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Martedì, 30 Aprile 2024
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Scaffali vuoti e mercato chiuso: Logge del Grano addio. I produttori: "Il Comune non faccia scarica barile"

Da ieri, 2 gennaio, il mercato non apre più al pubblico anche se le circa 70 aziende appartenenti alla rete starebbero pensando a un piano di rilancio da proporre in un'altra forma e luogo della città

Gli espositori sono stati svuotati e sulle vetrine sono apparsi dei recapiti contattabili da tutti coloro che desiderano mantenere rapporti con gli esercenti e le aziende. Il Mercato delle Logge del Grano, come annunciato negli scorsi giorni, ha spento le luci. Aperto nel 2015 come luogo dedicato alla vendita di prodotti alimentari a chilometro zero, negli ultimi mesi a più volte posto l'accento sulle importanti difficoltà riguardanti i costi di mantenimento della struttura. Una condizione, a detta Antonio Tonioni presidente della rete dei produttori delle Logge del Grano, insostenibile e per la quale è stato richiesto l'intervento dell'amministrazione comunale. Un aiuto che però, sempre secondo quanto sostenuto dai produttori, non sarebbe mai arrivato. "Sì - ha aggiunto Tonioni - e il Comune non può scaricare le proprie responsabilità".

Il botta e risposta Mercato Comune

È stato sul finire dell'anno che i produttori delle Logge del Grano hanno annunciato di non essere più nelle condizioni di mantenere aperto il mercato di via Garibaldi. Le ragioni? Tutte da ricercare nel caro bollette e nei costi esorbitanti di mantenimento. Una situazione particolarmente complessa dove il Comune di Arezzo, proprietario dell'immobile, sarebbe stato chiamato in causa dagli agricoltori i quali hanno lamentato "una completa mancanza di interesse e attenzione per le problematiche di gestione dell'edificio". Accuse respinte dall'amministrazione che invece ha ribadito come “abbiamo sempre sostenuto le richieste della rete cercando di dare risposte alle difficoltà che venivano presentate e congenite al progetto della precedente amministrazione e legato ai fondi Piuss”.

La serrata e la risposta al comunicato del sindaco

Dunque da ieri, 2 gennaio, il mercato non aprirà più al pubblico anche se le circa 70 aziende appartenenti alla rete starebbero pensando a un piano di rilancio da proporre in un'altra forma e luogo della città. “Ringrazio tutti quelli che in questi giorni sono intervenuti e che hanno scelto il nostro mercato per i loro acquisti - afferma il presidente Antonio Tonioni in una nota - Ci teniamo a ribadire che non abbiamo bandiere politiche di nessun colore e che abbiamo raccontato i fatti come sono avvenuti. Detto ciò, ci teniamo a dare ulteriori dettagli. Nella nota diffusa dal Comune di Arezzo, viene detto che l'amministrazione di non avrebbe mai ricevuto proposte dalla rete. Non è vero. Dopo un primo incontro informale tenutosi nel gennaio 2022, abbiamo inviato una proposta scritta alla quale il sindaco ha risposto il 31 agosto 2022 con una lettera dove si legge: “acquisita la tua proposta inviata a febbraio, poi rinnovata nel mese di luglio, sono a rappresentarti che anch’io sono in attesa di ricevere alcune progettualità che potrebbero interessare astrattamente in futuro anche le Logge del Grano… entro due, massimo tre, settimane mi saranno fornite le necessarie informazioni per addivenire a una futura decisione”.

Dal Piuss all’insostenibilità energetica

Il recupero delle Logge del Grano fa parte di una serie di interventi finanziati da fondi europei ottenuti dall’amministrazione Fanfani grazie al bando Piuss. “All’epoca - si legge nella nota della rete - era stato proposto agli agricoltori di insediarsi in questo spazio sottoscrivendo un contratto di affitto di 15 anni con un canone del 3% rispetto al volume di affari. L’immobile ci è stato consegnato nel 2015 e, alla sottoscrizione del contratto davanti al notaio, la giunta Ghinelli ha sottoposto delle condizioni diverse da quelle che conoscevamo: solo 5 anni di affitto e un canone più alto. Tali proposte giunsero alla rete all’ultimo momento e riuscimmo solo a ottenere il prolungamento del contratto a 9 anni. A questo si sono sommati i problemi energetici e il malfunzionamento degli impianti. Tutte criticità ampiamente discusse con il Comune e per far fronte alle quali sono state erose le finanze della rete impedendoci il pagamento della quota aggiuntiva del canone di affitto. Il Comune, conoscendo la situazione, aveva acconsentito alla sospensione della quota aggiuntiva dell’affitto con la promessa di rifonderci i costi energetici sostenuti in più rispetto ai consumi dichiarati nell’Ape. Ma questo non è mai avvenuto, non abbiamo mai ricevuto risposta nemmeno alle tante sollecitazioni mosse. Purtroppo già dopo pochi mesi dall’inaugurazione i produttori del mercato si sono resi conto di importanti problematiche strutturali che hanno comportato altissimi costi di gestione non preventivabili né prevedibili. I costi relativi ai consumi energetici si sono rivelati 3 volte superiori a quelli dichiarati dal Comune al momento dell’affitto dell’immobile. Abbiamo dovuto sostenere consumi annui di 240.000 kw contro gli 84.600 dichiarati nell’Ape rilasciata dal Comune. Questo a causa di opere di ristrutturazione effettuate senza alcun criterio di efficientamento energetico. Ad aggravare questo quadro di difficoltà e rendendo la situazione insostenibile è stata la crisi energetica”.

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