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Gli Amici Colle del Pionta lanciano l'appello: "A chi fa accoglienza, impegnativi per una convivenza civile"

"Ci rivolgiamo alle associazioni e cooperative che si occupano dell'accoglienza per i richiedenti asilo. A loro chiediamo di impegnarsi per una convivenza civile". L'appello è quello lanciato dagli Amici del Colle del Pionta che, in seguito ad...

"Ci rivolgiamo alle associazioni e cooperative che si occupano dell'accoglienza per i richiedenti asilo. A loro chiediamo di impegnarsi per una convivenza civile".

L'appello è quello lanciato dagli Amici del Colle del Pionta che, in seguito ad alcune segnalazioni e racconti di episodi poco edificanti, hanno scelto di esporti pubblicamente e chiedere un maggiore impegno per la creazione di un clima di cooperazione e civile convivenza. I destinatari del messaggio sono appunto tutte le realtà che si occupano di fare accoglienza per migranti e richiedenti asilo.

Stando alle segnalazioni, rese pubbliche da cittadini e giornalisti anche attraverso le proprie pagine Facebook, nei giorni passati episodi di inciviltà (e a volte anche di microcriminalità) si sarebbero verificati all'interno del Colle del Pionta.

Appello alle varie associazioni e cooperative che si occupano di accoglienza affinché le persone accolte vengano seguite maggiormente dal punto di vista educativo: uno scatto qualitativo necessario e imprescindibile per una convivenza civile degna di questo nome.

Il colle del Pionta, così come altri parchi pubblici della città, dovrebbe essere considerato come il giardino degli aretini, giardino che molti non possiedono abitando in città, per cui tutti i frequentatori del parco dovrebbero averne cura e rispettarlo onde evitarne il degrado.

Per quanto, però, l’impegno degli aretini per riportare attività sane all’interno del parco, abbia prodotto dei buoni risultati portando una maggiore partecipazione e frequentazione dello stesso, alcune aree rimangono appannaggio di alcuni gruppetti che solitamente le ‘occupano’ in maniera stabile usandole, non come parco, ma come bivacco: per cambiarsi e poi lasciare abiti sporchi o rotti, scarpe o altro, fare i propri bisogni, mangiare e soprattutto bere birra a qualunque ora del giorno lasciando rifiuti di vario genere.

Questa situazione, oltre a fornire una pessima immagine rischiando di vanificare gli sforzi di chi si adopera per migliorare le cose, risulta essere anche un pessimo esempio dal punto di vista educativo, avallando in qualche modo l’idea che i comportamenti poco civili vengono accettati e sono una realtà con la quale dobbiamo convivere. Il senso civico, però, non è un optional ma è un valore da trasmettere ai nostri figli e a tutti coloro che vivono in questa società, nessuno escluso. E’ un valore al quale tutti noi ci dobbiamo attenere, che va avallato da esempi positivi, e, che deve portare chi di competenza a lavorare in senso responsabile nei confronti di chi si rende responsabile di esempi negativi. Ne va del benessere di tutti quanti: educazione, civiltà e senso civico sono una necessità imprescindibile. Fin troppe persone ci hanno segnalato episodi in cui venivano espletati pubblicamente bisogni fisiologici, sia in forma liquida che solida, addirittura in presenza di bambini: una situazione questa alla quale si deve assolutamente porre rimedio, e ovviamente non si può pretendere che siano i privati cittadini ad apostrofare chi si comporta in modo poco civile.

A questo punto, infatti, riteniamo di fare appello ad un maggior senso di responsabilità da parte delle cooperative e associazioni che hanno in gestione i vari richiedenti asilo, che pertanto, hanno con loro un canale aperto e presumibilmente hanno già instaurato una forma di dialogo affinché questo canale si traduca in un maggior controllo sul comportamento di queste persone, invitandoli sin da subito a rispettare norme e comportamenti basilari dai quali non è più possibile prescindere. In una situazione come quella attuale, chi sceglie di seguire questa strada e di lavorare nell’ambito dell’accoglienza può essere in grado di far la differenza in merito alla qualità di vita da offrire alle persone che vengono aiutate, ma anche, non ce ne dobbiamo dimenticare, di tutti gli italiani che si trovano a convivere con questa realtà. Un parco è un luogo pubblico, in quanto tale non può e non deve assolutamente essere dei primi che lo occupano in massa. L’educazione, la civiltà e il rispetto sono un dovere per tutti, nessuno escluso.

Ribadiamo, quindi, la necessità di una maggiore collaborazione da parte di chi si occupa di accoglienza nel nostro territorio, affinché questo lavoro vada a toccare le chiavi più importanti per la convivenza, cioè la conoscenza e il rispetto di quelle leggi e regole alle quali noi tutti dobbiamo attenerci, nonché il rispetto di spazi comuni, legato a doppio filo al rispetto degli altri frequentatori di questi spazi che non possono e non devono esserne esclusi o costretti ad allontanarsene.

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