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Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

Da anni coltiva la passione per la scrittura. È psicologa, psicoterapeuta, giornalista. Oltre a numerosi saggi premiati con premi letterari prestigiosi (ricordiamo solo alcuni: premio per la saggistica Cesare Pavese e Tagete), articoli scientifici pubblicati nelle riviste scientifiche internazionali di psicologia, scrive da anni romanzi. Il romanzo “Coach in Love” è stato premiato al Festival del Cinema di Taormina, lo stesso sarà un film. Da più di sei anni presta la sua penna a Magazine Nazionali di prestigio con le sue rubriche settimanali che riscuotono un significativo successo. Negli ultimi anni è altresì penna attenta e al tempo stesso profonda per interviste esclusive a Vip Nazionali e Internazionali. Volto noto in programmi televisivi come LA7, La vita in Diretta, La vita in Diretta estate, Storie Italiane, su Rai Uno si interessa di moda ed è opinionista e giornalista

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Come si costruisce un amore duraturo?

L’amore s’impara. Si costruisce insieme. Si armonizza con i nostri respiri. I nostri corpi. I battiti all’unisono dei nostri cuori. L’amore è semplicemente l’esserci. Appartenere e appartenersi. L’amore è il luogo chiamato casa. È costruzione di sé con l’Altro da sé

Tra telefonate, riunioni via Skype, pagine scritte che s’accavallano l’una di seguito all’altra, incontro persone. Persone che narrano la loro vita. Storie particolari. Intense. Pregnanti di significato. Dense di mondo.

Racconti, imbevuti di bisogni antichi. Radicati nell’anima. Fluidificati in emozioni, a volte, senza nome, altre volte, tramate in sensazioni travolgenti.

Raccogliere in sé le mille esperienze fatte, conduce a incontrare in profondità la radice di ogni storia, attraversando un viatico intimo, dove si mostra una ferita d’amore profonda. Struggente. Bruciante. A volte, soffocata per paura di sentirne il vuoto, altre volte, riempita per non avvertire l’eco del nulla; offuscata per non riconoscere il frastuono assordante di echi ghiacciati che tagliano l’anima come una lama.

È una ferita assetata di riconoscimento. Impregnata di dolore. Centrifugata in infinite particelle di sé. Un omogeinizzato dall’odore indefinito, incolore, insapore, inafferrabile.

È fame d’amore. Il bisogno mai nutrito di sentirsi parte del noi. La ricerca ossessiva d’esserci per l’Altro a qualunque prezzo. Tutto questo evidenzia chiara, netta, definita la strada, per chi sì pone in ascolto dell’Altro, evidenziando il viatico verso l’amore che è necessario percorrere per ritrovare quel porto tanto cercato. L’amore vero, quello che nutre e ristora. Quello che placa la frenetica ricerca di un luogo, dove radicarsi per sempre. L’amore che dà all’orizzonte una definizione avvolgente e calda. L’amore che stimola amore nell’eterna spirale della vita vissuta. L’amore non ama mai senza amore.

L’amore s’impara. Si costruisce insieme. Si armonizza con i nostri respiri. I nostri corpi. I battiti all’unisono dei nostri cuori. L’amore è semplicemente l’esserci. Appartenere e appartenersi. L’amore è il luogo chiamato casa. È costruzione di sé con l’Altro da sé.

È spazio del noi. Territorio d’esperienza complice. Incontro di due cuori uniti insieme da un progetto comune fortissimo. L’amore è volere. È impegno. È costanza. È sacrificio. È sentire il sostegno dell’Altro.

Non sempre l’amore è sufficiente per vivere insieme. L’amore di una persona sola non riesce a tenere unito nulla. Non costruisce nulla. Semplicemente naufraga. Si dissolve come il tramonto tra le braccia delle tenebre.

