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"Mai più un'altra Gkn". Metalmeccanici davanti alla prefettura: "No allo sblocco dei licenziamenti"

Due ore di sciopero dei metalmeccanici proclamato da Fiom, Film e Uilm. Quest'oggi, 30 luglio, i rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato il prefetto per rappresentare criticità e preoccupazioni sul futuro occupazionale in provincia

"No allo sblocco dei licenziamenti". L'appello è quello lanciato da Cgil Fiom, Cisl Fim e Uilm che quest'oggi, 30 luglio, sono scesi in piazza in tutela dei diritti occupazionali. "Gli obiettivi - spiegano i sindacati - sono difendere l'occupazione e il reddito dei lavoratori. Vengono sollecitati investimenti e nuove politiche industriali, connesse anche al  Pnrr".

Due ore di sciopero e poi il confronto con il prefetto di Arezzo, Maddalena De Luca, dove al centro dell'attenzione dei rappresentanti dei lavoratori ci sono soprattutto i diritti e le possibili azioni da mettere in piedi a garanzia di un intera categoria lavorativa, quella dei metalmeccanici, che in queste ultime settimane ha vissuto pesanti criticità. "GknWhirlpool - spiegano ancora - sono soltanto i primi casi che hanno come le situazioni di crisi si stiano moltiplicando in tutto il territorio. Non vogliamo che anche la provincia di Arezzo si trovi a vivere condizioni come quelle dei colleghi di altre regioni e province italiane. Siamo costretti a fare i conti con sospensioni del lavoro che non sono determinate da carenze di commesse bensì da quelle dei rifornimenti dei materiali, siano essi semilavorati oppure materie prime. Stiamo pagando il prezzo delle delocalizzazioni messe in atto negli ultimi 20 anni che hanno concentrato queste produzioni in Asia e, in modo particolare, in Cina. La dipendenza da queste aree geografiche rischia di compromettere il presente e il futuro di molte aziende italiane, creato una sorta di “tempesta perfetta” con imprese che non riescono ad andare avanti ed altre che non riescono a crescere nonostante ne abbiano le potenzialità”.

“È una stagione difficile per il tutto il mondo del lavoro ed in particolare per il settore metalmeccanico che - spiega Ilaria Paoletti, segretario provinciale della Fim Cisl - non è solo questioni di multinazionali che si ritirano lavorativamente dal nostro Paese: Gkn (Campi Bisenzio, Firenze), Whirlpool (Napoli), Gianetti Ruote (Ceriano Laghetto, Monza), Rotork Gears (Cusago, Milano), Timken (Villa Carcina, Brescia), che sono solo la punta di un icesberg, ma anche di tante medie e piccole aziende, un tempo spina dorsale dell’economia, ma che oggi subiscono tutto il peso dell’incertezza. Questa mattina, abbiamo non solo voluto manifestare la preoccupazione, ma chiedere al Prefetto di poter aprire, in via preventiva e cautelativa, insieme a tutte le parti sociali del territorio, un tavolo per: prepararsi a gestire le crisi che potrebbero nascere anche in provincia di Arezzo (il settore orafo in primis, ma anche le aziende di elettronica sono in fortissima difficoltà per mancanza di reperimento materia prima); iniziare ad elaborare dei piani di gestione del processo di trasformazione che la pandemia ha imposto al settore industriale del Paese (è infatti in atto una trasformazione dal punto di vista tecnologico, industria 4.0). infine, il rispetto del Protocollo sottoscritto da Governo, sindacati e Confindustria per lo sblocco dei licenziamenti. E prevedere strumenti e vincoli a chi decide di licenziare in nome del profitto. I metalmeccanici sono pronti a gestire il cambiamento, non certo a subirlo; sono pronti ad accettare una nuova fase del mondo del lavoro che va verso una trasformazione digitale e tecnologica, ma rimettendo al centro della discussione il valore dell'occupazione, della riqualificazione professionale, della revisione delle politiche attive. Denunciando chi licenzia per mero profitto come una non risposta alla crisi che stiamo vivendo. Stavolta il mondo del lavoro non si tocca o il cambiamento del mondo del lavoro e salvaguardia di un lavoro dignitoso vanno di pari passo o quella di stamattina è solo l'inizio di una serie di manifestazioni. I metalmeccanici hanno scelto da quale parte stare lo faccia anche il Governo”.

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