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Decoro e tutela centro storico. Ascom: "Bene così, c'è bisogno di un'identità per la città"

“È un regolamento atteso e necessario per tutelare il centro storico, anche nell’ottica di uno sviluppo turistico che per la nostra città sembra ormai sempre di più alle porte. Farà bene sia al mercato, che ha bisogno di stabilità e certezze, sia...

“È un regolamento atteso e necessario per tutelare il centro storico, anche nell’ottica di uno sviluppo turistico che per la nostra città sembra ormai sempre di più alle porte. Farà bene sia al mercato, che ha bisogno di stabilità e certezze, sia all’identità della nostra città”. Il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinoni commenta così il nuovo regolamento appena approvato dall’Amministrazione Comunale, che normerà anche le nuove aperture di negozi e pubblici esercizi in centro storico.

Per noi, sia chiaro, non esistono differenze etniche: che si venda kebab o tranci di pizza, la questione in gioco è sempre stata un’altra”, sottolinea Franco Marinoni, “la liberalizzazione delle licenze ha messo sul mercato imprenditori non sempre adeguati e capaci; ora servono regole e paletti per tutelare immagine e identità del centro storico, ma anche le imprese serie e meritevoli, che creano occupazione e ricchezza e che in questi anni hanno rischiato di soccombere sotto l’onda lunga delle nuove aperture indiscriminate”.

“La Giunta Ghinelli, e in particolare l’assessore Marcello Comanducci, ha quindi avuto il coraggio di mettere mano ad un argomento in sospeso da tempo”, sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana, “forse, proprio per l’importanza che il regolamento riveste, il testo meritava di essere discusso un po’ più a lungo con le categorie economiche. Ma questa accelerata potrebbe far bene, ci sarà tempo per apportare eventuali modifiche e miglioramenti”.

Noi avremmo fatto una proposta ancora più di rottura: una vera e propria moratoria nell’apertura degli esercizi di somministrazione, tale da imprimere uno stop – temporaneo – al proliferare indiscriminato di attività nel settore. Sarebbe stato utile a far decantare le cose, a consolidare le imprese esistenti in attesa dei nuovi orientamenti del mercato. Ma comprendiamo che per l’Amministrazione poteva essere un passo troppo vincolante e autoritario da fare”.

Positivo, secondo la Confcommercio, che siano stati individuati criteri oggettivi, non interpretabili, per autorizzare le nuove aperture: “la superficie minima del locale, per esempio. Finora si poteva aprire un bar anche con metrature irrisorie. Poi non c’è da stupirsi se il “core business” di certi locali sia legato solo alla vendita di alcolici…”, prosegue il direttore generale dell’associazione di categoria toscana.

A proposito di alcol, è ormai scaduta l’ordinanza comunale sulla somministrazione e vendita di alcolici e resta l’incognita se sarà o no prorogata nelle stesse forme. “Gli imprenditori hanno bisogno di programmare bene l’attività del periodo festivo. Al proposito, auspichiamo anche che l’Amministrazione metta in campo una rete efficace di controlli per verificare l’esistenza di feste danzanti e cene abusive, una vera piaga negli ultimi anni. È lì che il consumo di alcol avviene davvero senza regole, non certo nei locali e bar autorizzati”.

Il nuovo regolamento normerà anche la gestione di fondi sfitti e insegne: “Confcommercio ha fatto a suo tempo la proposta di decorare con immagini significative le vetrine dei negozi cessati, per esempio. Piccole “incursioni” d’arte e di fotografia che, a giudicare dal successo del fuori-mostra di Maria Mulas a Saione, sponsorizzato dal nostro gruppo Terziario Donna, potrebbero funzionare. Se non altro, si eviterebbe quella sensazione di degrado, o di pugno sullo stomaco, che si ha sempre di fronte ad una saracinesca abbassata in pieno centro”, conclude Franco Marinoni.

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