L’amore è volere. Desiderare. Lottare per un progetto. Il noi dell’essere a due prende vita, si anima e plasma solo se c’è amore duale. L’amore è credere nell’amore. Desiderarlo. Proteggerlo. Naufragarci dentro nonostante le mille e più avversità. Il segreto di una vita vissuta è aprirsi all’amore nonostante le delusioni accumulate. L’amore chiama amore. L’amore ha fame d’amore. L’amore si disseta con l’amore. L’amore è insaziabile va alimentato giorno dopo giorno.

Tuttavia, ci sono amori che non vedranno il loro compimento perché si perdono dentro a infiniti perché. Incarcerati in insicurezze. Incertezze. In ossessive paure di rimanere ancora una volta fregati.

Ingabbiati in “vorrei, ma se poi”. Troncati da “non posso dirti per sempre”. Annullati in “non so se tu sei quello che cerco ma non posso stare senza di te”.

Luoghi comuni che fungono da maschera emotiva, che celano la propria natura fragile. Annichilita da delusioni su delusioni. L’amore chiama amore.

Se tra i due uno non prova amore per l’altro tutto evapora, si diluisce nell’inconsistenza del vuoto. Come accade all’amore liquido. La liquidità dell’amore si consuma con la velocità di un tramonto. Afferra ma smarrisce immediatamente.

Nell’amore liquido resta appiccicata addosso l’umidità arida che porta a consumare senza lasciare emozioni nell’anima. È una sorta di sbornia lussuriosa, dove, poi, non resta che l’immagine fissa di un quotidiano sbiadito.

Per un terapeuta i pazienti sono la ricchezza e l’essenza del proprio lavoro. Insegnano. Svelano. Raccontano. Vibrano dentro l’anima. Toccano corde intime. Aprono il canale intuitivo affinché possa essere intravista la cura da percorrere.

Ci sono amori che pur nella loro dirompente passionalità perdono la direzione naufragando alla prima folata di vento. Perché́ le persone non sanno o non vogliono difenderlo. Non lottano. Non lo desiderano. Non si impegnano. È solo un tornaconto momentaneo.

Un bisogno da viversi nel pieno egoismo di sé.

Ci sono amori che nascono piano. Lentamente. I due si trovano dentro a un sentimento improvviso. Non previsto. Vivono accompagnati dal loro amore progettando insieme la vita. Soffrendo. Impegnandosi. Lottando. Sacrificandosi.

L’amore, ne sono convinta, s’impara. Con fatica. Con dolore. Con pazienza. Con speranza. Con perdita. Con smarrimento. Con delusione. Con passione. Con determinazione. Con il naufragio di sé nell’Altro da sé. Trovando la propria isola. Il proprio territorio a due. Lo spazio incontaminato del noi. L’amore trasforma in ciò che amiamo pur rimanendo noi stessi. L’amore conduce verso la gratitudine nella fedeltà verso noi stessi e nella fiducia incondizionata verso l’altro. È un fidarsi affidandosi all’Altro. L’amore arricchisce, attimo dopo attimo, il suo mistero più profondo.

La relazione d’amore vive della sua stessa essenza, ovvero il con- tatto con il tu, con l’Altro. Solo con questo contatto c’è la possibilità del per sempre. Chi sta nell’amore partecipa a una realtà. La realtà del noi.

Se nell’amore non c’è partecipazione non c’è realtà. L’amore è tanto più completo quanto più immediato è il contatto con l’Altro. Lo impariamo dall’esperienza che diviene vissuto a due. Già! È così. È solo così.

L’amore, s’impara. “(...) è un salto dentro di sé, sì mi mancherai, ancora ancora. E se l’amore s’impara, io l’ho imparato con te, con te” (Giorgia).

Un amore felice non è un colpo di fortuna. Incontrare l’Altro è sempre un’esperienza complessa, dove s’intersecano, scontrano, fondono diverse emozioni, pregiudizi, credenze, paure, egoismi e antichi schemi di comportamento.

Per poter riconoscere l’amore, per poterlo costruire, per poterlo far sbocciate e crescere è essenziale imparare a conoscerlo. Così da poter dire con entusiasmo e vivacità ... “e vissero per sempre felici e contenti”.

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