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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Turismo ed economia. Cecchetti: “Cambio di prospettiva per la Valtiberina”

"Maggiore coesione fra gli operatori, ossia fare squadra e una componente pubblica che, nel pieno rispetto delle regole, deve fungere da supporto all’iniziativa privata”

Dalle infrastrutture all’economia e al turismo il passaggio è breve: sono tre argomenti strettamente connessi e meritevoli di essere affrontati unitariamente. “La presa di posizione incentrata su economia e turismo è pertanto l’ideale prosecuzione della precedente nota”, precisa Maria Cecchetti, candidata della Lega nella circoscrizione aretina alle regionali del 20 e 21 settembre. “Partendo dal turismo – dice la Cecchetti entrando nello specifico - sembra una frase scontata e banale quella sulla valorizzazione dei nostri patrimoni paesaggistici e della nostra arte, anche se con l’avvicendarsi dei governi regionali e con lo scarso grado di considerazione che hanno riservato alla Valtiberina Toscana banale non lo è assolutamente. Bisognerebbe cercare di creare percorsi e pacchetti in funzione di un turismo più stanziale, capace cioè di trattenere per più giorni i turisti in vallata; ciò è possibile solo valorizzando le eccellenze naturalistiche, culinarie e artistiche, mediante accordi e progetti comuni, condivisi dai diversi operatori posti in diverse categorie settoriali. Un lavoro in rete, quindi. Il secondo aspetto è quello di fare promozione della nostra vallata in forma diretta e indiretta, cosa finora avvenuta in maniera molto limitata. E quando dico promozione diretta, intendo i canali tradizionali, mentre per indiretta intendo quella degli eventi di qualunque genere (culturale, politico sportivo, artistico ecc.) all’interno del nostro territorio, con una disponibilità e un’assistenza da parte delle amministrazioni proporzionale all’importanza e al numero di partecipanti e visitatori che portano in vallata; ciò è fondamentale, perché può produrre un effetto volano esponenziale sulle attività turistiche del nostro territorio. C’è poi una constatazione che ritengo non secondaria: la posizione baricentrica occupata da Sansepolcro e dalla vallata rispetto a centri quali Arezzo, Perugia, Assisi, Gubbio e Urbino; anche la collocazione geografica può giocare in favore di un turismo più stanziale e a scapito del “mordi e fuggi” che continua a imperare: uscita dal pullman, visita al museo e ripartenza immediata, senza nemmeno avere il tempo di consumare un caffè. Non è certo questo il turismo che ci accontenta in una zona ricca di risorse”. Per ciò che riguarda l’economia più in generale, Maria Cecchetti va chiaramente oltre il capitolo turismo: “Non siamo peraltro un territorio a vocazione storicamente turistica – premette la candidata della Lega – e quindi il turismo può ben rappresentare (questo sì) una fetta importante del prodotto interno lordo della nostra vallata, ma da solo non può sicuramente sistemare la situazione economica attuale. Il nostro territorio è geograficamente strategico anche per l’economia e con adeguate infrastrutture può rappresentare uno spartiacque tra la costa tirrenica e quella adriatica, tra il centro e il nord Italia; una E45 tenuta in condizioni adeguate diventa allora la validissima alternativa nei collegamenti da Roma verso il settentrione. Tutto ciò potrebbe trasformare il nostro comprensorio in un’appetibile sede per aziende che operano nel settore della logistica e del commercio, anche se gli investimenti - per rivelarsi attrattivi - hanno bisogno di amministrazioni e apparati burocratici “amici” e non “nemici” e di una politica fiscale favorevole. Diciamo che entrambe le cose, dal punto di vista regionale, non sono state fatte né a livello burocratico, per ottenere permessi e autorizzazioni (vedi molte aziende costrette a localizzarsi nella vicina Umbria), né fiscale, con l’aumento registrato nel 2015 dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive deliberate ogni anno dagli organi regionali), che ha visto un pregiudizio per le nostre aziende rispetto a quelle della vicina Emilia Romagna e delle regioni del Nord Italia di un punto percentuale e in alcuni casi quasi 2 punti percentuali, che in un anno per un ‘azienda di medie dimensioni possono significare decine di migliaia di euro di maggiori uscite finanziarie. Infine, abbiamo visto come le politiche basate sui distretti produttivi siano molto vulnerabili e attaccabili in caso di crisi congiunturali, quindi per le attività produttive dovremmo cercare di puntare attraverso incentivi e figure professionali idonee uscite dai nostri istituti, che permettano di competere in settori dove il “made in Italy” non ha mai conosciuto crisi: artigianato di nicchia, industrie meccaniche di precisione e antichi arti e mestieri. Se dunque vogliamo sperare in un futuro economico ricco di prospettive concrete – conclude la Cecchetti - dobbiamo cambiare impostazione: maggiore coesione fra gli operatori, ossia fare squadra (mi riferisco in particolare al turismo) e una componente pubblica che, nel pieno rispetto delle regole, deve fungere da supporto all’iniziativa privata”. 

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