rotate-mobile
Calcio

Esperto, competente, vincente. Alla scoperta dell'uomo che deve rilanciare l'Arezzo

Carriera, retroscena e successi di Paolo Giovannini, il direttore generale chiamato ad aprire un nuovo ciclo in amaranto

Classe '64, zero social, Paolo Giovannini è uno che ama parlare ma solo se serve veramente. “In conferenza mi vedrete quando si perde, quindi spero di rado” diceva nei giorni scorsi, rispettando una regola che si è sempre imposto. Il neo direttore generale dell'Arezzo ha vinto tanto ma con poche società: nel tritacarne del calcio di oggi, preferisce la stabilità. A Pontedera in dieci anni ha avuto solo due allenatori, Indiani e Maraia. E le squadre le costruisce d'estate, perché l'inverno serve per i ritocchi e basta.

Giovannini è uno che sa come si vince. A Castelnuovo Garfagnana portò la squadra in C2 con Favarin in panchina. A Massa passò dalla D alla C1 con Indiani. A Lucca fece di nuovo il doppio salto, ancora con Favarin. E a Pontedera è arrivato dalla C2 alla C1 con Indiani. Binomi di ferro, segnale di legami saldi fondati sulla fiducia professionale e personale.

L'Arezzo l'ha scelto perché garantisce identica affidabilità sia in serie D che in Lega Pro. Nella prima ipotesi bisognerà provare a vincere il campionato, nella seconda mettere le basi per un futuro sereno sul piano tecnico e finanziario. Serviranno giovani che tra i dilettanti devono giocare per forza e in C, tramite il minutaggio, portano un bel po' di soldi. Il miracolo Pontedera si basava proprio su questo: qualche over motivato e ragazzi in prestito con appiccicate valorizzazioni da diverse migliaia di euro, tenendo nel giusto equilibrio la competitività della squadra e i bilanci.
Bartolomei, Luperini, Settembrini, Di Noia, Frare, Gonnelli, passati sotto le mani di Giovannini, sono nomi che spiegano più delle parole questo percorso virtuoso.

Il direttore ha una rete di contatti e relazioni personali che rappresentano un tesoretto prezioso. Se c'è un ragazzo di prospettiva e Giovannini chiama, Giovannini il ragazzo lo porta a casa. Amante del 352, modulo che ha caratterizzato il decennio granata, Giovannini lo considerava il sistema di gioco ideale per rendere al massimo. In D però sarebbe diverso. Il neo dg dell'Arezzo ama vivere la partita dalla panchina e tenere tutto sotto controllo, settore giovanile compreso. Alla mano, molto presente, ha dimostrato con i fatti di sapersi adattare a realtà molto differenti tra loro.

La sua vera sfida in amaranto sarà proprio questa: assorbire le pressioni di una piazza delusa dalle ultime annate ma con una grande fame di calcio, diffidente ma entusiasta, disillusa ma attaccata alla sua squadra. E con il centenario dietro l'angolo da festeggiare nel miglior modo possibile.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Esperto, competente, vincente. Alla scoperta dell'uomo che deve rilanciare l'Arezzo

ArezzoNotizie è in caricamento