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Cronaca Pergine Valdarno

Uccide la madre a coltellate e nasconde il corpo nei sacchi dell'immondizia. Pergine piange Marina

La donna, così come il figlio, hanno vissuto a lungo in Valdarno dove avevano un'azienda agricola particolarmente attiva nella comunità

In Piemonte si era trasferita da anni ma, prima, quella signora arrivata dalla fredda Estonia viveva a Pergine Valdarno insieme alla famiglia. C’è grande sconcerto nella piccola comunità dell’Aretino per la morte di Marina Mouritch, 53enne uccisa dal figlio Antonio Cometti (25 anni) lo scorso mercoledì 23 novembre. La terribile vicenda è quella che nei giorni passati è stata portata alla luce in tutta la sua violenza e che si è consumata al civico numero 7 di via Roma nel centro di Gabiano Monferrato, provincia di Alessandria.

La crisi, l’assassinio e poi la confessione

Come riporta TorinoToday.it, la donna è morta nel primo pomeriggio. Il corpo è stato trovato dagli inquirenti all’interno di un sacco nero per l’immondizia all’interno della cucina di casa. Il 25enne nella giornata di mercoledì scorso si è presentato in caserma e, con indosso i vestiti ancora sporchi di sangue, avrebbe confessato di essere stato lui ad uccidere la madre. Ad assisterlo c’è l'avvocato Fabrizio Amatelli. I militari della compagnia di Casale Monferrato, guidati dal capitano Valerio Azzone, hanno trovato il corpo nell’abitazione e anche la presunta arma del delitto: un coltello con una lama di circa 30 centimetri. Stando ai primi riscontri del medico legale intervenuto sul posto, fatale sarebbe stata una coltellata al collo che avrebbe reciso la giugulare della donna. Il cascinale è stato sequestrato. La pm Anna Caffarena della procura di Vercelli, che coordina le indagini, ha disposto l'autopsia sul cadavere. In precedenza, a quanto pare, non risulterebbero dissidi o alterchi tra madre e figlio, che era seguito da tempo dai servizi psichiatrici di Casale Monferrato e anche da un professionista privato per precedenti crisi depressive. Stando ad indiscrezioni, da qualche tempo il giovane sembrava soffrire di manie di persecuzione tanto da convincersi che la madre e il fratello spiassero il suo pc e smartphone. E sarebbe stato proprio a causa della sparizione di alcune chiavette usb che il giovane si sarebbe scagliato contro la donna accusandola di averle nascoste. Lei, a quanto pare, avrebbe tentato di calmare il 25enne ma purtroppo la lite sarebbe presto degenerata sfociando nella più cruenta delle aggressioni. Al momento dell'accaduto in casa non c'era il marito della donna e padre del ragazzo, Pasquale Cometti. L'uomo ha trovato ospitalità da alcuni amici. La famiglia stava per aprire un agriturismo a Chiusi, nel Senese.

“Siamo sconvolti”. Laterina Pergine Valdarno piange Marina

È la sindaca di Laterina Pergine Valdarno, Simona Neri, ad intervenire sulla vicenda per sottolineare quanto l’intera comunità sia profondamente provata dall’accaduto. “Oggi, 25 novembre, si celebra la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne". Voglio condividere ed esprimere la sofferenza di una comunità che proprio ieri ha appreso una notizia terribile: l'assassinio di Marina, una donna che per molti anni è stata nostra concittadina e residente in una fattoria viti-vinicola di Pieve a Presciano insieme al marito ed ai due figli. Voglio ricordarla in uno dei momenti più belli per il nostro Comune, nei giorni del Villaggio Culturale Europeo, quando i nostri Paesi ospitavano contemporaneamente tutte le delegazioni europee gemellate. Tanti giovani, tanto entusiasmo, un meraviglioso scambio di culture, di idee. Marina era li, una preziosa collaboratrice e traduttrice per la delegazione dell'Estonia, la sua nazione di origine. Marina è una delle tantissime donne vittime di violenza, una vita stroncata troppo presto, purtroppo per mano del proprio figlio. La violenza si esprime in tanti modi, nei modi più subdoli e più o meno espliciti. La violenza familiare è sempre la più difficile da denunciare e da gestire. Questo vuole essere un appello per tutte noi donne che magari ci troviamo in una situazione di disagio o ci sentiamo minacciate sia fisicamente che psicologicamente: denunciare un familiare piuttosto che uno sconosciuto può salvarci la vita, ridarci la serenità, proteggere il nostro benessere psicologico. Facciamolo, anche in memoria di Marina. 1522 numero nazionale antiviolenza e stalking".

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