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Distacchi acqua alle famiglie aretine, il caso finisce in parlamento con interrogazione della Gagnarli

Chiara Gagnarli e Federica Daga hanno preparato l'interrogazione parlamentare sui distacchi di acqua alle famiglie aretine da parte di Nuove Acque. L'interrogazione è diretta al presidente del consiglio Matteo Renzi ed al ministro della salute...

Chiara Gagnarli e Federica Daga hanno preparato l'interrogazione parlamentare sui distacchi di acqua alle famiglie aretine da parte di Nuove Acque. L'interrogazione è diretta al presidente del consiglio Matteo Renzi ed al ministro della salute Beatrice Lorenzin. Il testo integrale:

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della salute — Per sapere – premesso che:

l'acqua, come ribadito dall’Onu e dal Parlamento europeo, è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile, universale e indivisibile, che si annovera fra quelli di cui all'articolo 2 della Costituzione;

da alcuni anni i gestori del servizio idrico integrato hanno intrapreso la esecrabile pratica dei distacchi delle utenze come segnalato da molti articoli apparsi sulla stampa

uno di questi casi è accaduto ad Arezzo, dove la società di gestione, Nuove Acque spa, ha proceduto all’interruzione del servizio di distribuzione idrica di diverse utenze durante i mesi di febbraio e marzo 2016, a danno di alcuni cittadini aretini che si erano autoridotti la bolletta dell’acqua, aderendo alla campagna denominata “Obbedienza Civile” promossa dal Comitato Acqua Pubblica di Arezzo, omettendo il pagamento delle somme imputate da Nuove Acque alla componente delle fatture relative alla remunerazione del capitale investito, componente abrogata con il referendum del 12 e 13 giugno 2011, il cui esito venne sancito dal D.P:R. n. 116 del 18 luglio 2011;

Nuove Acque S.p.A. gestisce dal 1999 il servizio idrico integrato nell’A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) n. 4 Alto Valdarno, che comprende 31 Comuni della provincia di Arezzo e 5 della provincia di Siena. La società ha capitale misto diviso tra soci pubblici (53,84%), tra cui 35 Comuni del Valdarno e la Provincia di Arezzo, e il socio privato (46,16%), Intesa Aretina Scarl, tra cui figurano Banca Etruria e Monte dei Paschi;

la Legge n° 221/2015 riconosce al cittadino, anche se moroso, il diritto al quantitativo minimo di acqua definito come vitale in quanto necessario al soddisfacimento dei bisogni fondamentale, pertanto, le sospensioni dell’erogazione dell’acqua, minacciate e messe in atto da Nuove Acque, si configurerebbero come atti arbitrari dei quali l’azienda potrebbe essere chiamata a rispondere davanti all’Autorità Giurisdizionale competente;

in conseguenza dei primi distacchi, in data 25 marzo 2016, il Comitato Acqua pubblica di Arezzo, riconosciuto dal TAR Toscana come idoneo e rappresentativo interlocutore con le autorità in ordine alla corretta applicazione della normativa vigente in materia di erogazione del servizio idrico, pertanto legittimato ad agire in giudizio a tutela di tali interessi, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo, per evitare l’illegittima sospensione di altre forniture idriche ovvero la minaccia di tale sospensione.

All’esposto del Comitato, in data 31 marzo sono seguite quattro denunce da parte di altrettanti cittadini ai Carabinieri di Arezzo, a cui si aggiungono due ricorsi d’urgenza del giorno precedente, presentati da altri privati cittadini che si trovano nella stessa situazione;

il sindaco di Arezzo Ghinelli ha ritenuto opportuno scrivere all’Autorità idrica Toscana affinché interrompesse la pratica dei distacchi messa in atto da Nuove Acque spa nei confronti degli utenti aderenti alla campagna di obbedienza civile;

il Comitato Acqua Pubblica tiene a precisare che riguardo al contestato mantenimento in tariffa della componente abrogata dal referendum del 2011 è tuttora pendente ricorso in appello presso la Sesta Sezione del Consiglio di Stato (Registro Gen. 5940/2014), in attesa del parere tecnico preliminare alla Sentenza che dovrebbe essere fissata entro il secondo trimestre 2016;

la Società di gestione Nuove acque spa, da parte sua, sostiene di essere mossa da un rigido quadro normativo deciso dalle autorità competenti che la obbligherebbe a recuperare nel tempo i mancati ricavi, spalmandone il debito sul totale dell’utenza, col rischio che le iniziative dei cosiddetti “obbedienti” vadano a colpire l’intera collettività;

quali iniziative intende intraprendere la Presidenza del Consiglio alla luce dei fatti esposti in premessa per garantire a tutti i cittadini il diritto al quantitativo minimo indispensabile di acqua, ovvero 50 litri al giorno per persona, considerati un diritto inviolabile, universale e indivisibile, che si annovera fra quelli di cui all'articolo 2 della Costituzione, riconoscendone la peculiarità di «bene comune» non assoggettabile a meccanismi di mercato;

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