rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Cultura

Il rione Via dell'Amore regala emozioni colorate alla Maggiolata lucignanese

È difficile pensare che un carro allegorico, ancorché ricoperto da migliaia di garofani e di altre raffinate essenze, possa da solo descrivere in forma davvero compiuta il fascino di una manifestazione come la Maggiolata. In realtà, pochi eventi...

È difficile pensare che un carro allegorico, ancorché ricoperto da migliaia di garofani e di altre raffinate essenze, possa da solo descrivere in forma davvero compiuta il fascino di una manifestazione come la Maggiolata. In realtà, pochi eventi come la festa dei Fiori di Lucignano riescono a far rivivere emozioni e a suscitare stupore grazie alla straordinaria capacità realizzativa e all'estro dei cantieristi.

Per mesi e mesi, uomini e donne, giovani e anziani della comunità locale vivono in perfetta comunione di intenti nell'allestimento di carri allegorici pronti poi, una volta finiti, alla sfilata per le vie del centro storico e alla singolar tenzone per conquistare il Grifo d'Oro, simbolo perfetto di una supremazia nel contesto della Maggiolata.

Nel Rione Via dell'Amore, la voglia di stupire, il desiderio di suscitare sensazioni molto forti è un vero e proprio imperativo. È quello che si definisce spesso il forte elemento compulsivo di dare il meglio di se stessi, non tanto per superare eventuali altri concorrenti ma per contribuire al felice esito di un progetto promosso e condiviso. Il carro di questo Rione è per l'appunto il perfetto risultato di una precisa idea di appartenenza ad una comunità che vive in funzione di un amore così profondo ed avvertito. Visitando il cantiere giallo rosso si avverte fortissimo questo legame tanto stretto con l'obbligo annuale di un rispetto totale per le tradizioni che hanno fatto grande la storia di Lucignano e della sua gente.

Ci accoglie il presidente Samuele Olivi, capo di un rione che fa della condivisione il suo pedigree più autentico. È evidente l'impegno comune, fatto di tanta passione e di continui sacrifici in nome di una speranza gelosamente custodita: fare bella figura, offrire momenti di stupita ammirazione al grande pubblico della Maggiolata in occasione delle tre canoniche sfilate e poi, ma solo in seconda battuta, puntare al bersaglio grosso: la vittoria assoluta. Il cantiere è un brulicare di persone impegnate come vere e proprie formichine nel definire dettagli costruttivi e risolvere piccole o grandi criticità che inevitabilmente si presentano in occasione della costruzione di un carro allegorico.

Per rispettare degnamente il tema scelto quest'anno ("80 anni di Maggiolata"), il cantiere giallo rosso propone una idea fortemente legata a quel grande patrimonio culturale rappresentato dalla festa e dalla sua lunga, luminosa storia.

"Potevamo celebrare l'anniversario con la riedizione di qualche idea sperimentata in tante precedenti edizioni, magari attualizzandola rispetto ai canoni attuali, più inclini a forme di spettacolarizzazione estrema." ci dice il presidente Olivi.

"In realtà, abbiamo voluto pensare che fosse più giusto quest'anno esprimere la nostra vicinanza ai canoni tipici della Maggiolata e il nostro profondo omaggio all'altro soggetto che festeggia la propria ricorrenza, ovvero il gruppo folcloristico di Lucignano, che ha nel trescone uno dei suoi autentici cavalli di battaglia."

Un'idea suggestiva, che da sola merita rispetto e ci induce a riflettere sul valore aggiunto di un evento che è un patrimonio di cultura e di diffusa bellezza da custodire e promuovere.

Nasce così il carro giallo rosso, che racconta con eccezionale vigore il fascino di una storia quasi secolare, che rivive anno dopo anno in una sorta di magica continuità. Le due figure principali di questa proposta creativa del Rione rappresentano la strepitosa vicenda del ballo contadino per antonomasia, il trescone. Qui riprodotto con la coppia intenta nella mossa di una danza che ancora ci emoziona e ci fa capire il senso di una identità definita. Sono i due ballerini che esprimono con grande dignità il fascino sacrale di uno spettacolo senza tempo, una sorta di rito magico capace di stupirci ed affascinarci per il suo evidente simbolismo. È incredibile la veridicità di queste figure anche sotto l'aspetto dell'abbigliamento, curato in ogni dettaglio da Daniela Cencini, una donna dalle mani d'oro come è d'oro il suo cuore. Gli abiti dei due ballerini Daniela li ha cuciti con grande pazienza e straordinaria perizia, recuperando una tradizione luminosa che ha fatto la fortuna della Festa lucignanese. Il cappello di paglia della donna è un capolavoro che da solo merita approvazione e riconoscenza, così come la lunga veste finemente lavorata mentre la figura maschile recupera lo stile di un tempo con l'uso sapiente del velluto, come si usava una volta per le occasioni importanti.

In definitiva, va detto che il carro esprime una sua naturale compiutezza soprattuto se ci soffermiamo a guardare il pianale, sostanzialmente diviso a metà. Da una parte la riproposizione di un selciato in pietra serena che ricorda vagamente lo spazio urbano del vecchio borgo lucignanese ove si svolgeva il rito della festa, dall'altra si intravede un angolo di campagna quasi a voler ulteriormente affermare il legame fortissimo con la tradizione contadina.

Una sorta di elegiaca rappresentazione dello spazio in cui si celebrava la Maggiolata nella sua forma originale, nelle sue più autentiche modalità.

È un carro complesso, vissuto ed amato dai suoi costruttori che vogliamo qui ricordare: Ilenia Piselli, la progettista, Luigi Perrone che funge da capocantiere, Jonatan Genito, il vice presidente e i vari cantieristi, a cominciare da Attilio Ciorra, Stefania Pantani, Chiara Bianchini, Raffaele Buompede, il giovanissimo Luca Genito, Danilo Olivi ovvero "Doro" e le sorelline Silvia e Chiara Di Grillo.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il rione Via dell'Amore regala emozioni colorate alla Maggiolata lucignanese

ArezzoNotizie è in caricamento