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"La cultura contro la sindrome della capanna". La lettera alla città del Circolo Aurora

Il consiglio direttivo chiede che si faccia in fretta a dettare le regole per organizzare eventi culturali nei tanti spazi aperti della città di Arezzo

Cultura viva. E' questo il titolo che il circolo Aurora ha dato ad una lettera pubblica che ha voluto diffondere come riflessione sulla ripresa culturale e sociale della città di Arezzo. La missiva è rivolta ai soci, ai cittadini e agli amministratori aretini.

"Le misure di emergenza, adottate per contrastare l’epidemia da corona virus, hanno dato luogo ad un’esperienza umana difficile e sofferta dal punto di vista sociale, soprattutto per le categorie più deboli: anziani, bambini, disabili, e comunque tutte quelle persone sole, senza una rete sociale prossima. Inoltre, in questi mesi, l’isolamento ha acuito le disuguaglianze tra chi ha avuto o meno la possibilità di accedere al web, per lenire la solitudine."

"Ma questo periodo di distanza ci ha fatto riflettere e ha rinforzato in noi la convinzione che un altro modo di stare sul pianeta Terra vada prospettato: un rapporto con l’ambiente fatto di equilibrio e non di sfruttamento, un rapporto fra città e campagna fatto non di cementificazione ma di recupero degli spazi abitativi, un sistema sanitario pubblico e diffuso sul territorio, un’economia locale aperta al mondo ma non globalizzante, un vivere quotidiano fatto di relazioni con il vicinato, di mutuo aiuto e di accoglienza verso le persone tutte (sia esse indigene o forestiere)."

"In questi mesi siamo stati resilienti, tenendo compagnia nel web ai/alle nostri/e soci/e, ma saremo ancora più creativi, se sarà necessario, immaginandoci anche una “cultura da asporto”. In realtà, però, vorremmo tornare a fare cultura in carne ed ossa, di presenza. Infatti come Circolo Aurora siamo pronti a ricominciare le nostre attività, la nostra presenza nella città di Arezzo, consapevoli che ogni essere umano ha bisogno di socialità e di cultura, e che anch’essi, oltre alla salute fisica, concorrono alla salute dell’individuo visto nella sua globalità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità difatti definisce la salute “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, quindi una salute bio-psico-sociale al cui raggiungimento la cultura è essenziale."

"Auspichiamo quindi che, nel rispetto delle misure di sicurezza, si lavori al più presto possibile (giorni e non mesi), ad emanare quelle regole che rendano possibile, non solo la ripresa economica, ma anche quella culturale e sociale, nella considerazione che comunque fra sono collegate (l’indotto dei servizi sociali e culturali fa parte a pieno titolo dell’economia). Regole che rendano possibile, per l’organizzazione di concerti, spettacoli di teatro e danza, proiezione di film, presentazione di libri, l’utilizzo degli spazi all’aperto: pensiamo nel nostro specifico alla terrazza antistante il Circolo, pensiamo alla nostra amata piazza sant’Agostino, ma allo stesso modo il ragionamento vale per le altre piazze, parchi, anfiteatro e spazi pubblici esterni della nostra città. Bisogna veramente fare in fretta altrimenti ci ammaleremo tutti/e di un’altra “malattia”, in questi mesi già germogliata nel nostro animo: la solitudine, lo spegnimento della socialità … e gli psicologi già parlano di «Sindrome della capanna»."

"Noi come Circolo Culturale Aurora, avvezzi a navigare tra mille difficoltà, rinnoviamo il nostro impegno, facendo appello a tutte le nostre risorse, per ricominciare, in un momento cruciale in cui la cultura deve giocare fino in fondo il suo ruolo determinante."

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