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Giostra Saracino

Cicerchia 10 e lode. Rauco e Vanneschi da 7.5. I problemi del corteo (voto 2) e il pathos dell'araldo (voto 10). Il pagellone della Giostra

Voto massimo anche per la cavalla Olimpia, Scortecci stavolta è "solo" da 8. Esordio tranquillo per il maestro di campo (voto 7) in una piazza più tranquilla durante il Saracino che prima (voto 0 alla rissa del sabato notte)

E' stata una Giostra d'alto livello. Nessuno sotto il IV, che una volta era un punteggione e oggi è il minimo sindacale. L'atmosfera di piazza Grande durante il Saracino resta qualcosa di speciale (voto 9), a prescindere se uno sia indigeno o forestiero. E le note di Terra d'Arezzo (voto 10 a prescindere), da ascoltare rigorosamente con la mano sul cuore, mentre l'aria vibra d'emozione, valgono sempre il prezzo del biglietto, anche di quello non proprio economico di tribuna A (voto 5, si potrebbe sfrondare qualcosina)

Sulla lizza ha vinto Porta Santo Spirito, facendo quello che solo i forti sanno fare: rispettare il pronostico. Ai Bastioni sono super organizzati (voto 9 ma solo perché la perfezione non esiste) e hanno due mostri di giostratori. Cicerchia ha snocciolato altri due 5 con algida nonchalance, confermando che quando la tensione sale, lui si esalta. Gli succedeva da ragazzino, gli succede da adulto temprato dall'esperienza, dall'età, dalla vita. La vittoria dedicata alla madre Donatella, scomparsa il 22 agosto, è la linea di confine tra prima e dopo, tra ieri e domani. Con il suo carico di emozioni, tensioni, pensieri belli e brutti, Elia è l'eroe di giornata (voto 10 con lode). Pittoreschi e spontanei i baci sul collo di Olimpia (voto 10 con lode pure per lei), la cavalla che lo ha condotto al successo, immaginando ce ne siano stati di altrettanto struggenti anche con la fidanzata Rebecca (voto 8 sulla fiducia).

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Scortecci (voto 8) ha infilato il settimo centro di fila in apertura di piazza e poi ha rischiato di cedere la Giostra a Colcitrone con un IV verticale salutato con una smorfia di disappunto, dettato dalla desuetudine a un punteggio che non timbrava, udite udite, dal settembre 2017. 

Nonostante il sorpasso subìto nell'albo d'oro, Porta Crucifera ha poco da rimproverarsi. Rauco (voto 7.5) si è tolto lo sfizio di annerire il primo pomodoro della sua vita e Vanneschi (voto 7.5) ha portato la Giostra agli spareggi brandendo una lancia pesantissima, visto che davanti c'era il X di Santo Spirito a caricare di ansie la carriera. Alla lunga la coppia gialloblu si è dimostrata più solida, ma il capitano Branchi (voto 7) sta cominciando a intravedere i risultati di un lavoro che (forse) pagherà.

In una Giostra di settembre più tranquilla durante che prima (voto 7 al debuttante maestro di campo Butali, voto 0 alla rissa del sabato notte), Sant'Andrea è uscito dall'agone con 9 punti, sacramentando per il IV di Marmorini (voto 6) e sospirando di sollievo per il V di Montini (voto 7.5), il quale ha praticamente debuttato con tre mesi di ritardo. Quello di giugno, evidentemente, non era lui. Il quartiere salva l'onore e lo salva anche il preparatore Lele Formelli (voto 7), atteso dalle forche caudine del contratto in scadenza: resta o non resta? L'autunno ci dirà.

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Si allunga invece il digiuno di Porta del Foro, che per un motivo o per l'altro resta sempre al palo (voto 4 alla sfiga, che a differenza della dea bendata ci vede benissimo). Parsi (voto 6.5) resta fuori dal centro per pochi millimetri e Rossi (voto 6) porta a casa un IV figlio del tentativo di rompere la lancia. Il quattro e quattr'otto evoca dolci ricordi (voto 9 ai trionfi del passato) ma oggi i fratelli Veneri, alfieri di quell'epoca, sono il vicemaestro di campo e il rispettivo palafreniere (voto 7 a entrambi). Urge una svolta, che per il rettore Felici è rappresentata da un campo prove all'altezza del quartiere e della manifestazione. Forse non ha ragione al cento per cento, di sicuro non ha torto.

Spettacolare il colpo d'occhio delle tribune, gremite e colorate (voto 8.5), perfetto il buratto curato dal dottor Enzo Scartoni (voto 8 all'automa e al suo assistente personale). Ripensando a qualche anno fa, quando il moro ogni tanto s'inceppava, siamo veramente a cavallo. Così così invece il corteo, che in molti tratti del centro storico non è stato il massimo dell'eleganza e della compostezza (voto 2 a chi, in costume e non, calpesta il decoro che servirebbe; voto 9 all'ipotesi di transennare tutto il percorso). Menzione finale per l'araldo (voto 10), mai così dentro la parte. Voce stentorea e pause azzeccate: senza di lui non sarebbe Giostra.

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