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Bagarre sagre, Bracciali: "Commissione per costoliccio e sughi, invece che per legalità e trasparenza"

Una fine giornata infuocata si è consumata tra gli uffici dell'assessorato alle attività produttive del Comune di Arezzo ed il piazzale Amintore Fanfani alla ex Cadorna. Mentre nel palazzo comunale era riunita la commissione sagre nel parcheggio...

Una fine giornata infuocata si è consumata tra gli uffici dell'assessorato alle attività produttive del Comune di Arezzo ed il piazzale Amintore Fanfani alla ex Cadorna. Mentre nel palazzo comunale era riunita la commissione sagre nel parcheggio sottostante rappresentanti delle sagre aretine presidiavano in protesta contro le valutazioni dei membri della commissione. Al tavolo insieme all'assessore Comanducci, quattro esponenti della maggioranza come Meri Cornacchini di OraGhinelli, Francesco Macrì di Fratelli d'Italia, Federico Scapecchi di Forza Italia e Alessandro Casi della Lega Nord, due dell'opposizione Matteo Bracciali del Partito Democratico e Paolo Lepri del Movimento Cinque Stelle, due per le categorie economiche come Valeria Alvisi di Confesercenti e Catiuscia Fei di Confcommercio ed infine un membro del Comitato Sagre, il portavoce Flavio Sisi.

sagre-contestazione2Al centro del contendere il menù che per regolamento, le sagre aretine hanno dovuto presentare alla commissione, insieme all'interno progetto della festa paesana, per essere più o meno approvato. E quando la commissione ha finito i lavori gli organizzatori hanno inveito contro i membri della commissione che uscivano dall'ufficio, sono volate anche parole pesanti, all'indirizzo dell'assessore e di chi aveva votato a favore dello cambiamento del menù. Distanti le posizioni all'interno della commissione e che rimangono tali anche dopo una notte che potrebbe essere servita per rifletterci sù. Questa quella di Matteo Bracciali:

bracciali_matteo2"Ho proposto che si cominciasse l'applicazione del regolamento con il sindaco che chiedesse informazioni all'agenzia delle entrate per togliere dubbi su chi organizza le sagre, dovevano essere la ricerca di legalità e trasparenza le finalità di questo regolamento che poi è stato travisato. Siamo stati in commissione a disquisire di cottura di costoliccio e di sughi per i maccheroni invece che di aspetti ben più importanti. Vietare la pizza poi, a meno di un mese dall'inizio della prima festa paesana è come togliere una delle pietanze principali che serve soprattutto alle famiglie con bambini e per aggregazione. Così passa il messaggio che non si vuole fare un percorso insieme alle sagre, ma una forzatura, non si può pensare di cambiare il sistema sagre in un mese soprattutto con un atteggiamento che le esclude e fa percepire loro solo una volontà di ucciderle. La mia proposta, che è stata bocciata, era per un anno di transizione, lasciando per questa estate i menù come erano, ma allo stesso tempo lavorando per il prossimo anno con le sagre verso la tipizzazione del prodotto ed in un percorso di trasparenza e legalità. Insomma il conflitto si poteva evitare, così come si poteva evitare la contrapposizione tra gli organizzatori delle sagre ed i ristoratori che giustamente chiedono di non subire la concorrenza sleale. Non è sleale fare la pizza o il costoliccio."

sagre-contestazione4A prendere posizione anche Paolo Lepri:

paolo-lepri4Che le sagre necessitassero di una regolamentazione era necessario e doveroso. Ma dobbiamo anche riconoscere che le sagre paesane fanno parte del folclore e delle tradizioni del territorio, svolgono importante funzione di aggregazione sociale. Attraverso le sagre si finanziano attività sportive e ricreative che non potrebbero altrimenti sopravvivere, che creano a loro volta un indotto con risultati positivi sia per i ristoranti che per le pizzerie e gli albergatori. Senza considerare i benefici per i negozianti di articoli sportivi. Dunque, se la fonte di guadagno per le sagre è la ristorazione, limitando il menù si mette in crisi la loro riuscita e conseguentemente ciò che ne deriva. Questo è un dato di fatto. Tuttavia, l’intento della commissione sagre che si è riunita è stato uno soltanto: abolire le pizze. Sia il sottoscritto che il rappresentante del comitato sagre, Flavio Sisi, abbiamo chiesto di comprendere nel menu almeno la classica margherita, per venire incontro alle richieste di molti giovani, bambini o donne, che notoriamente hanno meno appetito di un uomo. La margherita è comunque un’alternativa alla carne. Ma il presidente della commissione Francesco Macrì, metaforicamente parlando, ha indossato il cappello da pizzaiolo e con il mattarello in mano ha preteso che dal menù di qualsiasi sagra venisse bandito questo piatto, che non rientrerebbe nelle tipicità del prodotto aretino. Imponendo altresì non più di due primi e non più di due secondi.

Poi Lepri racconta il momento della votazione:

I diktat di Macrì sono stati favorevolmente accolti, come normale che fosse, dalle rappresentanti Confesercenti, Confcommercio e dai consiglieri comunali Cornacchini (OraGhinelli) e Casi (Lega). Contrari: il sottoscritto, Bracciali e Sisi. Si è astenuto Scapecchi (Forza Italia). I rappresentanti di categoria hanno dimostrato di non rendersi conto di quanto indotto porta ai loro associati il ricavato delle sagre. Ritengo invece che gli amministratori comunali debbano svolgere un ruolo di mediatori tra gli interessi degli esercenti, quelli degli organizzatori delle sagre e quelli degli cittadini. Personalmente ritengo di avere adempiuto al mio dovere, mentre credo che alcuni miei “colleghi” si siano dimenticati che rappresentano tutti gli aretini e non solo una categoria economica, a vantaggio inoltre delle sagre dei comuni limitrofi. Anche ieri, dopo l’uscita forzosa del pubblico dal consiglio comunale, abbiamo assistito a un’altra pagina nera.

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