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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cultura

Lion - la Strada Verso Casa. Voto 7

Presentato all'11°Festa del cinema di Roma, nella selezione ufficiale e in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival del 2016, classificandosi al 2º posto al Premio del Pubblico, Lion - la Strada Verso Casa è il lungometraggio...

Presentato all'11°Festa del cinema di Roma, nella selezione ufficiale e in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival del 2016, classificandosi al 2º posto al Premio del Pubblico, Lion - la Strada Verso Casa è il lungometraggio cinematografico d’esordio di Garth Davis.

Basato sul libro di memorie “La lunga strada per tornare a casa”, il film racconta la storia vera di Saroo Brierley, autore anche del libro.

Saroo (interpretato da un gigantesco Sunny Pawar che appare per la prima volta in un film) ha cinque anni e vive in un piccolo paesino dell’India con la famiglia: la madre, la sorellina e il fratello maggiore Guddu.

Sono poveri e la madre analfabeta non riesce a portare a casa quello che basta anche solo per mangiare.

Guddu e Saroo cercano così di racimolare qualcosina rubando carbone da rivendere o ispezionando carrozze ferroviarie nella speranza di trovare qualche moneta caduta.

Proprio durante una di queste notti, Saroo, mentre aspetta il ritorno del fratello, sale in un vagone e si addormenta. Al suo risveglio il treno è già in viaggio, un viaggio lungo che lo porta fino a Calcutta a 1600 chilometri di distanza.

Saroo è spaventato e solo. La città pare rifiutarlo quasi fosse un alieno. Non parla bengalese e nessuno riesce a capire da quale villaggio dell’India arrivi.

Finisce in un orfanotrofio e un anno dopo adottato da una coppia di Australiani.

Per Saroo inizia così un altro viaggio questa volta verso la Tasmania dove lo attende la sua nuova famiglia, ma qui, il destino, avrà in serbo ancora molto altro per lui.

Lion inizia così, come iniziava The Millionaire di Danny Boyle, mostrandoci quella parte dell’India estremamente povera ma di una povertà vitale.

La famiglia di Saroo infatti a stento riesce a nutrirsi ma i sorrisi nei loro volti hanno un’energia contaminante sorprendente, grazie anche alla naturale e straordinaria interpretazione dei tre.

Abituati troppo spesso a vedere al cinema storie di fratelli che si odiano, assistere al rapporto che c’è tra Guddu e Saroo nonostante le loro difficili condizioni di vita, è qualcosa di meraviglioso.

Non a caso il film si sofferma molto sulla parte dedicata al piccolo Saroo in India. Quello che poteva essere raccontato in pochi minuti finisce per prendere buona parte del film e per essere anche quella più riuscita. La regia nelle fasi iniziali in cui Davis osserva da vicino le difficoltà affrontate da Saroo, è più dinamica ed ansiogena della seconda parte.

Arrivati in Australia abbiamo giusto il tempo di conoscere i genitori adottivi Sue e John Brierley

(Nicole Kidman e David Wenham) e l’arrivo, sempre dall’India, del nuovo fratello Mantosh (Divian Ladwa).

Poco dopo, e con un salto di venti anni, troviamo Saroo cresciuto con il volto Dev Patel inserito in quella che pare essere una vita serena: genitori gentili, una ragazza, Lucy (Rooney Mara) e la possibilità di una futura carriera lavorativa.

Sarà una banale chiacchierata tra amici a risvegliare quel vuoto che Soroo si porta dietro da tutti questi anni, quel vuoto lasciato dalla sua vera famiglia, da quelle origini della sua terra natia così lontana.

Un vuoto che pare scavare sempre più a fondo tanto da mettere a repentaglio lo splendido rapporto con la madre adottiva e con Lucy. Saroo è smarrito, sa dove sta andando ma non da dove è arrivato.

Questa origine incerta e mai realmente esplorata lo porterà ad intraprendere un ennesimo viaggio che lo spingerà alla ricerca delle proprie origini e di se stesso, ma anche del proprio futuro.

Ad aiutarlo verranno incontro anche le nuove tecnologie come Google Earth con il quale, aiutato dai flebili ricordi, cercherà di ritrovare la stazione in cui si è perso e di conseguenza il piccolo paesino dell’India per poter finalmente riabbracciare la sua vera famiglia.

Lion non nasconde di essere uno di quei film intenzionati a toccare profondamente l’emotività dello spettatore. A conti fatti non c'è niente di male, dopo tutto un horror può dirsi riuscito se mette paura così come un dramma di questo genere lo è quando strappa qualche lacrima.

Garth Davis racconta una storia vera con una regia pulita che mai va a sovrastare o ad appesantire quello che mostra, lascia che siano gli eventi stessi ad essere protagonisti, accompagnati dalle musiche di Volker Bertelmann e Dustin O'Halloran.

Peccato che non tutto sia ben lubrificato e alcune scelte in fase di scrittura ci sono sembrate sbagliate o sbrigative, come l’uscita di scena di alcuni personaggi (su tutti il fratello adottivo Mantosh che avrebbe meritato un approfondimento maggiore), lo stucchevole dialogo della Kidman su di una sorta di “vocazione/missione” per le adozioni e il momento in cui Saroo capisce di voler ritrovare la propria famiglia, decisamente troppo frettoloso e con un espediente francamente debole ed ingenuo.

Lion resta comunque una storia vera, una storia di speranza, un viaggio di circa due ore che vale la pena essere visto e vissuto.

Voto: 7/10

Lion - la Lunga strada verso Casa (drammatico, Usa, 2016)

Regia: Garth Davis

Sceneggiatura: Luke Davies

Cast: Nicole Kidman, Dev Patel, Rooney Mara, David Wenham, Divian Ladwa, Priyanka Bose, Pallavi Sharda

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