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Emozionato, entusiasta, vincente. Primo giorno ad Arezzo per Paolo Indiani

Oggi la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore: 433, possesso palla, attenzione ai dettagli. Nello staff anche l'aretino Magi come preparatore dei portieri

Reduce dall'impresa con il San Donato, Paolo Indiani approda in una piazza calda, appassionata, esigente, polemica, da riconquistare dopo due stagioni deludenti. Una bella sfida, fascinosa e insidiosa in egual misura, per chi poteva godersi la serie C in provincia, senza pressioni né assilli.

“La presenza del direttore Giovannini è stata fondamentale – ha detto Indiani ai giornalisti. Ci conosciamo, ci fidiamo l'uno dell'altro ma questo non ci esime dall'ottenere i risultati. Se sarà serie D, ad Arezzo bisognerà vincere e solo vincere. E non è una responsabilità che mi spaventa. Anzi, mi piacerebbe riportare tanti tifosi allo stadio: più gente c'è, meglio è”.

La voce rotta, una piccola pausa prima di riannodare il filo del discorso e spiegare quale tipo di calcio vorrebbe fare ad Arezzo. Anche Indiani, 68 anni e 9 promozioni alle spalle, ha ceduto all'emozione di una conferenza stampa tutt'altro che banale e carica di aspettative, con il presidente Guglielmo Manzo seduto al suo fianco e il dg Paolo Giovannini poco più in là.

Da avversario, è stato una bestia nera. Perse i primi due confronti diretti quando allenava l'Impruneta nella stagione 95/96, quella in cui Cosmi guidò l'Arezzo all'unica promozione amaranto dai dilettanti. Perse 3-0 quando venne al Comunale con il Crotone nel 2007, poi per lui sono state solo soddisfazioni. Vittoria 3-1 alla guida del Foligno in C1 (tripletta di De Paula nel 2009) e poi altri 7 successi e 4 pareggi con Pontedera, Pistoiese, San Donato.

“Qua al Comunale le mie squadre hanno sempre giocato grandi partite – ha detto. E forse è anche per questo che ho sempre aspirato a venirci ad allenare. Contatti ce ne sono stati diversi in passato: alcune volte fu l'Arezzo a scegliere altri allenatori, nell'ultima occasione fui io a dire no. Era il 2016, mi cercò il ds Gemmi ma non me la sentii di lasciare Pontedera e il direttore Giovannini. Evidentemente era solo questione di tempo”.

Carico, sorridente, Indiani ha preso di petto le tribolazioni amaranto quasi con leggerezza, con la corazza che gli deriva dall'esperienza e dal curriculum: “In serie D è probabile che giocheremo 433. E' uno dei moduli che ci consente di attaccare bene, con tanti uomini, e di avere il possesso del pallone. Dovremo scegliere bene gli under perché qua non sarà come a San Donato o Pontedera, dove i ragazzi giocavano, sbagliavano, rigiocavano e risbagliavano senza assilli. Qua sarà diverso”.

E diversa sarà anche la rosa rispetto a quella di quest'anno: “Come valore dei singoli, l'Arezzo era fortissimo. Però è arrivato dietro a noi di 17 punti e dovremo analizzare perché. Da San Donato potrebbe seguirmi qualche giocatore, anche se non c'è nulla di certo: magari preferiscono fare la Lega Pro e non potrei biasimarli. In ogni caso la D si vince con gente di D, senza distinzioni di girone: portare gente di categoria superiore che considera Arezzo un punto d'arrivo non va bene. Arezzo dev'essere un punto di partenza”.

Indiani ha fatto pochi cenni alla possibilità del ripescaggio ma è chiaro che anche lui si tiene uno spiraglio aperto che sarebbe una sorta di manna dal cielo. La ricetta per fare bene non cambierebbe (“se c'è da fare per tre, si lavora per quattro; se c'è da fare per quattro, si lavora per cinque. Il segreto è questo”) e l'attenzione ai dettagli sarà comunque massima.

Non è un caso che stamani, durante il sopralluogo alle strutture, l'allenatore abbia chiesto di adeguare le dimensioni del “Lebole” a quelle dello stadio, allargandolo di un metro e mezzo circa. Un'indicazione che potrebbe spingere la società a rivedere la decisione di interrompere il contratto d'affitto dei campini.

Ufficializzato anche l'ultimo componente dello staff di Indiani: oltre al vice Federico Vettori, al match analyst Paolo Nannizzi e al preparatore atletico Maurizio Pecorari, ne farà parte anche il preparatore dei portieri Massimiliano Magi. Aretino di Monte San Savino, classe '88, aveva già lavorato in amaranto nel settore giovanile.

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