrice infermieristica dell’emergenza urgenza 118 Asl Toscana sud est - Per questa ragione Roberto è stato trasferito in ambulanza all’ospedale di Arezzo. Contestualmente, è stata allertata l’automedica di Subbiano che ha atteso l’ambulanza lungo la regionale 71 e che, avrebbe scortato l'ambulanza fino al pronto soccorso aretino. Sei minuti prima che i due mezzi si incontrassero il cuore di Roberto ha smesso di battere. “Quando siamo arrivati - racconta l’infermiere Marini - il paziente era già in arresto. Sono salito a bordo dell’ambulanza nella sosta rendez vous a Subbiano ed ho applicato il Lucas, dispositivo che garantisce pressioni toraciche in attesa che il cuore torni a funzionare. Grazie a questo dispositivo abbiamo tenuto attivo il cuore del paziente fino all'arrivo in emodinamica”. Una volta giunto ad Arezzo è stato sottoposto ad un intervento per la disostruzione di una delle coronarie. “È stato un miracolo - spiega il sindaco Ricci - e parte di questo miracolo lo hanno fatto gli operatori sanitari. Questo episodio è l’esempio di quanto sia importante avere una rete di servizi assistenziali e sanitari che funziona. E noi casentinesi, come gli aretini tutti, siamo molto fortunati a poter contare su una squadra di operatori, umanamente e professionalmente pronta a far fronte ad ogni emergenza”.

Attualmente Roberto si trova ricoverato in cardiologia dove è arrivato dalla terapia intensiva. Le sue condizioni sono stabili e, dopo l’intervento, è in netta ripresa. “Il paziente aveva bisogno di trattamenti specifici - spiega Raffaella Pavani, direttrice della rianimazione e terapia intensiva di Arezzo - In terapia intensiva lo abbiamo tenuto sotto terapia farmacologica e controllo della temperatura cardio. Una volta stabilizzato è stato trasferito in cardiologia ed ora che sta meglio sta affrontando il percorso riabilitativo. Un modello di intervento che non nasce dall’improvvisazione ma è frutto di una preparazione continua e di altissimo livello. Solo così si possono garantire risultati”.

“La rete è fondamentale - spiega Barbara Innocenti, direttrice degli ospedali aretini - questo era un percorso dalla gestione complicata ma, nonostante ciò, nulla è andato storto. I nostri professionisti, oltre ad avere una preparazione eccellente, sono consapevoli dell’importanza di far parte di un sistema organizzato e coordinato in ogni singolo dettaglio”.

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