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Di dame, mercanti e amori clandestini. Il castello di Tuori svela i suoi segreti più antichi

Il cassero, da anni abbandonato e dimenticato, è stato recentemente oggetti di attenzione da parte della Fraternita dei Laici, proprietaria dell'immobile

Di fatto quello di Touri era il terzo anello di una rete di fortificazioni che avevano il compito di vegliare su Arezzo e sulla Valdichiana. Una roccaforte dalla quale avere una visuale nitida e prossima agli insediamenti urbani. Insieme a quelli di Civitella e Battifolle, il maniero di Tuori rappresentava un presidio militare nonché un centro di comunicazione da e per il senese. Edificato nel XIV secolo, anticamente apparteneva ai conti Paganelli ai quali, in seguito sono succeduti i marchesi Albergotti che in questa stessa zona avevano più di un possedimento. Oggi invece l’unico proprietario della struttura, rimasta inaccessibile e finita nel dimenticatoio, è la Fraternita dei Laici che ha avviato le operazioni di pulizia e recupero della struttura.

“La nostra istituzione - spiega il primo rettore Pier Luigi Rossi - è proprietaria di un’ingente quantità di immobili. Vogliamo valorizzarli tutti cercando di renderli accessibili e attivi. Nei cinque anni passati abbiamo concentrato gli sforzi sul palazzo di Piazza Grande, sul recupero dell’acquedotto vasariano, la sede delle tenute e altre strutture come la colonica set cinematografico de La vita è bella. Vogliamo continuare in questa direzione e proseguire nella valorizzazione degli immobili di cui siamo proprietari così ecco che abbiamo avviato i lavori al castello di Tuori. Per il futuro di questo spazio immagino una bella operazione culturale che lo porti ad essere sia agriturismo che centro espositivo. Sarebbe interessante pensare di trasformare queste stanze in centro espositivo dove raccontare le mani che lavorano, l’ingegno dei nostri avi che con amore e sudore riuscivano a trasformare il vento, il sole e la pioggia in sostentamento per la vita”.

E come ogni castello che si rispetti non mancano neppure storie di anime tormentate e dame fantasma. “Questo luogo, proprio per la sua posizione strategica - spiega ancora Rossi - era un crocevia molto battuto e dunque molto frequentato da avventori, cavalieri, mercanti e dame. Tra esse si racconta in particolare la presenza di una bellissima donna, un tempo signora del maniero, che abitò a Tuori da sola poiché il marito era un uomo troppo dedito alla guerra e meno alla faccende di cuore. Così diciamo che la signora ebbe occasione di dedicarsi a più di un amore clandestino. Il resto della storia è facilmente intuibile. Da allora, c’è chi narra, che il suo fantasma si possa scorgere tra queste mura”.

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