rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024

Dalla sofferenza al sogno, la storia di Bernini: imprenditore illuminato che ha vinto i suoi "fantasmi"

Presentato il libro "Qualsiasi cosa accada" che racconta la vita del presidente di Zucchetti centro sistemi. Dalla madre abbandonata in fasce al padre che cercò rifugio nell'alcol, fino alla scelta compiuta da ragazzino di andare in collegio. "Questo libro è il mio urlo, la mia liberazione"

Pedalava veloce da Mercatale di Bucine a Castiglion Fiorentino. La bicicletta non era la sua passione, ma gli permetteva di raggiungere il collegio dove aveva chiesto di essere iscritto, perché la situazione in famiglia era diventata troppo difficile e dolorosa. E sempre quelle due ruote mantenevano stretto il legame con il padre, appassionato di ciclismo, "uomo buono ma fragile" che aveva cercato rifugio nell'alcol dopo un tremendo lutto. Quel ragazzino, di strada ne ha fatta molta: oggi è un imprenditore di successo. E' Fabrizio Bernini, fondatore di Zucchetti Centro Sistemi, azienda che fa volare alto il nome di Arezzo e quello della Toscana nel mondo. Ma nel suo cuore l'immagine del ragazzino in bicicletta è sempre vivida, tanto da "ricostruirla" - grazie anche all'intelligenza artificiale - nella copertina del libro che parla di lui, intitolato "Qualsiasi cosa accada". Il volume, scritto dal giornalista, storico e ricercatore Filippo Boni, è stato presentato ieri sera al teatro Garibaldi di Figline Valdarno. Una serata sold out, carica di emozione e commozione, nella quale Bernini, insieme a Boni e la giornalista del Tg1 Cecilia Primerano, ha ripercorso i momenti più difficili della sua vita. Episodi che pochissimi conoscevano: "Fino a pochi anni fa - ha detto sul palco con gli occhi lucidi e la voce rotta dall'emozione - nemmeno la mia famiglia conosceva questa storia. Volevo proteggere i miei cari dal dolore. Poi però, di fronte a una crisi adolescenziale di mia figlia, ho capito che raccontandole come si può affrontare la sofferenza avrei potuto aiutarla, e allora ho iniziato a tirare fuori quello che il passato nascondeva". 

La madre abbandonata in fasce e la storia della famiglia

E così la pellicola della sua storia si è riavvolta fino al 1927, quando la madre, ad appena due giorni di vita, fu abbandonata all'istituto degli Innocenti di Firenze. La donna fu accolta solo 5 anni dopo da una famiglia di contadini: era la quinta bimba, la più piccola e quella alla quale erano destinati i lavori più umili. Pochi anni dopo la madre adottiva morì e lei trascorse i successivi 12 anni con un eremita, nei boschi valdarnesi. "Era un uomo di 40 anni - ha raccontato Bernini - e lei una bambina, la situazione oggi sarebbe apparsa davvero inquietante. Invece lui, che divenne per me uno zio, la salvò".  Poi conobbe un giovane, Alvaro Bernini e fu subito amore. Prima le nozze poi l'arrivo del piccolo Fabrizio: la vita sembrava iniziare a sorriderle. Invece accadde una tragedia: il fratello di Alvaro morì e l'uomo, terribilmente affranto e devastato dal dolore, cercò rifugio nell'alcol.

"Furono anni difficili - ha detto Bernini - ma mia madre riuscì a tenere unita la famiglia. Mio padre, quando era ubriaco, diventava violento. Non alzava le mani contro di lei, ma spaccava gli oggetti, faceva volare i tavoli. Io avevo paura". E fu così che, tredicenne, chiese alla madre di andare in collegio per frequentare le scuole superiori. "A casa la situazione era insostenibile e io chiesi a mia madre di potermene andare. Mi mandò a Castiglion Fiorentino". 

Non fu facile: tra le mura del collegio ha vissuto altre violenze, furono perpetrati atti di bullismo. Ma Bernini portò a termine quel percorso. Pochi lustri dopo era un imprenditore, sensibile alle tematiche sociali ed etiche, pronto a difendere i posti di lavoro nel suo territorio. Nel 2017 è stato nominato Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi è anche presidente di Confindustria Toscana Sud, e vicepresidente della Banca del Valdarno Credito Cooperativo. 
"Con questo libro non volevo raccontare la storia di un imprenditore e della sua azienda - dice oggi -, ma quanto che era avvenuto prima. Vorrei che la mia storia fosse utile ai più umili, ai più fragili, ai giovani. Perché la sofferenza esiste e si può affrontare. Così come i sogni devono esserci e si possono realizzare. Questo libro per me è un urlo, una liberazione. Adesso tutti sanno e se anche un solo giovane troverà conforto o supererà le difficoltà grazie dopo averlo letto, per me sarà un grandissimo risultato". 

Video popolari

Dalla sofferenza al sogno, la storia di Bernini: imprenditore illuminato che ha vinto i suoi "fantasmi"

ArezzoNotizie è in caricamento