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Meno ansia, più fiducia. L'Arezzo riporta la sua gente in trasferta. Caccia alla seconda vittoria di fila

La bella prestazione all'esordio, il meteo clemente, la possibilità di tornare fuori casa dopo mesi di divieti e lockdown: domani ad Ardea ci saranno circa 200 aretini. Contro l'Unipomezia l'obiettivo sono i tre punti

Meno ansia, più fiducia. La potenza del risultato ha addolcito la settimana dell'Arezzo e spinto quasi duecento persone a comprare un biglietto per Ardea, dove domani si gioca la partita contro l'Unipomezia. Un po' il meteo molto clemente (per le 15 sono previsti circa 30 gradi), un po' l'attesa per una trasferta che, tra lockdown e divieti vari, non si faceva da un anno e mezzo, un po' la bontà della prestazione contro il Trestina hanno ricreato un clima positivo nella tifoseria.

E' vero che gli equilibri sono ancora precari, che i postumi della retrocessione si avvertono nitidamente e che soltanto un filotto di vittorie potrebbe ufficialmente invertire il trend. Però qualcosa è già successo e non era scontato. Ieri mister Mariotti, in conferenza stampa, ha sottolineato con la matita rossa il fatto che, in un girone senza avversari con grande seguito, il tifo amaranto potrebbe rivelarsi decisivo. A cominciare da domani.

Per l'Arezzo, notoriamente condannato a vincere senza se e senza ma, è un'arma in più da sfruttare nel modo giusto. Poi è chiaro che i destini delle partite, e quindi del campionato, si decideranno in mezzo al campo. Già ad Ardea ci sarà un bel banco di prova per una squadra che ha superato a pieni voti l'esame del debutto. Adesso servono conferme da Aliperta e Strambelli, vertici del rombo, ma anche da Colombo in porta e da Mancino nel ruolo di intermedio incursore, da Lomasto nel cuore della difesa e da Sparacello come guastatore d'attacco.

Qualcun'altro invece deve salire di tono. Il riferimento è a Biondi e Sicurella soprattutto, uomini d'esperienza che finora sono andati a corrente alternata e che potrebbero essere in ballottaggio con Marchetti e Panatti per una maglia da titolare. Foggia, punta di diamante della rosa e anche del mercato, sta giocando molto e bene per la squadra ma ancora non l'ha buttata dentro. E per uno che viene da 20 gol segnati a Messina, con annessa promozione, potrebbe diventare un cruccio non facile da gestire. Ma la storia è piena di bomber che per un po' hanno perso feeling con la porta e poi, una volta sbloccati, hanno ripreso a macinare segnature. Quel che conta è creare occasioni, il resto si aggiusterà da solo.

Non sarebbe una sorpresa, comunque, rivedere l'Arezzo con lo stesso undici che ha sconfitto il Trestina, con Cutolo inizialmente in panchina ma pronto a lasciare il segno. Un primo cambio come lui in categoria non ce l'ha nessuno. Anche questa è una risorsa da sfruttare al massimo.

A distanza di sette anni, i colori amaranto torneranno quindi a sventolare su un campo di serie D. L'ultima volta, il 25 maggio 2014, fu ad Agrigento nei playoff con l'Akragas. Domani si ricomincia, un po' più vicino e con lo stesso obiettivo: tornare prima possibile nel calcio che questa piazza, e questa tifoseria, si meritano.

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