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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Coltivazioni green e a chilometro zero. La storia della Compagnia Toscana Sigari

La Compagnia Toscana Sigari si trova a Sansepolcro e, ormai da tempo, è diventata un punto di riferimento per l'intero settore

Per coltivare un buon tabacco, lo stesso che permette di creare sigari d'eccellenza, è necessaria la somma di più elementi. Da una parte ci sono le caratteristiche proprie del territorio, dall'altra quelle conferite dal produttore. In provincia di Arezzo, da decenni si trova una delle più fervide realtà dedite alla genesi di arrotolati made in Italy. La Compagnia Toscana Sigari si trova a Sansepolcro e, ormai da tempo, è diventata un punto di riferimento per l'intero settore. In questo senso, è sufficiente pensare che nel 1997 il Monopolio – Ente Tabacchi Italiano commissionò a uno studio di agronomi - di cui faceva parte l’attuale presidente della Compagnia, Gabriele Zippilli - una consulenza per la produzione eco sostenibile del tabacco Kentucky nel Comune di Anghiari, in Valtiberina.

Sostenibilità a chilometro zero

Come reso noto dalla Compagnia, nel 2015 fu prodotto il primo sigaro Tornabuoni, con l'obiettivo di valorizzare la coltivazione locale e realizzare sigari di altissima qualità in grado di soddisfare le aspettative dei fumatori più esigenti ed esperti. L’immobile in cui si producono i tabacchi è stato recuperato da un vecchio opificio per la cura e la selezione del tabacco; inoltre, la produzione avviene con energia pulita, con le minori emissioni possibili. La coltivazione del tabacco è a chilometro zero, e segue criteri di sostenibilità poiché sono utilizzati bassi input di fitofarmaci; l’uso delle risorse idriche è oculato, sia nel ciclo agricolo che in quello manifatturiero, e la cura del tabacco a fuoco diretto impiega solo legna di quercia dei boschi circostanti. Inoltre il ciclo produttivo inizia e termina in azienda, senza delocalizzazioni all’estero. La realizzazione di tutte le fasi produttive negli stabilimenti di Sansepolcro evita inoltre il ricorso a trattamenti termici. Le confezioni sono realizzate da piccole aziende locali e sono etichettate FSC® (Forest Stewardship Council), un marchio che può essere utilizzato esclusivamente da aziende certificate su prodotti certificati.

Per poter portare avanti questo approccio occorre “una conoscenza approfondita della terra, delle caratteristiche di ogni singolo appezzamento – afferma Zippilli - a seconda della loro composizione, infatti, possiamo ottenere tabacchi molto pesanti, ricchi di forza, nicotina e aromi, oppure tabacchi più leggeri, molto combustibili e meno carichi di forza, ma altrettanto ricchi di aromi”.

Le differenti caratteristiche dei singoli appezzamenti, anche nel medesimo territorio, sono una variabile che prima in Italia non era mai stata considerata in rapporto alla produzione di sigari: occorre, così, studiare l’interazione di ogni specifica varietà con ogni specifico terreno. Grazie a questa varietà del terreno, è possibile proporre “svariati tipi di sigari di alta qualità, ciascuno con una propria personalità, ma tutti prodotti nel più rigoroso rispetto dell’ambiente e del territorio”.

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