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Cronaca Capolona

Cava nella Valle delle Piagge: di nuovo sotto sequestro. Così la Cassazione, il Comitato: "Plauso agli inquirenti"

La suprema corte, con dispositivo pubblicato il 26 maggio, ha annullato l’ordinanza con la quale il tribunale del riesame di Arezzo aveva revocato il sequestro, richiesto dalla procura, del cantiere nel quale – secondo gli inquirenti – sarebbe stata realizzata una cava abusiva

"Siamo fiduciosi, e contiamo davvero di poter mettere presto la parola fine a tutta questa storia". La presidente del comitato La Valle delle Piagge, Maria Luisa Lapini, commenta così l'ultimo step giudiziario riguardante l'area dove, durante lo scorso lockdown, avevano preso il via attività di escavazione. Ne erano seguiti, da prima la richiesta di chiarimenti da parte del Comitato e poi gli accertamenti da parte della procura della Repubblica che aveva posto sotto sequestro l'intera area. Contestualmente la vicenda è approdata anche nelle aule di tribunale.

L'ultimo step giudiziario è quello scritto nella giornata di ieri quando, come fanno sapere dal comitato, "la terza sezione penale della Corte di Cassazione, con dispositivo pubblicato il 26 maggio, ha annullato l’ordinanza con la quale il tribunale del riesame di Arezzo aveva revocato il sequestro, richiesto dalla procura della Repubblica di Arezzo e disposto dal gip del medesimo tribunale, del cantiere nel quale – secondo gli inquirenti – sarebbe stata realizzata una cava abusiva, con conseguenti parziale distruzione di una collina, scempio ambientale e dissesto idrogeologico, facendo passare il tutto come lavori di realizzazione di un laghetto a scopo irriguo. Lavori che il Comune di Capolona e l’Unione dei Comuni Montani del Casentino avevano autorizzato. Evidentemente la Corte di Cassazione, nell’accogliere il ricorso della procura della Repubblica di Arezzo, ha riconosciuto come inoppugnabile lo straordinario lavoro d’indagine svolto dal sostituto procuratore Laura Taddei e dal nucleo specializzato in materia ambientale dei carabinieri forestali, i quali hanno dimostrato con l’utilizzo di sofisticate tecnologie ed il sostegno di prestigiosi consulenti tecnici il fondamento delle proprie contestazioni. Vale la pena di ricordare che i gravissimi reati contestati vanno dalla realizzazione di opere di scavo abusive, alla falsità ideologica e alla gestione illecita di rifiuti speciali. Il comitato si congratula con il procuratore capo Roberto Rossi, con il sostituto procuratore Laura Taddei e con i carabinieri forestali per l’impegno profuso e i risultati ottenuti per la tutela di un territorio di valore straordinario, che rischiava - e rischia - di essere per sempre trasformato in maniera irreversibile".

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