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Cutolo: "Arezzo, ora divertiamoci. Lo zoccolo duro e il lavoro di Indiani i nostri segreti"

Intervista al direttore sportivo: "Risultati oltre le aspettative, giovani in crescita. Ma chi mi ha stupito di più è Guccione. Tra venti giorni, con il presidente e Giovannini, cominceremo a programmare la prossima stagione"

La prima stagione da direttore sportivo potrebbe chiudersi con il dolce epilogo dei playoff, risultato che si è fatto via via più concreto man mano che passavano le giornate e cresceva il rendimento della squadra. Nello Cutolo, dopo un anno da club manager, ha cambiato vestito lavorando fianco a fianco con il dg Paolo Giovannini.

I playoff sembrano a portata di mano adesso. Come gestire questa fase di entusiasmo senza rischiare di andare fuori giri?

Il pericolo non esiste, dentro lo spogliatoio c'è euforia ma anche grande equilibrio. Stiamo bene fisicamente e mentalmente, dobbiamo soltanto cavalcare l'onda e divertirci. Neanche noi sappiamo dove potremo arrivare.

Sabato c'è la Juventus Next Gen. E' più forte o più debole rispetto alla gara di andata?

E' più forte: alcuni ragazzi sono migliorati, hanno messo dentro Sekulov che è molto bravo. E l'Arezzo contro di loro non ha mai vinto in passato. Io giocavo ancora, ci è sempre andata male. Speriamo di sfatare il tabù come successo contro il Pineto.

Che idea ti sei fatto delle squadre B e della protesta dei tifosi che diserteranno lo stadio?

Le seconde squadre offrono un percorso di crescita di grande livello per i calciatori, questo è innegabile. Per la Juve e l'Atalanta, avere una under 23 in Lega Pro è un vantaggio. Per il movimento calcistico in generale, invece, ho molti dubbi. La serie C vive di passione popolare, che le squadre B non hanno. In sette anni se ne sono iscritte solo due, senza contare che giocare in stadi deserti come ad Alessandria è uno schiaffo all'immagine del torneo. Qualcosa secondo me va rivisto.

E i tifosi?

Mi spiace che restino fuori. Danno un grande supporto, non è retorica, e quando non ci sono è tutto diverso. Però rispetto la loro coerenza.

Il vice allenatore della Juventus Next Gen è Mirko Conte. Che ricordo hai di lui?

Quando arrivai ad Arezzo la prima volta, nel 2005, Conte e Carrozzieri formavano una coppia di difensori formidabile. Conte era il capitano, bravo in campo e punto di riferimento fuori. Siamo in contatto, sabato lo rivedrò volentieri.

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Hai mai avuto in carriera un allenatore che utilizzava il turn over in modo massiccio come Indiani?

No. Ma lui ha una visione larga del gruppo, vuole tenere tutti sulla corda e ci sta riuscendo. I risultati gli danno ragione, c'è poco da obiettare, anche perché i ragazzi sono professionali, uniti e in campo si vede.

Perché Castiglia è rimasto l'unico fuori dalle rotazioni e come sta vivendo questo periodo complicato il capitano Settembrini?

Premessa: parliamo di due calciatori con una intelligenza e una cultura superiori alle media. Castiglia ha giocato poco, è vero, ma dentro lo spogliatoio è fondamentale per l'atteggiamento, la professionalità che dimostra. Settembrini è il capitano e sa che nel calcio ci sono momenti buoni e meno buoni. Adesso, anche per motivi tattici, ha ridotto il minutaggio. Ma ritroverà i suoi spazi, è nella logica delle cose.

Catanese, uno degli acquisti di gennaio, è un trequartista, un esterno da 4231, un mediano, una mezz'ala da 433: cosa dici?

La sua storia e il suo percorso raccontano che è perfetto per il 433. Ma ha la grande dote di essere duttile e quindi sa adattarsi a più sistemi. Domenica l'ha dimostrato.

Indiani ha detto che il giovane che è migliorato di più, almeno nell'ultimo periodo, è Gaddini. Sei d'accordo?

Indubbiamente ha fatto dei passi da gigante, anche perché veniva da mesi condizionati dagli infortuni. Ma io dico che può fare molto, molto di più. Aggiungerei Damiani, che ha superato brillantemente l'impatto con la categoria. Nel complesso, siamo contenti di tutti i nostri ragazzi, compreso Trombini che gioca in un ruolo delicato.

C'è qualcuno che vi ha stupito in positivo?

Cito un over e cioè Guccione. Sulle sue qualità non abbiamo mai avuto dubbi, lui è stato bravo a calarsi in un contesto nuovo, a capire le esigenze del mister fino a spingerlo a variare sistema di gioco. Oggi sta facendo la differenza.

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Coccia, Donati, Mawuli, Renzi sono in prestito. L'idea della società è provare a trattenerli tutti?

L'idea di base è quella. Sono giovani, sono di qualità, abbiamo stima di loro. A breve tireremo le somme, credo che nel giro di venti giorni metteremo in tavola le linee programmatiche per la prossima stagione con il presidente e con Giovannini.

Pattarello oggi vale di più o di meno rispetto a gennaio?

Vale di più. Ha segnato altri 2 gol, sta giocando bene, ha fatto uno step importante rispetto alla serie D. Fermo restando che può e deve limare alcuni difetti, allargando i suoi pregi.

In una stagione positiva c'è stato anche qualche innesto che non ha reso secondo aspettative, Kozak per esempio. Cosa non ha funzionato?

Libor è arrivato fuori condizione e non è mai riuscito a trovarla compiutamente perché ha sempre giocato poco, dentro un contesto tecnico e tattico in cui non è riuscito a inserirsi. Può succedere. Come può succedere che uno come Iori chieda di essere ceduto per avere più spazio. Ad Arezzo nessuno può pretendere di giocare sempre per i motivi che abbiamo spiegato prima.

Forte del Sestri Levante è stato a un passo dal venire ad Arezzo a gennaio. E' ancora un obiettivo?

E' stato un obiettivo concreto, questo lo confermo. Se lo sarà pure in futuro, lo decideremo insieme a tutto il resto. Di sicuro è un giocatore con doti evidenti.

Indiani ha un contratto fino al 2025. La sua conferma è scontata, è legata al finale di stagione o dipenderà dai programmi che traccerete per il futuro?

Sono nel calcio da una vita e ho imparato una cosa: al di là del contratto, quel che conta è il confronto con la proprietà a fine stagione. Se i progetti coincidono e siamo sulla stessa linea, si va avanti. Altrimenti si trova una soluzione. Anch'io ho firmato fino al 2025 e pure per me funziona alla stessa maniera. Di sicuro il rendimento della squadra, quest'anno, è andato oltre le aspettative: merito dello zoccolo duro di 14 calciatori che abbiamo confermato e del lavoro di Indiani.

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