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Ten Talking Points - 10 motivi per cui è obbligatorio leggere il libro di Scanzi

Benvenuti a Ten Talking Points l'unica rubrica di Arezzo Notizie che durerà una sola puntata perché parla del romanzo di Andrea Scanzi ("I migliori di noi") e che per questo può permettersi di chiamarsi come quella di Andrea Scanzi sul Fatto...

Benvenuti a Ten Talking Points l'unica rubrica di Arezzo Notizie che durerà una sola puntata perché parla del romanzo di Andrea Scanzi ("I migliori di noi") e che per questo può permettersi di chiamarsi come quella di Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano senza il rischio di denunce per plagio.

I dieci motivi per cui è obbligatorio leggere "I migliori di noi"

1. Perché pure se siete arrivati -esimi a leggere il libro (come me) e intanto v'hanno già raccontato tutto ("Lo sai, Scanzi ha scritto di quel fatto realmente accaduto?", "Ti rendi conto, ha citato tizio!", "Ah, che poi quel personaggio lì esiste veramente", etc.) vi stupirà.

2. Perché, a regola, siete lettori di Arezzo Notizie, ergo aretini. E l'aretinità sgocciola dal libro come marmellata da un cornetto lasciato troppo nel microonde (non tutti sanno fare metafore azzeccate come Scanzi, va bene? Sì, una volta ho dimenticato un cornetto alla marmellata nel microonde. E sì, i cornetti nel microonde diventano flaccidi, vanno scaldati nel fornetto. Ora lo so. Posso andare avanti?).

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3. Perché nella seconda parte di libro ci sono riflessioni che fanno vibrare l'anima.

4. E quando metabolizzi che un certo passaggio è proprio bello, dici: mannaggia, io non scrivo così bene. E allora un po' ti deprimi. In compenso, nel libro sono citati ottimi vini e distillati per combattere amarezze d'ogni genere.

5. Perché la storia è fluida, divertente e il libro si legge d'un fiato, anche per chi non ha mai preso in mano un volume dalla scoperta di Gutenberg. Aggiungo, ci sono dei paragrafi brevissimi. L'ideale per non perdere il filo, pure se uno trova solo 10 minuti al giorno per leggere.

6. Perché c'è una mappa nascosta, come quella di un tesoro. La mappa de “I migliori di noi” è quella dei locali aretini. Tanti, tantissimi. Alcuni citati con più frequenza, altri meno. Ci sono quelli di oggi e quelli di ieri. C'è il Morini, ci sono i Costanti, c'è il Crêpes de Lune, ci sono il Crispi's e la Toasteria. Alcuni sono luoghi del cuore, come il Lievito Madre, il Tuscanative, il Coffe o'Clock: l'autore ne parla a lungo e i personaggi che li popolano esistono veramente.

7. Perché Scanzi fa incetta di formule fisse tipo Omero nell'Iliade. Come Achille è invariabilmente “pie' veloce”, così il Martorini è sempre "temibile"; oppure c'è il locale dove il vino è continuamente "strano ma buono". E per chi, come me, all'uscita dal lavoro non si ricorda dove aveva parcheggiato la macchina la mattina, è un aiuto mica da poco.

8. Perché a pagina 72 c'è "il Cialini".

9. Perché è davvero curioso intravedere l'affilata penna del Fatto sciogliersi in acquerello per colorare una tela di personaggi. E se non ci sono sconti nelle scrittura dell'inflessibile giornalista, in quella del romanziere traspare l'indulgenza, a tratti l'amore, per i personaggi modellati. Lungi dall'essere un Lenny Kravitz (duro dal cuore di panna) da tastiera, Scanzi tradisce l'affetto del creatore per i suoi Adamo ed Eva: indaga l'animo umano, scopre piccoli e grandi peccati, ma lo sguardo resta bonario. E se i potenti dei suoi articoli vanno alla gogna, c'è comprensione per i povericristi del romanzo. Non un'assoluzione plenaria, ma una sottile pietas che restituisce al lettore un'esistenziale sospiro d'ovatta, sospeso tra conforto e disillusione.

10. Perché... Leggetelo! Così magari mi evitate davvero la denuncia per plagio. Grazie.

@MattiaCialini

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