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La schiacciata con l'uva: la ricetta contadina della vendemmia

Il dolce tradizionale dell'autunno contadino fatto di pochi, semplici e gustosissimi ingredienti genuini

  • Categoria

    Dessert
  • Difficoltà

    Facile
  • Tempo

    60 minuti
  • Dosi

    6 persone
  • 500 grammi di pasta di pane
  • 1 chilo di uva nera matura
  • 200 grammi di zucchero
  • 2 cucchiai di olio d'oliva

Procedimento

Come prima cosa preparate la pasta del pane e lasciatela lievitare a dovere. Successivamente aggiungetevi un cucchiaio di sale, 3 di olio d'oliva e 50 grammi di zucchero. Dividetela in due parti uguali e col mattarello tiratele sottili dandogli la forma della teglia che andrete ad usare. Ungete quest'ultima con dell'olio o dello strutto e foderatela con la prima sfoglia di pasta tirandola sui bordi. Cospargete sopra metà dell'uva e spolveratela con 5 o 6 cucchiai di zucchero. Coprite il composto con la seconda parte della pasta cercando di farla combaciare bene con la base. Sopra distribuite la seconda metà di uva e aggiungete nuovamente 5-6 cucchiai di zucchero. Ungete con un filo d'olio e infornate a 220° fino a che la schiacciata non risulterà ben dorata sui bordi.

La seconda versione prevede un utilizzo minore di pasta di pane. Ne saranno sufficienti circa 300 grammi ai quali, come sopra, vanno aggiunti mezzo cucchiaino di sale e 2 di olio d'oliva. Stendetela su una teglia precedentemente unta e poi sistematevi sopra l'uva. Spolverate di zucchero e infornate.

La ricetta

La schiacciata con l'uva, detta anche "panello" in Valdarno, è una pietanza che viene preparata sul finire dell'estate. In concomitanza con la vendemmia e con l'arrivo dell'autunno ecco che questa semplice e spettacolare prelibatezza compare sulle tavole di molti aretini. Come per ogni ricetta tradizionale che si rispetti annovera una quantità infinita di variabili. Molti la realizzano con la pasta del pane conferendole un carattere più ruvido e agreste. Altri invece l'hanno trasformata in un dolce lievitato molto simile ad un pan di spagna con appunto l'uva al suo interno. Ma tant'è, la schiacciata con l'uva è buona in ogni variabile a patto che non si utilizzi mai e per nessuna ragione altro che grappoli provenienti dai vigneti della zona. Cannaiolo e sangiovese sono senza ombra di dubbio le due qualità preferibili. Nell'aretino questo piatto trova delle tracce ben precise risalenti al periodo etrusco. Preparati analoghi sono stati scoperti in raffigurazioni tombali rinvenute nell'antica Etruria. Altrettanto si riscontra in vari documenti custoditi negli antichi archivi della Fraternita. Zuccherosa, appiccicosa e deliziosa. La schiacciata con l'uva è un ottimo modo per finire un pasto o per concedersi un dolce momento.

(ClaFa)

Un calice in abbinamento

Al solito, dolce con dolce. In questo caso, verrebbe in mente subito un ottimo Vinsanto della tradizione toscana, da uve bianche e profumate, come la malvasia. La spiccata morbidezza è l'alleato ideale contro eventuali durezze spiccate, come quelle sprigionate nella masticazione da vinaccioli (semi dell'uva) presenti negli acini. Ma forse è meglio orientarsi su un vino dal corpo più esile, emiliano ad esempio, come una Malvasia Dolce Doc Colli Piacentini, senza il rischio di sovrastare la schiacciata. 

Le ricette tipiche dell'Aretino

La schiacciata con l'uva, detta anche "panello" in Valdarno, è una pietanza che viene preparata sul finire dell'estate. In concomitanza con la vendemmia e con l'arrivo dell'autunno ecco che questa semplice e spettacolare prelibatezza compare sulle tavole di molti aretini. Come per ogni ricetta tradizionale che si rispetti annovera una quantità infinita di variabili. Molti la realizzano con la pasta del pane conferendole un carattere più ruvido e agreste. Altri invece l'hanno trasformata in un dolce lievitato molto simile ad un pan di spagna con appunto l'uva al suo interno. Ma tant'è, la schiacciata con l'uva è buona in ogni variabile a patto che non si utilizzi mai e per nessuna ragione altro che grappoli provenienti dai vigneti della zona. Cannaiolo e sangiovese sono senza ombra di dubbio le due qualità preferibili. Nell'aretino questo piatto trova delle tracce ben precise risalenti al periodo etrusco. Preparati analoghi sono stati scoperti in raffigurazioni tombali rinvenute nell'antica Etruria. Altrettanto si riscontra in vari documenti custoditi negli antichi archivi della Fraternita. Zuccherosa, appiccicosa e deliziosa. La schiacciata con l'uva è un ottimo modo per finire un pasto o per concedersi un dolce momento.

(ClaFa)

Un calice in abbinamento

Al solito, dolce con dolce. In questo caso, verrebbe in mente subito un ottimo Vinsanto della tradizione toscana, da uve bianche e profumate, come la malvasia. La spiccata morbidezza è l'alleato ideale contro eventuali durezze spiccate, come quelle sprigionate nella masticazione da vinaccioli (semi dell'uva) presenti negli acini. Ma forse è meglio orientarsi su un vino dal corpo più esile, emiliano ad esempio, come una Malvasia Dolce Doc Colli Piacentini, senza il rischio di sovrastare la schiacciata. 

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