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Lunedì, 29 Aprile 2024
Giostra Saracino

Veneri si prende la Giostra sulle spalle: "Quella sera niente emozioni né amicizie. Butali? Spero non si dimetta"

L'ex giostratore di Porta del Foro debutterà come maestro di campo nell'edizione di giugno: "Questo mondo è la mia vita, se mi chiedessero di aprire e chiudere il cancello di Borgunto lo farei. La mia una nomina politica? Mi viene da ridere"

E' stato un giostratore (8 lance d'oro con Porta del Foro), ha fatto l'uomo a terra per scrutare i movimenti della piazza, è diventato vice maestro di campo e adesso, a giugno, salirà l'ultimo gradino della scala. E la responsabilità di governare la prossima edizione della Giostra del Saracino sarà interamente sulle sue spalle. Per Gabriele Veneri, è il caso di dirlo, gli esami non finiscono mai.

Lo stato d'animo dopo l'investitura qual è: sorpresa, preoccupazione, felicità?

Sarò sincero. Un mese fa la magistratura della Giostra aveva informato me, Butali e Salvicchi del programma triennale messo a punto per il periodo 2022-2024 e che ci avrebbe visto alternarci nei vari ruoli. A me, come maestro di campo, sono state assegnate le edizioni di giugno 2023 e settembre 2024. Ho dato la mia disponibilità e ne sono contento ovviamente, anche se so bene una cosa: da giostratore gli applausi di un quarto di piazza li prendi. Da maestro di campo ti fischiano tutti.

Magari stavolta non succederà.

Succederà, succederà, è sempre stato così. Ma non mi turba, ho accettato l'incarico con spirito di servizio. La Giostra è parte della mia vita.

Le malelingue insinuano che nella sua "promozione" ci sia di mezzo anche la politica.

Un ragionamento bizzarro. Carlo Umberto Salvicchi è stato consigliere comunale dei Democratici di Sinistra, Fabio Butali si era candidato alla carica di sindaco di Arezzo con una lista civica. Loro due hanno fatto il maestro di campo e nessuno, giustamente, ha detto niente. Ora tocca a me e c'è di mezzo la politica. Mi fa sorridere perché, lo dico in amicizia, fra tutti l'uomo di Giostra sono io. 

Siete sempre una squadra affiatata, come aveva sottolineato l'anno scorso?

Assolutamente sì. Questo è un concetto in cui credo molto, è la scuola di Ferdinando Lisandrelli: capirsi con uno sguardo, con poche parole, aiutarsi, lavorare insieme. Con Carlo e Fabio è successo e ne sono orgoglioso.

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Però Butali potrebbe dimettersi proprio perché deluso dalle ultime nomine e da un 2023 in cui farebbe solo il vice.

Non ho ancora parlato con lui, temo che voglia veramente fare un passo indietro. Mi dispiacerebbe, sarebbe un peccato, anche se ognuno ha il suo carattere e reagisce a proprio modo. Capisco che possa esserci rimasto male ma in quest'ambiente siamo tutti a tempo. Quando giostravo, il quartiere mi scese da cavallo da un giorno all'altro. Dico anche che la Giostra viene prima di tutti noi, a prescindere dai ruoli. Se domani mi dicessero che c'è bisogno di uno che apre e chiude il cancello di Borgunto, io lo farei. 

Qual è il compito più difficile per il maestro di campo?

Dico qual è il compito più importante: salvaguardare la regolarità delle carriere. Ai miei tempi non c'erano reti a protezione dei giostratori, non c'erano le fotocellule, addosso ci arrivavano terra, monetine, di tutto. Oggi c'è più cultura di Giostra e mi auguro che a giugno non si facciano passi indietro. Per il resto dovrò tenere gli occhi aperti e comportarmi in modo intransigente con i furbi, aiutato da tutta la squadra.

C'è ancora spazio per un po' di umana emozione oppure no?

Le emozioni quella sera dovrò lasciarle a casa. Così come le amicizie. Il guardiano dev'essere super partes ed è giusto così. I sentimentalismi li rimando a tarda notte, quando mi metterò davanti al televisore a rivedere la Giostra.

Suo fratello Luca è confermato come palafreniere personale?

Sì, confermato. Ecco, in questo caso posso concedermi un po' d'affetto familiare. Io e Luca siamo molto legati, mi fa piacere condividere questi momenti con lui. Sarà una spalla importante sotto ogni aspetto.

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