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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

"Dopo 60 di attività si chiude la Bekaert". La Fiom non firma i licenziamenti

Il sindacato non ha firmato i licenziamento e ha rifiutato la proposta di delocalizzazione avanzata dall'azienda

Si è tenuto oggi il tavolo tecnico per la procedura di licenziamento collettivo aperta dalla Bekaert di Figline Valdarno. A margine del tavolo il segretario generale della Fiom Cgil Firene-Prato Daniele Calosi ha rilasciato una lunga dichiarazione, nella quale ha spiegato perché il sindacato non ha firmato i licenziamento e ha rifiutato la proposta di delocalizzazione avanzata dall'azienda.

"Dal 22 giugno 2018 ad oggi abbiamo ribadito l'indisponibilità della Fiom a firmare i licenziamenti, per questo abbiamo rifiutato la proposta di un'azienda che ha scelto di delocalizzare per massimizzare i profitti a discapito di 318 lavoratori e che in 32 mesi non è stata capace di proporre alcuna soluzione per reindustrializzare lo stabilimento di Figline.
Come Fiom Cgil abbiamo fatto tutto il possibile per trovare una soluzione a questa vertenza. Un impegno costante che ha coinvolto tutta la struttura, dalla base ai Segretari Nazionali della Fiom e della Cgil, presenti sia in sede ministeriale che sui cancelli, e fino al sindacato belga che ci ha aiutato a fare pressione su Bekaert.
Durante tutti questi mesi grazie alla determinazione dei lavoratori e della Fiom non abbiamo mai consentito a Bekaert di procedere ai licenziamenti, ma abbiamo sempre chiesto che alla perdita del lavoro corrispondesse una nuova occupazione soprattutto attraverso la reindustrializzazione del sito di Figline e Incisa, sta in questa logica infatti l'accordo siglato con Laika.
Non possiamo perciò oggi siglare un accordo che preveda licenziamenti in assenza di prospettive occupazionali certe per i lavoratori. Abbiamo quindi chiesto all'azienda il ritiro della procedura di licenziamento, rinnovando la disponibilità a firmare accordi sulle uscite volontarie, e l'attivazione immediata della Cassa Integrazione per Covid-19, totalmente gratuita per Bekaert, al fine di guadagnare quel tempo necessario ad avere l'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del neo Ministro Giorgetti, come richiesto anche dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani nella lettera inviata sabato scorso".

La Fiom annuncia inoltre che presso  il Ministero dello Sviluppo Economico chiederà l'interessamento del Ministro del Lavoro, nel tentativo di garantire tutti gli ammortizzatori sociali utili a definire compiutamente il piano di reindustrializzazione e rilancio della fabbrica di Figline.

Dopo 32 mesi trascorsi a lottare perché alla perdita del lavoro corrispondesse una nuova occupazione non siamo disposti a firmare un accordo che lascia per strada più di cento lavoratori. Se avessimo voluto fare un accordo economico non avremmo aspettato trentadue mesi. Il sindacato negozia la reindustrializzazione ed il lavoro, non la mitigation e gli incentivi.
Dopo oltre 60 anni di attività si chiude una fabbrica che ha fatto la storia di un territorio. Una vergogna ed una mancanza di rispetto per i lavoratori e per il territorio.
Tutto ciò che hanno ottenuto i lavoratori è il risultato dell'impegno del sindacato e della loro mobilitazione. L'eventuale mancata reindustrializzazione del sito avrà delle responsabilità ben definite.

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