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The Conjuring - Il caso Enfield. Voto 6,5

Se dovessi dividere i registi in sole tre categorie mi piacerebbe immaginarli così: Chi svolge semplicemente il suo compito senza un minimo di personalità. Chi non ama il rischio ma da bravo “artigiano” della macchina da presa sa mettere il suo...

Se dovessi dividere i registi in sole tre categorie mi piacerebbe immaginarli così:

Chi svolge semplicemente il suo compito senza un minimo di personalità.

Chi non ama il rischio ma da bravo “artigiano” della macchina da presa sa mettere il suo tocco ad ogni pellicola.

Ed infine, i più rari, chi se ne sbatte degli incassi e di piacere un po' a tutti ma preferisce dare forma alla propria creatività senza compromessi.

Credo che James Wan, oggi, sia un ottimo esempio di regista appartenente alla seconda categoria.

Il suo cinema infatti è ormai ben collaudato da tempo e il suo talento riconosciuto da critica e pubblico, gli incassi stanno lì a confermarlo.

Lui è uno di quelli che non osa, uno di quelli, appunto, che non amano il rischio, ma a differenza dei colleghi della prima categoria, quelli annoiati che si fermano al minimo sindacale per portare a casa la pagnotta, Wan ha perfezionato negli ultimi 15 anni una regia calibrata capace di giocare con trick visivi, movimenti di macchina e inquadrature ricercate che donano di fatto ai suoi film un inconfondibile firma e, ormai è il caso di dirlo, una garanzia di qualità.

Tutto è cominciato nel 2000 con Stygian, esordio di Wan inedito da noi in cui a recitare c’è anche l’amico Leigh Whannell, fondamentale per il salto nelle carriere di entrambi.

Alcuni anni dopo infatti, nel 2004, Wan e Whannell portano in sala una loro vecchia sceneggiatura, Saw.

Il successo non tarda ad arrivare e di li a breve i due amici diventeranno produttori esecutivi di uno dei franchise horror più longevi e remunerativi del cinema.

Nel frattempo James dirige Dead Silence, horror che mette le basi per i successivi, e Death Sentence, interessantissimo revenge movie con protagonista Kevin Bacon.

Il regista malese continua a contare soldi azzeccando film su film, nessuno estremamente originale ma tutti con qualcosa di particolare.

Poi dall’incontro con i due Re Mida del new horror americano, Jason Blum e Oren Peli, e da una sceneggiatura ancora di Whannell, esce fuori Insidious, probabilmente il film che più di tutti ha contribuito proprio a questa nuova ondata di horror made USA.

Nel 2013 la regia del primo The Conjuring, il seguito di Insidious e due anni dopo quel tanto chiacchierato Fast & Furious 7, capace di frantumare record di incassi in tutto il mondo.

James Wan pare inarrestabile e si sa, formula che funziona non si cambia, così anche il seguito del fortunato The Conjuring arriva nelle nostre sale.

I coniugi Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga), due demonologi, dopo le vicende di Harrisville, Rhode Island, si trovano questa volta a dover indagare su di un caso che li porta molto lontani da casa, più precisamente ad Enfield, Londra, uno di quei quartieri della working class.

Qui, Peggy Hodgson (Frances O'Connor), madre single con quattro figli, Janet, Margaret, Johnny e Billy, cerca di tirare avanti la baracca con enormi difficoltà, tra bollette da pagare e il cibo che spesso scarseggia.

Nonostante tutto i cinque sembrano aver trovato equilibrio e forza proteggendosi a vicenda.

Tutto cambia quando Janet e la sorella maggiore Margaret si mettono a giocare con una tavola Ouija.

Manco a dirlo di lì a poco qualcosa di pericoloso ed oscuro entra a fare parte delle loro vite, qualcosa che tenterà di possedere proprio la piccola Janet.

Il caso attira un discreto interesse mediatico e la possibilità che gli eventi paranormali siano tutta una montatura pare dietro l’angolo.

Ancora una volta Wan & Co. cercano di dare credibilità e senso all’ormai inflazionato “tratto da una storia vera”.

C’erano riusciti con il primo The Conjuring che fece conoscere anche a i meno appassionati chi fossero i Warren, quelli veri intendo, e anche questa volta il film si ispira ad uno dei loro controversi casi.

Sensa girarci troppo attorno la paura che questo seguito venisse più da necessità produttive, visto il successo del primo, che dalla voglia di tentare qualcosa di nuovo sull’argomento “casa infestate e possessioni”, era praticamente quasi scontato, ma la presenza di James Wan, che porta comunque avanti qualcosa che aveva iniziato, fa si che il film goda di elementi caratteristici della sua filmografia.

I movimenti sinuosi della macchina da presa tornano come nelle sue precedenti opere a carattere orrorifico, anche se qui pare tutto meno inspirato, a cominciare proprio dalla sceneggiatura.

Essere orginali ancora oggi quando si parla di possessioni è alquanto complicato, per di più James Wan fa parte della seconda categoria di registi (ricordate?), i bravi artigiani ma che non amano rischiare.

Il risultato è quindi un film riuscito a metà.

Numerosi sono i momenti “ok”: l’ambientazione anni ‘70 (impagabile la gioia di vedere vecchi registratori a nastro, tv e telecomandi ormai vintage e grosse telecamere “portatili” antidiluviane), le musiche, lo spirito malvagio di turno (dall’aspetto di una suora indemoniata abbastanza accattivante e spaventosa) e poi ovviamente gli omaggi ad un certo cinema di genere, qui rivisti in chiave moderna.

Quello che manca però è appunto la voglia di osare.

Rimanendo sempre sui binari stabiliti dal primo capitolo, il film tende ad annoiare in più punti, complice anche la durata di 133 minuti, anomala per una pellicola di genere, e la poca fantasia in fase di scrittura.

Nella parte centrale la vicenda si dilata eccessivamente lasciando spazio a situazioni che potevano essere raccontate in maniera molto più sbrigativa.

Persino i momenti di spavento sono molto meno originale del solito.

Probabilmente, un pò come accaduto al seguito di Insidious, The Conjuring - Il Caso Enfield soffre in una certa misura del confronto con il primo capitolo.

Detto questo, pur non avendo brillato in quanto ad originalità, Wan resta un regista concreto che sa il fatto suo, capace di maneggiare il cinema di genere e renderlo commestibile a tutti, appassionati dell’horror e spettatori occasionali.

Quindi una pellicola al di sopra della media di molte produzioni hollywoodiane simili, anche quando queste, e i registi che ne sono al timone, si ritrovano con budget considerevoli ma poi sfruttati in modo pessimo.

Voto: 6.5/10

The Conjuring - Il caso Enfield (The Conjuring 2, USA, 2016)

Regia: James Wan.

Sceneggiatura: James Wan, Chad e Carey Hayes, David Leslie Johnson

Cast: Patrick Wilson, Vera Farmiga, Madison Wolfe, Frances O'Connor, Lauren Esposito, Benjamin Haigh, Patrick McAuley, Simon McBurney, Franka Potente, Bob Adrian, Robin Atkin Downes, Simon Delaney, Shannon Kook, Maria Doyle Kennedy, Bonnie Aarons, Javier Botet, Steve Coulter, Abhi Sinha, Chris Royds, Sterling Jerins, Daniel Wolfe, Annie Young, Elliot Joseph, Debora Weston, Cory English, Joseph Bishara, Emily Tasker, Kate Cook, Carol Been, Holly Hayes, Lance C. Fuller, Jennifer Collins e Thomas Harrison

Film al cinema

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