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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Covid e guerra mettono in crisi le cooperative. L'allarme: "Oltre il 60% è fragile"

L'analisi del Fondo Sviluppo su dati Confcooperative e Aida Bvd: rispetto al 2017 c'è un netto calo di unità attive. Ad Arezzo oggi ce ne sono 281: è la terza provincia per presenze della Toscana

Le cooperative attive in Toscana ammontano a 3.295, in calo del 10,8% rispetto al 2017 (erano 3.694). Con riferimento alla sostenibilità economico‐finanziaria, in base al bilancio 2020 si rileva che oltre sei cooperative su dieci (il 63,8%), tra quelle potenzialmente ammissibili alle garanzie del Fondo centrale di Garanzia, si trovano in una situazione di vulnerabilità, di rischiosità o di default: l’1,9% del totale delle Pmi cooperative attive censite si colloca in quinta fascia di merito creditizio (default), il 24,3% si posiziona in quarta fascia (rischiosa) e il 37,6% in terza fascia (vulnerabile). È quanto emerge da un rapporto sul mondo cooperativo in Toscana realizzato a marzo da Fondo Sviluppo su dati Confcooperative e Aida Bvd. 

La ricerca evidenzia che le 2.534 cooperative con bilancio depositato hanno un fatturato pari a 11 miliardi e 88mila occupati, di cui la città metropolitana di Firenze occupa il 41,7% del totale dei lavoratori, seguito da Livorno con il 9,9% e Lucca con l’8,9%. In questo contesto emerge che le Pmi cooperative raggruppate nelle tre fasce di fragilità economico‐finanziaria (vulnerabile, rischiosa o default) rappresentano una quota maggioritaria sia del fatturato sia dell’occupazione totale: il 57,8% del fatturato e il 57% dei dipendenti delle Pmi cooperative. Gli ambiti territoriali dove si segnala il peso più consistente di Pmi cooperative rischiose fanno riferimento alla provincia di Grosseto (con un’incidenza pari al 35,4%) e a quella di Massa Carrara (con un’incidenza pari al 30,5%). 

“Il quadro che emerge dall’analisi di Fondo Sviluppo è preoccupante - commenta Giuseppe Gori, presidente delle Confcooperative Toscana Nord .- In base al bilancio 2020 delle cooperative toscane emerge che oltre il 60% di loro è fragile dal punto di vista economico e certamente la situazione non è migliorata negli ultimi tempi. Alla pandemia, che ha continuato a incidere sulle imprese, si è aggiunta di recente anche la guerra e tutti i rincari ad essa più o meno collegati. L’emergenza sanitaria, da una parte ha evidenziato l’importanza del sistema cooperativo, che svolge un ruolo centrale nel sistema dei servizi sanitari e assistenziali, dall’altra parte però ha peggiorato la salute economica del comparto che occupa oltre 88mila persone nella regione e garantisce i servizi a migliaia di cittadini ogni giorno. Per questo penso sia importante prevedere dei finanziamenti a sostegno di questo mondo così importante per la tenuta sociale del territorio, in modo particolare nelle aree più svantaggiate e meno coperte dai servizi pubblici. Soprattutto serve attenzione verso tutto il mondo dell’imprenditoria toscana compresa la cooperazione. Le scelte di sviluppo devono rivolgersi al nostro sistema produttivo perché è su quello che si basa la nostra comunità regionale”.

Dal rapporto emergono altre interessanti informazioni sulle caratteristiche del mondo cooperativo toscano. Del totale delle 3.295 registrate come attive in Toscana, il 24% (791 unità) ha sede legale nella città metropolitana di Firenze. La provincia di Lucca, con il 14,4% (474 cooperative attive), si colloca in seconda posizione nella graduatoria e precede la provincia di Arezzo con l’8,5% (281 unità attive).  Rispetto al 2017 il numero di cooperative attive nella regione ha registrato una diminuzione pari al ‐10,8%: nella provincia di Prato si rileva il decremento più consistente (pari al ‐15,6% rispetto al 2017). Di contro, nella provincia di Massa Carrara si segnala la riduzione più contenuta (pari al ‐ 4,4% rispetto al 2017). Le cooperative attive femminili ammontano a 703 unità (‐12% rispetto al 2017) e rappresentano il 21,3% del totale delle cooperative attive nella regione. Le cooperative attive giovanili a fine 2021 ammontano a 100 unità (‐56,3% rispetto al 2017) e rappresentano il 3% del totale (la quota era pari al 6,2% nel 2017). Le cooperative attive di migranti a fine 2021 ammontano a 228 unità (‐10,2% rispetto al 2017) e rappresentano il 6,9% del totale: la provincia di Prato segnala, rispetto alle altre province, la più alta incidenza, con il 13,5% del totale, incidenza in crescita di quasi 4 punti percentuali rispetto al 2017. Il 22,8% del totale delle cooperative è costituito da cooperative sociali, il 5,5% da cooperative dei produttori del settore primario, il 9,5% da cooperative di utenti, lo 0,6% da banche di credito cooperativo e il restante 20% da altre cooperative. In termini occupazionali, oltre il 39% dei dipendenti delle cooperative fa riferimento alla cooperazione sociale. Sia in termini di fatturato, che di patrimonializzazione, il primato relativo, spetta invece alle cooperative di utenti (in particolare alla cooperazione di consumo) con il 34,1% e con il 42,1% del totale rispettivamente. Infine, per quanto riguarda la scala dimensionale, delle 2.534 cooperative con bilancio depositato, 20 sono imprese finanziarie/assicurative (lo 0,8% del totale), 52 sono grandi imprese (il 2,1% del totale), 211 sono medie imprese (l’8,3% del totale), 557 sono piccole imprese (il 22% del totale) e 1.694 sono micro imprese (il 66,9% del totale). Le 52 grandi cooperative, infatti, rappresentano, con oltre 7,8 miliardi di euro, il 71,3% del fatturato totale e contribuiscono con il 48,8% dell’occupazione cooperativa nella regione. 

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