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Clamoroso ritorno del castoro in Toscana 500 anni dopo l'estinzione, colonia nell'Aretino. Da dove arriva? Mistero

Una ricerca testimonia la presenza di alcuni esemplari sparsi, oltre che nell'Aretino lungo il Tevere, anche in provincia di Siena e di Grosseto. I primi avvistamenti e poi gli scatti con le foto-trappole. Il biologo Emiliano Mori: "Mangiano legno e foglie, arrivano a pesare 25-30 chili. Non sappiamo da dove siano arrivati"

Il castoro torna in Toscana dopo 500 anni e non si sa da dove arriva. Ci sono almeno un paio di colonie, una avvistata in provincia di Arezzo, in Valtiberina, lungo il corso del Tevere. Un'altra ai confini tra le province di Siena e di Grosseto. Una scoperta eccezionale, considerando che il castoro europeo (Castor fiber), che un tempo popolava il centro Italia, risultava estinto da almeno cinque secoli. Da dove arriva? E' un mistero. E' comparso all'improvviso e pare a suo agio nella zona colonizzata. "Sono almeno un paio d'anni che si trova nella nostra regione - spiega Emiliano Mori, biologo del Cnr (Centro Nazionale delle Ricerche) -. Abbiamo trovato alberi rosicchiati con la ricrescita di almeno un anno. Quindi ci sono testimonianze della sua attività risalenti almeno al 2019. Le popolazioni in Toscana che abbiamo documentato sono due".

Dove si trovano i castori in Toscana

La prima è quella che si trova tra i boschi di Monticiano, Murlo, Montalcino e Civitella Paganico, terra ricca di acqua, dove scorrono i fiumi Ombrone e Merse. Sono stati due agenti della Polizia Provinciale senese, Stefano Morelli e Filomena Petrera, a muoversi dopo la segnalazione di un pescatore, Alessandro Cilli. Gli altri avvistamenti sono arrivati dall'Aretino, in Valtiberina. In particolare nel comune di Sansepolcro, ovviamente nei pressi del fiume Tevere. I castori si spingerebbero, secondo gli studiosi, fino a Città di Castello. Dopo le segnalazioni, sono state piazzate le fototrappole dai ricercatori, che hanno testimoniato inequivocabilmente la presenza del mammifero in Toscana. Lo studio che è stato pubblicato nei giorni scorsi si chiama “Reappearance of the Eurasian beaver Castor fiber L. in Tuscany (Central Italy): the success of unauthorised releases?”. Gli autori, oltre a Emiliano Mori, sono Giuseppe Mazza del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura), Chiara Pucci e Davide Senserini, ricercatori liberi professionisti specializzati nella fauna selvatica.

Il castoro mangia salici e abbatte tronchi: pesa fino a 25-30 chili

"Un tempo - aggiunge Emiliano Mori - il castoro europeo era presente in Toscana, è una specie nativa ma si era estinta alla fine del Medioevo. Diciamo dal 1500, circa. Recentemente ci sono stati avvistamenti in Italia, ma al nord, in Trentino Alto Adge e in Fiuli Venezia Giulia. Probabilmente si tratta di esemplari collegati a quelli che sono stati re-immessi nella vicina Austria nel 2018. Come siano apparsi in Toscana, a 500 km di distanza, invece, non si sa". Possibile, come ipotizza il titolo dello studio, che ci sia stato un rilascio non autorizzato in zona. Tuttavia, è una specie considerata autoctona ed è protetta. "Occorrerà monitorare il comportamento di questo animale - aggiunge il biologo -. Gli esemplari sono almeno 5-10, dalle tracce rilevate. Ma potrebbero essere anche molti di più. Sono animali che da adulti arivano a pesare 25-30 chili, di certo hanno un effetto nell'ecosistema. Vedremo come sarà. Una possibile preoccupazione potrebbe derivare dall'attività della creazione di dighe con i tronchi abbattuti, in grado di deviare i corsi d'acqua. Tuttavia è prematuro fare ipotesi". Ed è facile da riconoscere? "Si nutre di legno e foglie di salici, per lo più, ma non disdegna le piante di pioppo. Chi ci si imbatte difficilmente può confondersi: ha la tipica coda piatta ed è molto più grande delle nutrie", conclude Mori.

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