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Cronaca

Caso di meningite, migliorano le condizioni del 19enne. In 164 sottoposti a profilassi

Nelle prime 48 ore erano stati contattati e sottoposti a profilassi in 60: familiari, fidanzata e compagni di classe del giovane che frequenta l'Isis Valdarno

L'indagine epidemiologica della Asl Toscana Sud Est ha dato i suoi frutti: sono tante le persone contattate o che spontaneamente si sono recate nell'ambulatorio dell'azienda sanitaria per sottoporsi alla profilassi contro la meningite batterica. A cinque dal ricovero del 19enne valdarnese 164 persone hanno seguito le procedure per scongiurare l'eventuale contagio e l'evolversi della malattia. Per loro una cura antibiotica in grado di debellare il batterio già prima che si possano verificare i sintomi. 

Intanto il giovane, che è stato ricoverato il 16 marzo con una diagnosi di meningite batterica, sta meglio: è in via di guarigione, conferma la Asl. Non appena i medici hanno capito che avrebbe potuto trattarsi di meningococco gli hanno prescritto tutte le cure del caso, tanto da "debellare" il batterio dall'organismo in poche ore e rendere difficile anche trovare le tracce che ne indicassero il tipo specifico attraverso le analisi di laboratorio. 

Nelle prime 48 ore erano stati contattati e sottoposti a profilassi in 60: familiari, fidanzata e compagni di classe del giovane che frequenta l'Isis Valdarno. Nelle ore successive altre 20 persone che in quei giorni hanno frequentato la stessa palestra del 19enne si sono recate alla Asl. L'appello dei sanitari è stato quindi rivolto a tutti coloro che hanno avuto con lui un contatto stretto o frequentato gli stessi locali. In particolare la discoteca Nirvana di Terranuova Bracciolini, fra sabato 11 e domenica 12 marzo dalla mezzanotte alle 03 circa.

De Sanctis: "Le persone che hanno avuto contatti si sottopongano alla profilassi"

La Asl ha ricordato che "in caso di infezione batterica - come accaduto al giovane -, occorre somministrare la profilassi antibiotica ai contatti stretti intendendo con questa definizione coloro che nei 7 giorni precedenti alla manifestazione dei sintomi abbiano condiviso l’abitazione o un ambiente di studio (la stessa classe), di lavoro (la stessa stanza) o lo stesso mezzo di trasporto per viaggi di almeno 8 ore, abbiano dormito nella stessa casa o mangiato allo stesso tavolo del malato, abbiano avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli) o abbiano avuto contatti ravvicinati, siano stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca)".

I sintomi possono manifestarsi da due a dieci giorni dal contatto. "In particolare, per la forma più grave, irrigidimento della parte posteriore del collo, febbre alta, mal di testa, vomito o nausea, alterazione del livello di coscienza, convulsioni, rash cutaneo di tipo emorragico".

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