Arezzo Notizie Motori - Questo non è più un Paese per Supercar

Il mercato automobilistico nazionale ma anche a livello europeo, dalla fine del 2016 ha fatto registrare timidi ma decisi segnali di ripresa nelle immatricolazioni. Il segno più appare in maniera quasi univoca un po’ in tutti i Paesi dell’Unione. C’è addirittura chi come FCA – Fiat Chrysler torna a guardare con ottimismo al futuro, tanto da stabilire l’assunzione di altre 1.800 persone entro il 2018 presso lo stabilimento di Cassino. (Fonte Automobilismo – gennaio 2017). Segno evidente che le vendite Alfa Romeo con Giulia e Stelvio fanno ben sperare. Eppure le cose potrebbero andare meglio. Molto meglio. In particolare per le vendite di una parte dell'usato. Un tempo neanche troppo lontano (c’era il governo Monti ed eravamo nel 2011) fu introdotta una tassa sulle auto con potenza oltre i 225 Kw. Una manovra tutta italica per cercare di fare cassa con le vetture più potenti, e che invece si dimostrò un flop clamoroso a livello fiscale. Purtroppo la manovra ebbe un effetto immediato. Quello di ridurre in modo considerevole il mercato ed i sogni di molti appassionati di supercar. Vetture di prestigio si intende, di marchi importanti, ma non necessariamente bolidi, anche semplici station da famiglia, ma con un proprio mercato del nuovo ma soprattutto dell’usato. Un giro di auto d’occasione florido, attivo, che oggi è praticamente in via di estinzione, e non suscita più l’interesse del grande pubblico, dal momento che la tassazione per queste auto è diventata davvero esagerata.

Nel 2011 fu stabilita una tassazione, la cosiddetta addizionale erariale sul bollo, si dice sì, che prevedeva una spesa per l’automobilista di dieci euro per ogni Kw di potenza dell’auto oltre i 225 Kw, “con effetto retroattivo su tutto il 2011 e su tutto il parco circolante”. Nel 2012 il superbollo fu portato a venti euro per ogni Kw in più di potenza dell’auto oltre la soglia stabilita che fu abbassata passando da 225 a 185 Kw pari a 251 cavalli. Andando così a coprire una più ampia fetta di mercato automobilistico comprensivo sia delle nuove vetture che dell'usato circolante. Il tutto dal 2011 ad oggi e come via via confermato dai governi che si sono succeduti alla guida del Paese. Un balzello che ha quindi ridotto di parecchio non solo la vendita di vetture nuove oltre i 225 Kw prima ed i 185 Kw attuali, ma che in particolare ha finito per mortificare le vendite dell’usato, con un crollo dei passaggi di proprietà relativi a vetture con potenza superiore alla soglia indicata dal fisco.

Audi, Bmw, Porsche, Maserati, Mercedes, solo per fare qualche esempio, con qualche anno di età sulle gomme, ma tenute in condizioni da amatore, non sono più interessanti a causa dei costi legati al superbollo, arrivato a cifre stratosferiche. Station wagon, berline, coupè, spider per non parlare dei famigerati SUV, con quotazioni dell’usato alla portata dei più, non sono accessibili alla gran parte dei consumatori. Tutto questo perché il superbollo e la relativa tassazione è stata calcolata sulla potenza dell’auto e non – come sarebbe stato opportuno – sul valore effettivo della vettura.

Con questo regime fiscale si è andati a fiaccare un settore del mercato automobilistico che in particolare per l’usato, si reggeva sulla passione per le quattro ruote e produceva reddito.

Sarebbe forse il caso di ripensare l’attuale normativa e di ridare fiato ad un settore del mercato dell’auto che ha voglia di rifarsi del tempo perso e delle mancate entrate che, con l’introduzione della tassa ci si aspettavano dall’erario e che invece non sono mai arrivate. Con danno certo per le casse dello Stato, ma soprattutto con danno più grave per la nostra passione automobilistica che è stata messa all’angolo. Staremo a vedere cosa succederà nel futuro. Attualmente il superbollo è confermato. Buona guida a tutti.