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Cronaca

Infortuni sul lavoro, oltre 4mila denunce in meno di un anno. "Mancano i controlli, così si muore ancora nel 2020"

I dati di Animl commentati dalla responsabile del gruppo Familiari delle vittime sul lavoro

"Siamo nel 2020 e ancora si muore per lavoro". E' un grido d'allarme quello che lancia Lalla Quinti, figlia di Leonardo - l'artigiano che morì candendo da una scala mentre stava lavorando a Vitereta - e amministratore del gruppo "Familiari delle vittime sul lavoro". Da tempo, con il suo gruppo, si dedica alla promozione della cultura della sicurezza sul lavoro: incontri, progetti, iniziative. Poi però arrivano i dati sugli infortuni e sulle morti ed è purtroppo chiaro che ancora in Italia c'è molto da fare. 

"I dati sono quelli dell'Anmil e dell'Inail - spiega Quinti - e mostrano come dal 1 gennaio al 30 ottobre 2019, gli infortuni siano aumentati". 

A livello nazionale sono stati 534mila 314. Di questi, 41mila 3341 sono avvenuti in Toscana, con un aumento dell'1,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ovvero il 2018. 

E ad Arezzo?

lalla quinti"Nella nostra provincia ci sono state 4mila 87 denunce - dice Quinti - una crescita dello 0,9 percento. E se pensiamo che mancano gli ultimi due mesi dell'anno c'è davvero di che preoccuparsi. In Toscana e nell'Aretino il fenomeno riguarda un po' tutti i settori: dall'agricoltura, che purtroppo ha registrato un +3,7 per cento, ai lavoratori per conto dello Stato (pubblica amministrazione e forze dell'ordine ndr) +3,5 per cento".

Poi il capito più drammatico: quello delle morti. Nel primi 10 mesi del 2019 - sempre secondo fonte Anmil-Inail - hanno perso la vita per il proprio lavoro 896 persone. Di questi incidenti fatali, 61 sono state toscane. Tre le morti nell'Aretino nel periodo considerato: meglio rispetto al 2018 quando furono 11, ma comunque un bilancio drammatico. 

"Secondo l'osservatorio indipendente sui morti sul lavoro di Bologna - dice Quinti - i dati però sono ancora più drammatici. In questo caso vengono presi in considerazione anche le persone che hanno perso la vita mentre andavano o tornavano dal lavoro. Le cosiddette morti in itinere. In questo caso i morti sarebbero ben 1437".

Manca la cultura del rispetto per la vita - conclude Quinti, che con il suo gruppo fa anche parte del comitato nazionale noi Non dimentichiamo. Sicurezza giustizia e ambiente - Queste morti sono causate non solo da problemi di sicurezza, ma anche dall'assenza di manutenzione.  Ad Arezzo abbiamo ad esempio un problema di ritardi nelle bonifiche dall'amianto. Ma controlli non ne vengono fatti. Così come non furono fatti in modo rigoroso per il Ponte Morandi di Genova e per l'Archivio di Stato di Arezzo, dove due dipendenti poco più di un anno fa hanno perso la vita. problemi grossi - dal 2007 non fanno censimenti dell'amianto, molti comuni non fanno le bonifiche dell'amianto, il problema di queste morti sul lavoro, non vengono fatte le manutenzioni sicuramente per un calo di personale (ponte morandi, archivio dis tato), non vengono fatti nemmeno i controlli.

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