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Maggiolata, Calimero protagonista del carro di Porta San Giusto

Ci sono molte ragioni per declinare le tante opportunità offerte dal tema unico scelto per l'edizione n. 81 della Maggiolata Lucignanese. C' è persino il rischio di scadere nell'ovvio, di rifugiarsi nella banalità o nella riproposizione di idee in...

Ci sono molte ragioni per declinare le tante opportunità offerte dal tema unico scelto per l'edizione n. 81 della Maggiolata Lucignanese. C' è persino il rischio di scadere nell'ovvio, di rifugiarsi nella banalità o nella riproposizione di idee in qualche modo scontate.

Porta San Giusto – dopo un triennio consecutivo fatto di vittorie nella specialissima graduatoria di merito della Festa dei fiori – ha deciso quest'anno di interpretare “Carosello” (il tema comune a tutti i Rioni) con la costruzione di un carro ancora una volta in grado di accendere emozioni e stupore per la complessità realizzativa e per il nesso evidente con una cifra stilistica che da qualche anno a questa parte fa di questo Rione un oggettivo punto di riferimento.

“Carosello”, il favoloso contenitore di pubblicità prodotto dalla RAI, trova dunque un approdo sicuro nella sperimentata capacità di questo Rione di rivisitare sogni e visioni in un contesto altrettanto speciale come può essere la costruzione di un carro allegorico.

Stefano Cresti, il vulcanico Presidente di Porta San Giusto, che è anche insieme a Katia Petruzza e Luca Tedeschi il progettista ha voluto in questa occasione rivisitare in forma assolutamente originale l'epopea di uno dei personaggi più amati di “Carosello”, ovvero Calimero. Il pulcino più famoso della pubblicità italiana è qui immortalato nella sua immagine classica, ovvero completamente nero, in testa l'uovo da cui si è schiuso. La veridicità con cui il cantiere nero-bianco ha riprodotto Calimero è davvero sconcertante, così come la grande tinozza in cui il pulcino è immerso, pronto a lavarsi dopo essere caduto in mezzo alla fuliggine o al fango..

Vogliamo sommariamente ricordare che nei numerosi spot trasmessi in TV, Calimero affronta una serie di avventure in cui - nonostante il suo stato iniziale di "brutto anatroccolo" abbandonato dalla famiglia ed esposto alle cattive compagnie - non sempre il bene e la verità trionfano, nonostante la sua buona fede ed onestà. A riscattarlo alla fine è la bontà dell'olandesina della Mira Lanza, dimostrando che Calimero non è nero, è solo sporco!. Il link si esplicava con il celeberrimo slogan Ava, come lava! Aggiungiamo poi che per ironia della sorte il pulcino declina perfettamente i colori del Rione!

La stessa tinozza che contiene il pulcino è un segno molto preciso dell'attenzione riservata al rispetto della tradizione, mettendo in mostra le doghe in legno alternate da spazi fioriti. Bolle di sapone fuoriescono dalla tinozza dando opportunamente l'idea di un bagno salutare e creando una sorta di magico incanto in questa particolare scansione del carro.

Il carro si presenta in verità con la riproposizione dei celebri siparietti della sigla originaria di "Carosello", che anticipavano sostanzialmente il programma televisivo. Ecco quindi le due soubrette, così come gli orchestrali che precedono la sigla "Carosello", qui realizzata seguendo con ricercato rigore l'aspetto originale.

Dietro la scena centrale, occupata dal grandioso Calimero, si erge maestoso il fustino AVA, contenente il detersivo necessario a lavare il pulcino e – grazie allo spot – divenuto bene di consumo molto apprezzato e diffuso a partire dai primi anni '60.

Si tratta – a ben vedere – di una sorta di metamessaggio che il Rione Porta San Giusto ha voluto inserire nel carro di quest'anno, riprendendo peraltro una felice e fortunata consuetudine che ha caratterizzato le ultime uscite: il valore straordinario della comunicazione nel campo della pubblicità. Valore che ha cambiato radicalmente abitudini e stili di vita di milioni di famiglie italiane. La stessa strepitosa idea di creare una sorta di ingresso nella parte retrostante del fustino (il cui ruolo nell'ambito meramente progettuale del carro è quello di assumere le sembianze di una pregevole quinta teatrale) conferma appieno questa tesi. La porta che si apre nel retro del fustino con la presenza di persone che si accingono a varcarla è un richiamo per niente scontato al potere persuasivo della promozione pubblicitaria.

Ancora una volta il cantiere nero-bianco riesce nell'intento di stupire con un modulo interpretativo di grande raffinatezza. Una conferma ulteriore di un approccio coerente con lo spirito e i valori di una festa come la Maggiolata che ogni anno si rinnova senza staccare la spina dai suoi canoni fondativi.

Stefano Cresti e Sara Violi (la vice presidente) puntano con qualche ragionevole fondamento al poker di vittorie consecutive.

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